La Rapsodia ungherese n. 2 è brano di grande effetto, ma in questo caso per lo sfavillante virtuosismo e l'estrosa invenzione sonora del compositore. Al pianoforte è affidato il compito di riprodurre le sonorità dei due strumenti principali delle piccole orchestre zigane itineranti cui si ispira il ciclo delle diciannove rapsodie ungheresi di Liszt, il violino e il cimbalom. Difficile non lasciarsi trascinare dallo spumeggiante pianismo, dalle continue invenzioni ritmiche e timbriche rese ancor più efficaci dall'inflessione zigana di melodia e armonia. Il brano è diviso in due sezioni; la prima è il lento e un po' malinconico "Lassan", la seconda un'animata e travolgente "Friska".
Emiliano Buggio