Sadko

Opera in sette scene

Testo del libretto

QUADRO PRIMO

Ricca sala dei convivi. Gran banchetto d'onore dei mercanti di Novgorod. Tutti siedono dietro tavole di quercia coperte da tovaglie ricamate e ingombre di cibi e bevande. La servitù versa agli ospiti vino e cervogia. A una tavola a parte sta Nežata, giovane gusliàr di Kiev. In un angolo, sulla stufa di ceramica smaltata, Duda, Sopél', e alcuni giullari. Tra gli ospiti si trovano entrambi i maggiorenti di Novgorod: Foma, Nazarevič e Lukà Zinovevič.
I MERCANTI
Siamo radunati noi, mercanti,
In allegra festa conviviale.
Qui si celebra un banchetto d'onore.
Riempite i calici d'acquavite,
D'acquavite d'oltremare!
Mangiate ospiti, finché non siete sazi,
Bevete, ospiti, finché non siete ebbri!
Riempite fino all'orlo i bicchieri,
Vuotate le coppe piene di idromele;
Gustate le dolci leccornie.
Gloriosa è Kiev per il suo buon principe
E per le eroiche imprese.
Ma Novgorod è ancora più gloriosa.
Non per le merci, non per l'oro dei suoi forzieri,
Gloriosa è la grande Novgorod
Per i suoi mercanti
E per la sua libertà.
Non abbiamo potenti boiardi,
Non abbiamo grandi principi,
Non abbiamo comandanti bellicosi;
Nella grande Novgorod
Ognuno è padrone di se stesso!
Siamo radunati noi, mercanti,
In allegra festa conviviale.
Qui si celebra un banchetto d'onore.
Riempite i calici d'acquavite,
D'acquavite d'oltremare!
Mangiate ospiti, finché non siete sazi,
Bevete, ospiti, finché non siete ebbri!
Riempite fino all'orlo i bicchieri,
Vuotate le coppe piene di idromele;
Gustate le dolci leccornie.
Ognuno è padrone di se stesso!
IL SECONDO MAGGIORENTE
Orsù, giovane musico,
Cantaci le storie del passato.
IL PRIMO MAGGIORENTE
Raccontaci i tempi che furono.
I MERCANTI
Fa' vibrare le corde tue sonore,
Falle cantare all'antica maniera,
Celebra le imprese degli eroi.
NEŽATA
(suona le gusli e canta la bylina di Volch Vseslavevič)
Limpida la luna il cielo illuminò,
Nacque a Kiev un superbo eroe,
Il giovane Volch Vseslavevič,
figlio della principessa Marfa Vseslav'evna,
E di Tugarin, drago terribile.
Un tremito scosse la madre terra,
Il regno indiano ebbe un sussulto,
E il mare azzurro fu sconvolto
Per la nascita di questo eroe.
Tutti i pesci scesero in fondo alle acque,
Gli uccelli si levarono in alto nei cieli,
I cervi e gli uri andarono oltre le montagne,
I lupi e gli orsi si rifugiarono nelle abetaie,
Le lepri e le volpi nelle boscaglie,
Gli zibellini e le martore nelle isole.
I MERCANTI
Il canto come uno scoiattolo corre nel bosco,
Come un lupo corre sulla terra,
Come un'aquila vola verso le nuvole.
NEŽATA
Poco più di un'ora dalla nascita
Volch prese nella destra una clava,
Una pesante clava di bronzo,
Dal peso di trecento pud.
Quando Volch ebbe compiuto dodici anni,
Raccolse una schiera di compagni valorosi
E subito andò alla conquista
Del glorioso regno dell'India;
Combattè e sottomise quel regno
E ne divenne re.
I MERCANTI
Gloria e te, giovane cantore!
Ormai il nostro festino è al culmine,
Ma non c'è nessuno che canti Novgorod,
Non c'è niente di cui si possa vantare.
I nostri antenati soltanto sapevano
Vivere in allegria? Ehi!
IL I° GRUPPO
Buoni cavalli abbiamo noialtri,
Buoni cavalli, belli e gagliardi!
IL II° GRUPPO
Perché tento vi vantate dei cavalli?
Mostrate piuttosto la forza dei vostri pugni!
Chi è pronto a misurarsi con noi in una lotta?
TUTTI I GRUPPI
Ehi!
IL III° GRUPPO
Molto oro è nei nostri forzieri
E vesti variopinte e ricche abbiamo!
IL IV° GRUPPO
Senza sposa un giovane non può vivere,
Chi di voi ha una moglie giovane
Di piacente aspetto e di modi affabili?

