Tema con variazioni, op. 58


Musica: Giuseppe Martucci (1856 - 1909)
  1. Tema - Andante (mi bemolle maggiore)
  2. Variazione I - Andante
  3. Variazione II - Andante
  4. Variazione III - Andante
  5. Variazione IV - Allegro vivace
  6. Variazione V - Andante
  7. Variazione VI - Andante
  8. Variazione VII - Andantino con moto
  9. Variazione VIII - Allegro
  10. Variazione IX (alla Chopin)
  11. Finale - Allegro con spirito
  12. Finale alternativo - Allegro molto
Organico: pianoforte
Composizione: Napoli, 1 maggio 1882
Edizione: Ricordi, Milano, 1882
Dedica: all'Illustre Pianista Compositore Giovanni Sgambati

Trascritta per due pianoforti nel 1900
Trascritta per pianoforte e orchestra nel 1905 ma rimasta incompiuta
Guida all'ascolto (nota 1)

Appena sedicenne Martucci iniziò una intensa attività pianistica che lo portò dall'Italia in Germania, Francia e Inghilterra. Ritornato a Napoli, cominciò a comporre i primi pezzi di spiccato valore musicale, a cominciare dal Concerto in re minore per pianoforte e orchestra e il Quintetto in do per pianoforte, mentre nel 1880 veniva nominato professore di pianoforte nel Conservatorio in cui si era diplomato dieci anni prima alla scuola di Beniamino Cesi e costituì un'orchestra con lo scopo di diffondere il repertorio sinfonico classico e romantico. Fu allora che Martucci rivelò una forte attitudine per la direzione d'orchestra, impegno cui rimase fedele tutta la vita (ancora l'anno prima della sua scomparsa aveva presentato al San Carlo Il Crepuscolo degli Dei in prima esecuzione per Napoli). Nel giugno del 1886 venne chiamato alla direzione del Liceo musicale di Bologna, succedendo al Mancinelli ed esercitando anche la funzione di maestro di cappella a San Petronio. Nel 1902 passò alla direzione del Conservatorio di Napoli, carica che occupò fino alla morte.

Profondo interprete di Wagner (è noto che fece conoscere per primo in Italia il Tristano e Isotta al Comunale di Bologna nel 1888) egli ebbe il merito di introdurre nel nostro paese diversa musica dei maggiori esponenti del sinfonismo europeo, specie di Beethoven e Brahms; verso quest'ultimo artista manifestò una vera e propria venerazione, tanto da inginocchiarglisi davanti nel corso di una visita a Vienna. Del resto, come musicista Martucci si dedicò esclusivamente alla produzione orchestrale da camera e da concerto, o sinfonico-vocale, scrivendo circa duecento composizioni, tra cui vanno citate due sinfonie, in re minore (1895) e in fa (1904), il Notturno in sol bemolle op. 70 n. 1 e la Novelletta op. 82, entrambi scritti per pianoforte e strumentati per orchestra, nella quale versione, ricca di intima nostalgia romantica, sono riproposti spesso nelle sale concertistiche; il languido poemetto lirico La canzone dei ricordi (1886), il Concerto in si bemolle minore op. 66 per pianoforte e orchestra (1885), due Trii con pianoforte op. 59 e op. 62, Sonate per violino e pianoforte, per violoncello e pianoforte e una nutrita raccolta di brani pianistici di elegante scrittura, fedele alla linea tracciata dai classici del romanticismo, da Schumann a Brahms.

Il carattere di sognatore aperto alle effusioni del sentimento patetico e di finissimo cesellatore del discorso melodico, che è tipico del migliore Martucci, si avverte con chiara e distinta individualità nel Tema con variazioni op. 58, composto intorno al 1885 e trascritto per due pianoforti nel 1900. Su una frase grave e lenta il musicista costruisce una delle sue pagine pianistiche più ambiziose, dove la variazione assume un ampio respiro di intonazione beethoveniana. La nona variazione (sono dieci in tutto) è una pagina scritta alla maniera di Chopin, dai colori morbidi e sfumati.


(1) Testo tratto dal programma di sala del Concerto dell'Accademia di Santa Cecilia,
Roma, Sala Accademica di via dei Greci, 4 aprile 1978


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Ultimo aggiornamento 22 gennaio 2016