La figura di Mefistofele, antitesi dell'estasi e dell'idillio, ha un posto di elezione nella musica a programma di Liszt. E' nella metamorfosi ritmica e timbrica della «Symphonie fantastique» che Liszt rinvenne l'onnipresenza del diavolo romantico, pronto a turbare in ghigno la serenità della più placida melodia. Dalla terza parte della «Faust-Symphonie» alle quattro «Mephisto-Walzer» (la più celebre è quella del 1883) e alla «Mephisto-Polka», l'abate Liszt ci ha illustrato tutto l'edonismo degli ammiccamenti satanici, opere dove il patto col diavolo è stato ricompensato col talento del più affascinante concertismo. Il programma mefistofelico alla base di questi pezzi è quello del poema sinfonico «Danza nella taverna del villaggio», dedotto dal «Faust» di Lenau. Faust invaghito di una ragazza balla goffamente nella taverna. Stizzito Mefistofele impugna il violino, e trasforma la danza paesana in un ritmo afrodisiaco.
Gioacchino Lanza Tomasi