(Entra Sadkò, si inchina con compitezza; ha in mano gusli d'acero.)
SADKÒ
Vi saluto, onorevoli mercanti!
Permettete che io vi racconti
Una storia del tempo che fu
O vi canti una briosa canzone.
I MERCANTI
Cantaci la gloria di Novgorod,
Cantaci le vesti colorate, i bei cavalli,
La fortuna e la forza vigorosa,
Le nostre ricchezze innumerevoli
E le nostre spose simili a bianchi cigni.
SADKÒ
Signori mercanti
E illustri convitati!
Ciascuno si vanta a modo suo;
Uno vanta il proprio oro,
L'altro vanta il suo bel cavallo,
Chi è sciocco vanta la giovane moglie,
Chi ha senno vanta il vecchio padre.
Io che di vantarmi non ho nulla,
Tranne le mie gusli e le mie canzoni
Che ho ricevuto da Sur Volžanin, mio genitore a me caro.
Se possedessi scrigni d'oro,
Se avessi una schiera valorosa,
Non me ne starei qui ozioso a Novgorod,
Non vivrei secondo le usanze stabilite,
Non passerei la notte e il giorno a banchettare,
Ma col mio oro
Comprerei tutte le mercanzie,
Quelle buone come quelle cattive,
Poi allestirei trenta e una navi,
Caricherei le merci migliori
E imbarcherei la mia schiera valorosa:
Poiché il Signore non ci ha dato un grande fiume,
E ci ha interdetto l'accesso al mare dei Vichinghi,
Vogherei sul lago Ilmen,
Trascinerei le navi sulla terra ferma
Fino ai grandi fiumi
E li navigherei fino al lontano mare azzurro.

(Percuote le corde)

Si slancerebbero i miei navigli,
Percorrerebbero i mari, i mari azzurri,
Visiterei paesi favolosi,
Ammirerei meraviglie incredibili.
Acquisterei là perle belle tonde,
Pietre di colore, sete arabescate.
Ed a Novgorod con quel gran tesoro
Farei sorgere chiese del Signore.
Coprirei d'oro zecchino le croci e le cupole,
Adornerei le icone di perle e di preziose pietre.
Sui mari lontani, sulla vasta terra,
La gloria di Novgorod si diffonderebbe.
E allora, voi, mercanti illustri,
Mi riverireste con un profondo inchino.
IL I° E III° GRUPPO DI MERCANTI
Ehilà, Sad Sadkò, baldo giovane,
Ci è piaciuto il tuo audace discorso!
IL II° E IV° GRUPPO DI MERCANTI
Ehilà, Sad Sadkò, non dimenticare chi sei!
Un semplice cantore, non un mercante,
È folle il tuo discorso, il tuo vanto.
IL I° E IL II° GRUPPO
E se Sadkò avesse ragione?
Se il cantore avesse ragione?
IL III° E IL IV° GRUPPO
Non vogliamo Sadkò!
Vada al diavolo!
IL SECONDO MAGGIORENTE
Avete sentito?
Sadkò ci ha trattati
da poltroni e dissennati.
IL PRIMO MAGGIORENTE
Ma non vedete, illustri convitati,
Che vuole prendere il potere a Novgorod?
ENTRAMBI I MAGGIORENTI
Sa ancora di latte
E s'impanca a maestro!
IL I° E IL II° GRUPPO
E se Sadkò avesse ragione?
IL III° E IL IV° GRUPPO
Non vogliamo Sadkò!
IL I° E IL II° GRUPPO
E invece Sadkò ha ragione!
IL III° E IL IV° GRUPPO
Non vogliamo Sadkò!
TUTTI
Crede di farci da maestro,
Crede di essere un nostro pari,
Crede di farcela a prendere il potere!
Novgorod vive all'antica,
Forte del suo oro e della sua libertà.
IL SECONDO MAGGIORENTE
Non è la prima volta che Sadkò
Tiene simili discorsi impertinenti.
Sappiamo che già da tre giorni
Sadkò gira da un banchetto all'altro.
IL PRIMO MAGGIORENTE
Sulle piazze e nelle darsene
Va gridando le sue vanterie,
Fa discorsi sconvenienti,
Che eccitano la plebaglia.
TUTTI
Crede di farci da maestro,
Crede di essere un nostro pari,
Non è pane per i suoi denti il potere!

