Coro delle filatrici da Der fliegende Holländer, S 440


Musica: Franz Liszt (1811 - 1886)
Organico: pianoforte
Composizione: 1860
Edizione: Breitkopf & Härtel, Lipsia, 1862
Dedica: Louis Jungman
Guida all'ascolto 1 (nota 1)

Onnivoro fruitore di musica, da quella popolare a quella di gusto esotico, da quella operistica a quella che oggi definiremmo di avanguardia, Liszt ne fu anche l'apostolo divulgatore. Inoltre usava rimeditare al pianoforte ogni composizione, ogni tema. Da qui nacque quel vastissimo capitolo della sua produzione che comprende, oltre a numerosissime trascrizioni (la cui funzione era appunto quella di rendere accessibili i pezzi prescelti dal repertorio operistico, sinfonico e liederistico) anche un grande numero di parafrasi, arrangiamenti e fantasie. In molti casi Liszt si tiene molto vicino all'originale. Ma anche in queste occasioni (e sarà il caso del «Cuius animam» dallo «Stabat» di Rossini) un particolare armonico è sufficiente a spostare l'ottica in una direzione inaspettata. In altre occasioni la parafrasi si incarica di fornire una vera e propria lettura critica (audacissima e affascinante quella del «Don Giovanni»). Se si scorre l'elenco di queste composizioni si potrà isolare un ulteriore piccolo capiolo per ciascuno dei grandi compositori che Liszt conobbe, da Rossini a Bellini, da Donizettl a Meyerbeer, da Berlioz a Schubert e ai russi. Per quanto riguarda Wagner, Liszt fece in tempo, nel 1882, ad attingere al «Parsifal». Aveva cominciato molti anni prima dalle opere giovanili, sulle quali ritornò spesso.

Lo «Spinnerlied» è dei 1860. Il pezzo prescelto è appuno il coro delle filatrici all'inizio del secondo atto dell'«Olandese Volante». La «capricciosa e leggera» introduzione lisztiana sfrutta e dilata le ultime battute del preludio dell'atto. Poi è esposta la melodia che viene usata per realizzare una pagina scintillante nel ritmo originale wagneriano, di 2/4, interrotta, tuffava, in due punti, quando Liszt rievoca il «tema dell' Olandese» sul quale si basa l'intera opera.

Bruno Cagli

Guida all'ascolto 2 (nota 2)

Tra le trascrizioni e parafrasi lisztiane da Wagner lo Spinnerlied (Canzone delle filatrici) dall'Olandese volante ha goduto tra gli interpreti una non effimera predilezione. E meritatamente. Si tratta di un brano di felicissimo pianismo, di un raro momento di salottierismo (ma un salottierismo da Liszt del 1860, quasi stilizzato e sublimato). In ciò è un esempio unico nei quindici lavori da Wagner, e raro anche se si pensi alla restante produzione del genere: forse solo qualche trascrizione di Lieder di Schubert presenta egual felicità di spirito e di scrittura. È chiaro che a Liszt non interessa più ormai, come nelle prime trascrizioni, presentare fedelmente la musica di Wagner a chi non la conosce, ma - almeno per una volta - imbastire un delizioso showpiece su di un brano che si presta a meraviglia allo scopo.

Riccardo Risaliti


(1) Testo tratto dal programma di sala del Concerto dell'Accademia Filarmonica Romana,
Roma, Teatro Olimpico, 25 gennaio 1978
(2) Testo tratto dal programma di sala del Concerto del Maggio Musicale Fiorentino,
Firenze, Teatro Comunale, 14 giugno 1983


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Ultimo aggiornamento 8 maggio 2016