Mephistowalzer I, S 514

Trascrizione per pianoforte dal Faust di Lenau - Prima versione

Musica: Franz Liszt (1811 - 1886)
Organico: pianoforte
Composizione: 1859 - 1861
Edizione: Schuberth, Lipsia, 1862
Dedica: Carl Tausig

Vedi a S 110 la trascrizione per orchestra
Guida all'ascolto 1 (nota 1)

Fra i miti letterari che affascinarono profondamente Liszt, quello di Faust è senza dubbio centrale. L'uomo che, per ottenere la conoscenza, vende al diavolo la sua anima, in qualche misura rispecchia la personalità del compositore, teso lungo tutta la sua esistenza ad una conoscenza totale attraverso la musica ma anche agitato continuamente da scrupoli morali e da un autentico e sentito travaglio religioso. Non si trattava, d'altronde, di una preferenza eccentrica rispetto ai gusti letterari della sua epoca: Faust è onnipresente tra gli artisti romantici, letto, meditato e rielaborato in poesia, in pittura e in musica. Per citare solo i musicisti più vicini a Liszt, possiamo ricordare Richard Wagner con l'Ouverture Faust, Hector Berlioz con La damnation de Faust e Robert Schumann con le Scene dal Faust di Goethe, tutti brani composti negli anni Quaranta e nei primi Cinquanta del XIX secolo. Ciò che vogliamo sottolineare è come il personaggio di Faust e del diavolo che lo seduce e lo perde, Mefistofele, si legavano indissolubilmente all'immaginario dell'intellettuale romantico.

Liszt dedica a Faust una Sinfonia, la Faust-Symphonie, eseguita per la prima volta nel 1857 e tratta dall'opera di Goethe; le tre parti di cui si compone sono dedicate ciascuna ad uno dei tre personaggi fondamentali del dramma, Faust, Gretchen e Mefistofele. Evidentemente però il diabolico Mefistofele agiva ancora potentemente nella sua fantasia, al punto da suscitare ben quattro ulteriori Mephisto-Walzer per pianoforte, i primi due dei quali con una versione anche per orchestra. Il primo, dedicato a Karl Tausig, eccezionale pianista ed allievo preferito di Liszt, è il più noto ed eseguito e fu composto tra il 1859 e il 1861. Liszt si rifa al Faust di Nikolas Lenau, isolando l'episodio della danza al villaggio, come recita il sottotitolo (Der Tanz in der Doifschenke). Faust e Mefistofele, passando presso un villaggio dove si tiene una festa, sono attratti dalla musica; il diavolo invita Faust a danzare e strappando il violino dalle mani del musicista, inizia a suonare un diabolico Valzer, sulle note del quale Faust si allontanerà nel bosco danzando vorticosamente.

Per ricreare la diabolica danza di perdizione Liszt mette in campo tutti gli artifici della tecnica trascendentale; accordi pieni di note che si spostano su tutta l'ampiezza della tastiera, ottave, trilli, posizioni ardite sui tasti neri, tutto ad una velocità più che sostenuta, diabolica quanto promette il titolo, e che fanno di questo notissimo pezzo uno dei cavalli di battaglia dei virtuosi della tastiera. Dal punto di vista formale abbiamo una struttura ormai consolidata: dopo un'ampia introduzione, si susseguono fondamentalmente due temi, ben caratterizzati e variamente elaborati, il primo irruente e aggressivo, arrogantemente assertivo, il secondo languidamente subdolo, niente altro che la traduzione musicale delle due facce del diavolo, quella dell'ira e quella della seduzione. È l'aspetto ritmico che ci propone delle autentiche sorprese, la maggiore delle quali è il trovare in alcune sezioni centrali e in quella finale non più un tempo ternario come si conviene ad un Valzer ma un binario 2/4. La forma-valzer è diventata ormai così elastica da poter abdicare anche alla sua caratteristica principale, la ternarietà.

Daniela Gangale

Guida all'ascolto 2 (nota 2)

Il Mephisto Walzer è tratto dal secondo di due poemi sinfonici per grande orchestra, ispirati da due episodi del Faust di Lenau: «Der nüchtliche Zug» (Il corteo notturno), e «Der Tanz in der Dorfschenke» (La danza nell'osteria del villaggio). Liszt stesso trascrisse questi due poemi sinfonici per pianoforte a quattro mani e del secondo diede una versione concertistica per pianoforte a due mani (dedicata a Carlo Tausig), intitolandola, appunto Mephisto-Walzer. Anche Ferruccio Busoni approntò in seguito una brillantissima trascrizione pianistica di questo stesso poema. Il passo del Faust di Lenau al quale si riferisce il Mephisto Walzer è quello della scena in cui Faust, capitando in una osteria dove ballano dei contadini, si invaghisce di una bella ragazza e chiede a Mefisto di conquistargliela, ciò che il diavolo fa prendendo il violino di un suonatore dell'ochestrina campagnuola e suonando su di esso un Valzer di seduzione, ove sì alternano passi fantasticamente demoniaci a languide, sensuali cantilene, improntate però sempre a quel sarcastico erotismo di cui si è mostrata spesso capace l'arte di Liszt, alla quale d'altra parte era preclusa l'espressione di quel profondo, autentico amore di cui Wagner dovette far vibrare ogni nota di quel Tristano in cui vengono messe a fuoco e si sublimano tante esperienze formali che Wagner trasse dalle magiche precorritrici del suo suocero e propugnatore.

Va notato che in un secondo tempo (1881}. Liszt pubblico un secondo Mephisto Walzer, dedicato a Saint-Saens, il quale però non raggiunse mai la notorietà del primo.

Roman Vlad


(1) Testo tratto dal programma di sala del Concerto dell'Accademia di Santa Cecilia,
Roma, Auditorium Parco della Musica, 11 marzo 2011
(2) Testo tratto dal programma di sala del Concerto dell'Accademia Filarmonica Romana,
Roma, Teatro Eliseo, 11 gennaio 1954


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Ultimo aggiornamento 6 luglio 2016