(I mercanti minacciano Sadkò)
Novgorod vive all'antica,
Forte della sua ricchezza e libertà.
Non vogliamo Sadkò. Vada al diavolo!
SADKÒ
Vivete pure secondo l'abitudine, mercanti illustri,
Di scelti vini e cibi deliziatevi,
Delle ricchezze e delle spose vantatevi!
Vi lascerò, onorevoli mercanti,
E porterò con me le mie gusli d'acero,
E i miei canti vivaci e appassionati.
D'ora in poi al lago Ilmen e ai limpidi fiumi
Le mie canzoni saranno dedicate
E i miei reconditi pensieri saranno confidati.

(Esce)
I MERCANTI
Riempite i calici d'acquavite,
D'acquavite d'oltremare!
Gli invitati sono benvenuti,
Per gli intrusi non c'è posto.
Non ha l'età per farci da maestro,
Troppo giovane per comandare!
Da noi ognuno è padrone di se stesso.
PRIMO E SECONDO MAGGIORENTE, I MERCANTI
Ehi voi, giullari valorosi,
Scendete giù dalla stufa.
Cominciate una danza in allegria,
Intonate un canto buffonesco.
Versate la cervogia fino all'orlo,
Vuotate le coppe piene di idromele.

(Dudà, Sopél' e alcuni giullari saltano giù dalla stufa, accorrono e danzano; gli altri suonano pifferi, zufoli, ribeche e tamburelli)

[Danza e canzone dei giullari]

(Prima Dudà, poi Sopél' si mettono al centro della sala, attorniati dagli altri. Dudà intona un canto buffonesco. Sopél' continua e gli altri giullari gli fanno eco, accompagnando il canto con la mimica, segnando il ritmo col leggero batter di piedi e suonando i loro strumenti)
DUDA
A Novgorod la grande
C'era una volta
Uno sciocco, un babbeo,
Quello sciocco sapeva,
Quel babbeo sapeva
Suonare le gusli.
Si stufò quello sciocco
Di girare per i banchetti
E gli venne in mente
Di diventare un mercante.
Quel babbeo cominciò a vantarsi
Di comprare tutte le mercanzie,
Sia buone che cattive,
Ma nella scarsella non aveva
Il becco di un quattrino.
Si arrabbiò allora il babbeo
E ai mercanti illustri
Si mise a dire insolenze
E a fare prediche,
Credendosi un maestro!
SOPEL'
(fa da eco)
Oh, oh, guarda che sciocco,
Guarda che babbeo!
I GIULLARI
Ehi, piffo, piffo, pifferino!
DUDA, SOPEL'
Ehi zufo, zufo, zufolino!
I giullari baldi e belli
Han cantato come uccelli.

(Danzano)
SOPEL'
(continua il canto buffonesco)
I mercanti lo hanno deriso,
Dal banchetto lo hanno cacciato,
Più non chiamano il babbeo
A suonare le sue gusli.
Più non danno a quello sciocco
E da bere e da mangiare;
Quello sciocco, quel babbeo
Dalla fame creperà.
Che ne dici, o scioccone,
Di andare al lago Ilmen
E di startene là seduto
A guardare le acque fonde
E cantare per i pesci?
Non è meglio per te, babbeo,
Pescare pesci dalle piume d'oro
E guadagnare qualche soldo?
Per una misera conchiglina
Una piccola monetina.
DUDA
(fa da eco)
Guarda che sciocco!
Guarda che babbeo!
Per una misera conchiglina
Una piccola monetina,
Già, una piccola monetina.
DUDA, SOPEL', I GIULLARI
Ehi, piffo, piffo, pifferino!
DUDA, SOPEL'
Ehi zufo, zufo, zufolino!
I giullari baldi e belli
Han cantato come uccelli.
I MERCANTI
(ebbri)
Riempite i calici di acquavite,
D'acquavite d'oltremare,
Gustate le dolci leccornie!
Ah! Ah! Ah! Ah!
Da noi a Novgorod la grande
Ciascuno è padrone di se stesso.
Ah! Ah! Ah! Ah!

