Quartetto in la minore per pianoforte e archi


Musica: Gustav Mahler (1860 - 1911)
  1. Nicht zu schnell. Entschlossen
  2. Scherzo (Restano solo alcuni schizzi)
Organico: pianoforte, violino, viola, violoncello
Composizione: Vienna, termine anno scolastico del Conservatorio
Prima esecuzione: Vienna, 11 Luglio 1878
Edizione: Sikorsky, Amburgo, 1973

Distrutto da Mahler è stato recentemente ritrovato nell'archivio del Conservatorio di Vienna
Guida all'ascolto 1 (nota 1)

Gustav Mahler dedicò tutta la propria vita artistica all'orchestra, il medium privilegiato per l'espressione della sua immaginazione sonora, sia come compositore sinfonico e liederistico, sia come direttore e interprete di successo. Da questo punto di vista, il Movimento di Quartetto ("Quartettsatz") con pianoforte in la minore costituisce un unicum nella produzione mahleriana, che non comprende altre composizioni prettamente cameristiche.

Il Quartetto, inoltre, ha un grande valore documentaristico, in quanto rappresenta una delle poche testimonianze che ci sono giunte del periodo in cui Mahler studiava al prestigioso Conservatorio della "Gesellschaft der Musikfreunde" di Vienna (dal 1875 al 1878). Al Conservatorio Mahler era iscritto ai corsi di pianoforte di Julius Epstein, di armonia e contrappunto di Robert Fuchs e di composizione di Franz Krenn. Dei tre pedagoghi fu forse Epstein ad avere maggiore influenza anche sullo studente di composizione, se non altro per avergli trasmesso l'interesse e la conoscenza di un certo tipo di repertorio pianistico e cameristico, in particolare di Schubert e Brahms.

In quegli anni ebbero poi grande influenza, su tutti gli studenti di composizione, le esecuzioni della tarda produzione cameristica di Beethoven da parte del Quartetto Hellmesberger, il cui primo violino, Josef, era anche direttore del Conservatorio viennese. Tuttavia, nonostante un ambiente musicale indubbiamente stimolante, Mahler giudicò a posteriori insoddisfacente e incompleto il suo periodo di studi. Della produzione compositiva di quegli anni Mahler stesso salvava solo il movimento del Klavierquartett (del 1876) che venne subito apprezzato, tanto da meritare una esecuzione pubblica patrocinata dal violinista Hermann Gradener. Sul manoscritto del Quartetto, mai completato, è visibile il timbro dell'Editore Theodor Rattig, con il quale Mahler probabilmente entrò in contatto proprio negli, anni di studio al Conservatorio, quando, come membro del "Singverein" della "Gesellschaft der Musikfreunde", poteva assistere alle prove dei Wiener Philharmoniker, comprese quelle per l'esecuzione della Terza Sinfonia di Bruckner, malamente recepita dagli stessi Filarmonici. In quella occasione l'editore Rattig si schierò apertamente dalla parte di Bruckner, commissionando a due suoi giovani sostenitori, Mahler e il suo collega di studi Krzyzanowski, la riduzione pianistica della Sinfonia. Si può forse ipotizzare che l'editore fosse interessato anche alle composizioni del giovane Mahler, il quale gli inviò curiosamente proprio il Movimento di Quartetto, piuttosto che un lavoro completo.

Pur trattandosi di un lavoro giovanile frutto di un solo anno di studi di composizione, il Quartettsatz rivela una notevole padronanza di tecniche compositive. L'impianto di forma-sonata e l'interessante scrittura pianistica dimostrano la confidenza di Mahler col grande repertorio per pianoforte, da Beethoven a Schubert, Chopin, Schumann e Brahms.

Ed è proprio l'influenza brahmsiana quella che si percepisce con chiarezza nel tema di apertura del movimento, lirico e ben equilibrato, mentre il secondo gruppo tematico viene presentato in una nuova area armonica segnata da un deciso cambiamento di tempo, tratto che diventerà distintivo nella successiva evoluzione dello stile compositivo mahleriano.

La raffinata elaborazione tematica dello sviluppo rivela una notevole disinvoltura e inventiva ed uno stile già originale. Nella ripresa, riproponendo il cambiamento di tempo, Mahler introduce un'inaspettata escursione armonica nella tonalità di fa diesis minore, per poi giungere ad una melanconica conclusione, preceduta da una sorta di breve cadenza per violino.

Il brano si presenta dunque particolarmente ricco di interessanti dettagli che infrangono le convenzioni classiche nel trattamento della forma e dell'armonia, tanto da anticipare il clima espressivo della prima produzione cameristica di Schönberg.

Anna Ficarella

Guida all'ascolto 2 (nota 2)

Nel 1876 un giovanissimo Mahler inizia a scrivere, proprio all'inizio del suo apprendistato compositivo a Vienna, un Quartetto con pianoforte, uno dei generi-principe della tradizione classicista impersonata allora da Brahms: il Quartetto in do minore op. 60 di quest'ultimo era stato pubblicato proprio nel 1875 e forse, in quella articolata partitura, Mahler aveva visto la possibilità di coniugare architetture classico-viennesi e materia linguistica romantico-wagneriana. Mahler completa solo il primo movimento, un Non troppo Allegro in la minore, assai poco "classicista" nella condotta - già matura ed intensa per temperatura espressiva - tra il lirico e il narrativo. Dopo aver scritto anche una ventina di battute del movimento successivo (verosimilmente uno Scherzo), interrompe per sempre la redazione del lavoro, che è rimasto conosciuto perciò col titolo di Quartettsatz (Tempo di Quartetto), limitato ovviamente al movimento iniziale.

Alessandro Mastropasqua


(1) Testo tratto dal programma di sala del Concerto dell'Accademia di Santa Cecilia,
Roma, Auditorium Parco della Musica, 7 novembre 2008
(2) Testo tratto dal programma di sala del Concerto dell'Accademia Filarmonica Romana,
Roma, Teatro Olimpico, 15 maggio 2003


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Ultimo aggiornamento 23 maggio 2013