Nuages gris (Nubi grigie), S 199


Musica: Franz Liszt (1811 - 1886)
Organico: pianoforte
Composizione: Weimar, 24 agosto 1881
Edizione: Breitkopf & Härtel, Lipsia, 1927
Guida all'ascolto (nota 1)

Nel 1847, dopo essersi esibito in pubblico quasi tremila volte toccando ogni angolo d'Europa e scatenando ovunque quella che Heine definì la "Lisztomania", il "re del pianoforte" decise di cambiare radicalmente la sua vita che fino a quel momento gli era sembrata troppo simile a quella di "un cane ammaestrato": «Per me viene il momento, a trentacinque anni, di infrangere la mia crisalide di virtuoso e di dare libera espressione alle mie idee», scrisse Liszt in una lettera al granduca di Sassonia Carl Alexander. Da allora la sua attività fu interamente dedicata alla composizione e alla direzione del Teatro di corte di Weimar, dove svolse un'opera preziosissima e insostituibile di animatore culturale.

Dopo circa un decennio trascorso a Weimar, nel 1859 il compositore ungherese decise di abbandonare anche la carriera di direttore del Teatro di corte, ritirandosi sempre più dalla vita pubblica: "La mia decisione di rompere col pubblico non nasce da ieri", scrisse al granduca Carl Alexander. "Sono stato sulla breccia quasi quarant'anni e penso che il mio compito da questo punto di vista sia completamente assolto". Mentre il suo mito rimaneva intatto, sempre identico a se stesso, Liszt continuava a cambiare: per avvicinarsi il più possibile a quello che egli stesso chiamava "il mio ideale claustrale-artistico" si allontanava sempre più dal pubblico, nel 1865 riceveva la tonsura e prendeva gli ordini minori, modificava perfino il suo aspetto e le sue abitudini di vita, sconcertando anche coloro che lo conoscevano più da vicino: "Il suo modo di vestire è diventato spaventosamente sciatto", lamentava in una lettera la principessa Carolina di Sayn-Wittgenstein, una delle compagne della sua vita. "Non sembra più un homme de la société ma un vecchio organista. E che scarpe! Ci si potrebbe nuotare da Civitavecchia a Napoli". Una metamorfosi davvero sconvolgente in un uomo che solo qualche anno prima aveva scritto: "lo mi rovino con i sarti, per essere sempre elegante".

Altrettanto sconvolgente fu la metamorfosi verificatasi nel compositore-Liszt: mentre dal suo guardaroba sparivano gli abiti dai bottoni dorati, le scarpe di vernice e i cappotti di pelliccia, anche la sua musica andava gradualmente smettendo l'abbagliante virtuosismo e la magniloquenza che l'avevano contraddistinta. Dopo molti brani di musica sacra, composti soprattutto nel periodo 1861-1869 trascorso prevalentemente a Roma, in molte composizioni degli ultimi anni, spesso pervase da tetre immagini di morte, Liszt, un po' come aveva fatto Chopin qualche decennio prima, prosciuga ed essenzializza il suo linguaggio spingendo al di là di ogni limite allora conosciuto le sue ricerche timbriche, armoniche, formali.

Nuages gris (Nubi grìgie), datato sul frontespizio 24 agosto 1881, è un brano (Andante) di appena 48 battute, dai toni lividi e freddi, basato su di un enigmatico motivo costruito per quarte nel registro centrale che prima viene enunciato per due volte da solo, poi per altre due volte è sostenuto sommessamente da profondi tremoli di si bemolle, quasi un bubbolio lontano. I tremoli minacciosi sembrano prevalere per qualche battuta, poi scompaiono del tutto e il tema torna a farsi sentire per due volte, mentre un po' più verso l'acuto gli si contrappone una sinuosa e calma melodia. Cullata dalla sinistra, la mano destra sale cromaticamente con lunghe ottave verso l'acuto, e il brano si spegne trascolorando con due accordi arpeggiati.

Carlo Cavalletti


(1) Testo tratto dal programma di sala del Concerto dell'Accademia di Santa Cecilia,
Roma, Auditorium Parco della Musica, 22 febbraio 2012


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Ultimo aggiornamento 2 maggio 2015