QUADRO SECONDO

La riva del lago Ilmen; sulla riva c'è una bianca pietra. Una chiara notte d'estate. Falce di luna calante. Entra Sadkò e si siede sulla pietra, ha in mano le gusli.
SADKÒ
(canta)
O tu, foresta ombrosa,
Scosta le tue fronde, aprimi un cammino:
Una nebbia di amare lacrime
Mi impedisce di vedere questo nostro mondo.
E tu, canneto, agitati
E svegli il lago Ilmen.
Gli uomini non hanno più bisogno
Di ascoltare la mie gusli d'acero.
Ascolta, dunque, tu, onda fluttuante,
E tu, distesa sconfinata,
Ascolta la mia sorte crudele
E i miei reconditi pensieri.

(Si leva una brezza leggera, l'acqua del lago s'increspa, il canneto oscilla e stormisce)
SADKÒ
Oh, davvero mi avete sentito?
Azzurre onde si sono sollevate,
Il canneto si è messo a stormire

(scruta in lontananza)
E si avvicina uno stormo di cigni.

(Uno stormo di bianchi cigni e anatre grigie avanza sul lago. I cigni si trasformano in leggiadre fanciulle; tra queste Volchovà, la bella Principessa e le sue sorelle.)
SADKÒ
O miracolo, o meraviglia!
Non sono più cigni candidi
Ma bellissime fanciulle!

(La principessa Volchovà, le sue sorelle e le sue compagne escono sulla riva e si siedono su ceppi e frasche)
PRINCIPESSA DEL MARE E FANCIULLE
Uscite dal lago azzurro,
Uscite sui verdi prati,
Uscite sorelle veggenti!
Bagnatevi nella rugiada odorosa,
O figlie del re, sorelle veggenti!
Rivestitevi di fosche nuvole,
Coronatevi di fitte stelle,
Adornatevi di falce di limpida luna.
Passeremo qui tutta la notte
Dal crepuscolo all'aurora.
Presso la foresta ombrosa
Sedetevi su tronchi e ceppi,
Sedetevi e ascoltate
Il canto di questo bel giovine.
SADKÒ
(alla Principessa)
O miracolo,
o meraviglia!
Chi sei tu fanciulla,
E chi sono le tue sorelle?
PRINCIPESSA DEL MARE
La tua canzone è arrivata
Fino alle profondità del lago Ilmen;
Le mie sorelle sono rimaste incantate,
Ma più incantata sono rimasta io,
Incantata e piena di mestizia.
Ed eccoci qui, risalite dal fondo del lago
Per camminare sul prato verde e sulla ripida sponda.
Ah, facci passare l'angoscia e la tristezza,
Cantaci una gaia canzone.
Suona un ritornello melodioso
E le mie sorelle intrecceranno carole.
SADKÒ
Sono lieto di servirti, bella fanciulla,
e di cantare una canzone gioiosa.

(Sadkò comincia a suonare e intona un'aria. Le figlie del Re del Mare intrecciano carole e la Principessa del Mare siede accanto a lui e gli intesse una ghirlanda di fiori)
SADKÒ
(canta)
Vibrate, carissime gusli,
Vibrate, corde sonore!
Ai miei ritmi vorticosi
I bei cigni danzano con ardore.
Cigni, bianchi cigni.
Tra tutti voi
La più bella è una fanciulla,
Raccoglie piccoli fiori,
I fragranti mughetti,
Fiori, bianchi fiori,
Per il suo dolce amico
La fanciulla intreccia una ghirlanda.
SADKÒ
Le onde azzurre si agitano,
Mormora il verde canneto.
Mormorate onde azzurre,
E tu, verde canneto, sussurra!
Al suono del vostro sommesso sciabordio,
Al suono del vostro dolce sussurrio
La bella fanciulla e il baldo giovane
Conversano teneramente.
PRINCIPESSA DEL MARE
Intreccio una ghirlanda al baldo giovane,
Intreccio una ghirlanda al mio amore,
La intreccio perché bello è il suo canto,
Perché unica è la sua musica
Perché di gentile aspetto è il baldo giovane.
SADKÒ
(continuando)
Sparpagliatevi, dolci cigni,
Tra i fitti cespugli,
A raccogliere piccoli fiori bianchi!
Chiamatevi, datevi la voce, miei cigni...
(tra sé)
Mi sento mancare il fiato!...
(canta)
Lasciate che il baldo giovane
Parli con la dolce fanciulla...
(tra sé)
Sto perdendo la testa!
SADKÒ
Lasciate che il baldo giovane
Scambi con la dolce fanciulla
Tenere parole d'amore!
PRINCIPESSA DEL MARE
Il mio bel giovane non sembra pago
Dell'armonioso canto e della musica.

