Sinfonietta su temi russi, op 31


Musica: Nikolay Rimsky-Korsakov (1844 - 1908)
  1. Allegretto pastorale
  2. Adagio
  3. Scherzo - finale. Vivo.
Organico: 2 flauti, 2 oboi, 2 clarinetti, 2 fagotti, 4 corni, 2 trombe, 3 tromboni, timpani, archi
Composizione: 1879 - 1884
Edizione: M.P. Belaieff, Lipsia, 1887
Dedica: Georgy Dütsch
Guida all'ascolto (nota 1)

Nikolai Rirnskij-Korsakov apparteneva a una famiglia dell'alta borghesia, ma le sue due nonne erano di umili origini - l'una figlia di un pope, l'altra di un contadino - e da loro ereditò l'amore per gli antichi canti russi, sia popolari che ortodossi, che si stamparono indelebilmente nella sua memoria grazie a un'eccezionale precocità musicale, che ancor prima di compiere i due anni gli permetteva di ricordare tutte le melodie che ascoltava, come egli stesso ricorda nella Cronaca della mia vita musicale. Proprio per queste attitudini musicali, fin dall'età di sei anni iniziò a studiare il pianoforte, ma era già deciso che la sua strada sarebbe stata quella d'ufficiale di marina, com'era nella tradizione di famiglia. A ventun'anni egli stesso si descrisse come "un ufficiale che ogni tanto si diletta a suonare il piano o ad ascoltare musica". Fu l'amico Milij Balakirev a riportarlo alla musica e a spingerlo a scrivere una Sinfonia, sua prima impegnativa composizione, per la quale ebbe però bisogno dei consigli dell'amico e collega, perché la sua preparazione era ancora lacunosa.

Negli anni seguenti questo semidilettante si sarebbe trasformato in uno dei musicisti tecnicamente più preparati della sua epoca, capace di veri virtuosismi nel campo dell'armonia e dell'orchestrazione. Tale trasformazione iniziò nel 1871, con la nomina a professore di composizione e strumentazione presso il Conservatorio di San Pietroburgo: fu allora che, riconoscendosi inadeguato al compito, si mise a studiare con grande zelo la Guida allo studio pratico dell'armonia di Cajkovskij e i trattati di contrappunto di Cherubini e Bellermann, approfondendo inoltre personalmente lo studio della meccanica e della tecnica dei vari strumenti. Durante questi anni di studio interruppe quasi completamente la composizione, ma orchestrò Il Convitato di pietra di Dargomyzskij, curò una nuova edizione delle opere di Glinka e compilò due raccolte di canti popolari, dimostrando così la sua piena adesione alla scuola nazionale russa.

Solo nel 1878-1879, quando si sentì pronto, rfprese a comporre e uno dei primi frutti del suo lavoro fu un Quartetto per archi, interamente basato su temi popolari russi. Il Quartetto non figura più nel catalogo del compositore, Rimskij-Korsakov ne riutilizzò i primi tre movimenti nella Sinfonietta in la minore su temi russi op. 31. Il quarto movimento del Quartetto venne invece trasformato in un pezzo per pianoforte a quattro mani, intitolato In chiesa.

Ingiustamente trascurata, la Sinfonietta offre delle atmosfere piacevoli e avvincenti, grazie al lirismo venato d'ingenuità dei suoi temi e al loro trattamento leggero e trasparente, ottenuto con i timbri puri degli strumenti, senza impasti troppo pesanti, con il contrappunto chiaro ed evidente e con l'armonia semplice ma colorita.

Nella versione originale per Quartetto i tre movimenti della Sinfonietta erano intitolati rispettivamente Nel campo, Vigilia delle nozze e Nel khovorod, evidenziando così i riferimenti a situazioni e atmosfere del mondo rurale russo. L'Allegretto pastorale inizia con un tema fluente e leggero, introdotto piano dai violini, cui si aggiungono prima il fagotto, poi progressivamente il clarinetto, l'oboe e il flauto, come se la nebbia si diradasse, lasciando apparire più nitidamente i colori, mentre l'intervento dei corni segna l'ingresso d'un secondo tema, che è quasi una variante del primo. Si può cogliere una fugace analogia del primo tema con la Sinfonia Pastorale di Beethoven, ma per il resto la Sinfonietta non ha nulla in comune col sinfonismo classico tedesco e Rimskij-Korsakov alla tecnica dello sviluppo preferisce il procedimento tipico del canto popolare russo, che ripete incessantemente i temi, ogni volta variandoli e ampliandoli.

La melodia dell'Adagio - semplice e modesta ma a suo modo nobile e affascinante, come molte melodie popolari - sarebbe stata ripresa trerit'anni dopo nell'Uccello di fuoco da Igor Stravinskij, allievo di Rimskij-Korsakov ma sempre ingenerosamente restìo a riconoscere i suoi debiti col maestro. Nella Sinfonietta Rimskij-Korsakov si limita a un'esposizione calma e fluente di questa canzone popolare: il pregio della sua composizione sta proprio nella capacità di valorizzarne la melodia con mezzi particolarmente semplici.

Il finale è un gioioso Scherzo in tempo Vivo, caratterizzato da un rapido andamento in note staccate che si configura quasi come un moto perpetuo, qua e là interrotto dall'emersione di altre melodie popolari, sempre cantabili e serene, tranne un'ombra passeggera introdotta da cupi accordi degli ottoni ma subito fugata dalla vivacissima e fulminea coda.

Mauro Mariani


(1) Testo tratto dal programma di sala del Concerto dell'Accademia di Santa Cecilia,
Roma, Auditorium Parco della Musica, 30 aprile 2004


I testi riportati in questa pagina sono tratti, prevalentemente, da programmi di sala di concerti e sono di proprietà delle Istituzioni o degli Editori riportati in calce alle note.
Ogni successiva diffusione può essere fatta solo previa autorizzazione da richiedere direttamente agli aventi diritto.


Ultimo aggiornamento 2 ottobre 2013