(Le figlie del Re del Mare e le loro compagne si disperdono nella foresta e scompaiono. Sadkò si siede accanto alla Principessa del Mare e getta le gusli. Ella gli cinge la testa con la ghirlanda.)
SADKÒ
Brillano di fragrante rugiada le tue trecce,
Come se perle lucenti le adornassero!
Chi sei, fanciulla?
Chi sei, meravigliosa bellezza?
PRINCIPESSA DEL MARE
Sonore sono le tue corde, agili le tue mani,
Mio bel giovane!
Gagliardo sei e di gentile aspetto!
VOCE DELLE FANCIULLE
(giungono da lontano)
O-o! O-o!
SADKÒ
Di una cintura di stelle sfavillanti sei recinta.
Chi sei, mia diletta?
Chi sei, mia principessa?
PRINCIPESSA DEL MARE
Col pensiero limpido come un gabbiano ti libri nel cielo,
Come un agile pesce guizzi nelle onde.
O mio bel giovane!
Tu, mio promesso, tu, mio amore!
VOCE DELLE FANCIULLE
O-o! O-o!
PRINCIPESSA DEL MARE
Che piacere è per me
Ascoltare le tue melodie sonore!
Che piacere è per me
Ascoltare la tua voce soave!
Le tue canzoni meravigliose
Hanno rapito il mio cuore,
O mio diletto!
SADKÒ
Fanciulla meravigliosa! Ti amo,
Ti amerò per sempre.

(Il canto delle fanciulle echeggia nella foresta)
VOCE DELLE FANCIULLE
Sparpagliatevi, dolci cigni,
Tra i fitti cespugli,
A raccogliere piccoli fiori bianchi,
I fragranti mughetti.
SADKÒ
Dimmi, chi sei?
Come ti chiami?
Se mi ami
Rimani qui per sempre.
PRINCIPESSA DEL MARE
Sono la principessa Volchovà,
Figlia del grande Re del Mare
E saggia Regina delle Acque.
Le mie sorelle maggiori sono i fiumi profondi
Che si sono uniti ai mari lontani,
E con le foci si gettano in golfi cerulei.
Lontano, lontano vive il nostro babbo severo,
Nei profondi abissi sorge il suo palazzo,
Un palazzo turchino dalle stanze diafane.
Là, liberi, guizzano pesci dalle pinne d'oro,
Là montano la guardia le balene, meraviglie del mare;
È il regno del mare, regno superbo.
Fanciulla veggente, so e prevedo
Che non sono destinata al mare azzurro.
Ma che avrò per marito un baldo giovane,
Che sposerò sotto un cespo di salice.
Tu sei il mio promesso!
Tu sei il mio amato!
SADKÒ
Gioia mia!
Delizia mia!
Come posso sposarti?
Ho già una moglie qui in terra.
Lascerò tutto,
Resterò con te
Tutta la vita.
PRINCIPESSA DEL MARE
La tue canzoni hanno rapito
Per sempre il mio cuore,
Amore mio,
Sei il mio promesso!
Sei il mio sposo!
Attorno al cespo di salice
Celebreremo le nostre nozze.
VOCE DELLE FANCIULLE
(avvicinandosi)
Non rumoreggiano più le onde azzurre,
Tace il canneto;
Paghi della passeggiata sono i cigni
Dopo aver raccolto i fiori.
È tempo che il baldo giovane e la bella fanciulla
Cessino il tenero colloquio.

(Le figlie del Re del Mare e le loro compagne escono dalla foresta)
LE FANCIULLE
Sono paghi di aver giocato
E passeggiato
I cigni
Tra i verdi prati
E i fitti cespugli.
PRINCIPESSA DEL MARE
Addio, mio caro, presto è l'alba;
Ora dal fondo del lago
Salirà il padre per chiamarci a casa.
Prima di lasciarti ti dono
Tre pesci dalle pinne d'oro.
Getterai le tue reti, li prenderai,
Ricco e felice diventerai,
Per mari azzurri navigherai,
Terre lontane tu vedrai;
Ed io, principessa Volchovà,
La tua veggente amica,
Ti aspetterò,
Sarò per sempre tua.
Un anno passa dopo l'altro
Come cresce la serica erba;
Un giorno passa dopo l'altro come gocce di pioggia;
Un'ora passo dopo l'altra come un fiume che corre.
Amami e siimi fedele.
Quando verrà il momento, ci rivedremo,
Ci ritroveremo
E ci abbracceremo.
Addio, addio, affrettati.
Se no ti accadrà una sventura.
Va', presto, addio, addio,
Addio a lungo, amore mio.
SADKÒ
Addio, cara principessa,
Sadkò ti aspetterà!

(Si allontana in fretta)

(Le acque del lago si agitano; dal fondo sale il Re del Mare)

RE DEL MARE
La falce della luna, con le sue punte dorate,
Cala dietro le oscure foreste,
Dietro le altre montagne e le basse pianure,
Dietro mari azzurri e ripide sponde.
È tempo che voi torniate nei gorghi profondi,
Lasciando le altezze della terra.

(Discende nel fondo del lago)

(Le figlie del Re del Mare e le belle fanciulle si trasformano in bianchi cigni e anatre grigie e si allontanano cantando)
LE VOCI DEI BIANCHI CIGNI
Noi siamo i bianchi cigni e le anatre grigie
Che all'alba torniamo nelle baie marine,
Nelle placide insenature;
Torniamo nel palazzo turchino
Del nostro padre severo.

(Scompaiono)

(Il canneto ondeggia dolcemente alla brezza mattutina. Il cielo si rischiara rapidamente. Sorge il sole)

QUADRO TERZO

Una stanza in casa di Sadkò. Mattino presto. La sua giovane moglie è sola accanto alla finestra.
LJUBAVA BUSLAEVNA
Per tutta la notte l'ho aspettato invano.
Dov'è Sadkò? Dove mai è finito?

(Si sentono le campane del mattino)

(Ljubava sta in ascolto)

È suonata l'ora della messa,
Ma Sadkò non c'è. Il mio cuore è angosciato.
Ah, lo so, Sadkò non mi ama più,
Il mio caro sposo mi lascia spesso sola.
Il suo pensiero vola, come un bianco girifalco,
Verso le terre straniere e i mari azzurri.
Sogna imprese grandiose
Ed eroica gloria.
Non ha che questo in testa,
Solo di questo parla dovunque.
Ancora di recente mi chiamava mia diletta,
Per ore non distoglieva da me i suoi occhi.
Ancora di recente mi diceva dolci parole d'amore,
Suonava per me le gusli e cantava melodiose canzoni.
Ora sono sola; Sadkò non mi ama più,
La mia bellezza dev'essere sfiorita;
Il mio sposo non mi ama più,
Certo gli sarò venuta a noia.

(guarda alla finestra)

Ecco arrivare il mio sposo, il mio sostegno.
Nella via splende come il sole all'alba,
Al cortile si avvicina come un nembo,
Al portone bussa come la tempesta,
All'ingresso arriva come pioggia battente,
Nella sua stanza entrerà
Come un tuono con la folgore.

(Entra Sadkò. Ljubava gli corre incontro)

Buon giorno, mio adorato sposa!
SADKÒ
(la scosta con la mano e dice come tra sé)
Mi è capitato davvero un miracolo?
O avrò dormito poco e troppo sognato?

(Si siede su una panca e si fa pensieroso)

Notte profumata...
Il fruscio del canneto...
Bianchi cigni...
Magica fanciulla,
Tu, figlia del re!
Perché sei stata generosa con un poveretto come me?
Perché tanta benevolenza per un misero?
LJUBAVA BUSLAEVNA
Che ti succede, Sadkò, tesoro mio?
Torni da un banchetto e sei tanto afflitto.
La coppa ti è stata data più tardi del dovuto,
O non hai avuto il posto che spetta al tuo rango?
Oppure un ubriacone si è preso gioco di te?
SADKÒ
A Sadkò la coppa non è stata neppure offerta,
Un posto non gli è stato neppure dato,
Di lui si sono presi gioco i mercanti ebbri.

(Rimane assorto)

Oh tu, meravigliosa principessa!
Che promesso posso essere io per te?
Che promessa puoi essere tu per me?
LJUBAVA BUSLAEVNA
(meravigliata)
Che ti prende, sposo mio bello?
Finora la vita ti ha sorriso.
Che ti frulla per la testa?
Che discorsi insensati! Che parole sciocche!

(In lontananza si sente uno scampanio)
SADKÒ
(porgendo l'orecchio)
Le campane!... È già finita la messa.

(Si alza e vuole andare)

È arrivata la mia ora, il mio tempo è venuto!
Ora vado in piazza alla Chiesa di Santa Croce
E farò lì una scommessa grandiosa,
Scommetterò la mia testa indomita.
Conosco un prodigio portentoso:
Nel lago Ilmen ci sono pesci dalla pinne d'oro.
LJUBAVA BUSLAEVNA
(lo trattiene)
Se ti sono venuta a noia,
Se ti ho fatto qualche torto,
Scava una fossa e sotterrami,
Non rischiare però, ti prego, la tua testa!
SADKÒ
Non mi sorprende il senno delle femmine:
Sono lunghi i loro capelli, corto è il loro cervello.

(Respingendo la moglie)

Addio, sposa sventurata!
LJUBAVA BUSLAEVNA
(in ginocchio)
Signore Iddio, aiutami!
Proteggi la sua testa indomita!.

QUADRO QUARTO

La banchina del porto a Novgorod, davanti alla chiesa di Santa Croce, in riva al lago Ilmen. Navi all'ormeggio. È giorno. Mercato di Novgorod e gente di ogni sorta, uomini e donne, si accalcano attorno ai mercanti d'oltre mare: vichinghi, indiani, veneziani e altri, e guardano le loro merci. Tra la folla due indovini. In disparte siede Nežata con le gusli.
I MERCANTI E LA FOLLA
Guardate, uomini liberi:
Quanti mercanti di paesi lontani sono arrivati,
Quante merci splendide hanno portato.

(voci tra la folla)

Roba preziosa!
Quella che viene dall'India è la più cara:
Avorio, bianche perle tonde,
Meraviglioso sciamito inestimabile;
Le tavole per scacchi e dama
D'oro purissimo, brillano al sole.

(Entrano pellegrini, vecchi accigliati, con accompagnatori)
I PELLEGRINI
Non due belve si incontrarono,
Non due bestie feroci si azzannarono,
Ma la Verità e la Menzogna si scontrarono
E tra loro combatterono.
LA FOLLA
Ecco farsi avanti i vegliardi
Che recitano i versi del Libro della colomba,
Raccontano la storia della Verità e della Menzogna.

(Dudà, Sopél' e altri giullari, baldi e allegri giovani, entrano dalla parte opposta con ribeche, pifferi e tamburelli.)
DUDÀ
(saltellando)
Tralalaera tralalà.
Ehi, giullari, venite qua!

(Risate tra la folla)
I PELLEGRINI
La Menzogna ebbe la meglio sulla Verità;
Sulla terra rimase la Menzogna,
La Verità, poverina, salì nel cielo.
DUDÀ
Ehi, voi, mercanti di Novgorod,
E voi, mercanti forestieri!
Che vi importa della storia della Menzogna e della Verità?
Ascoltate piuttosto quella dell'ebbrezza sfrenata.
Ohi!
Nei giorni di festa l'ebbrezza va a spasso
E mena vanto dei suoi meriti:
Nulla al mondo di me è più giocondo,
Nulla al mondo di me è più potente.
Ohi, Dunaj d'Ivan figliolo!
Tutti sanno chi io sono,
Boiardi e principi mi amano e mi rispettano.
SOPEL E DUDÀ
Onorevoli mercanti mi tengono in gran conto,
Senza di me le nozze non si celebrano.
DUDÀ
Da ebbri si litiga, da ebbri si fa pace.
Ohi, Dunaj, ecc.
VOCI TRA LA FOLLA
Guardate, gente libera,
Quante meraviglie abbiamo qui!
Questo broccato non ha prezzo,
È splendido e il disegno è fine:
È la finezza di Bisanzio,
È la bravura di Venezia!
Guardate!
NEŽATA
(suonando le gusli)
Dove scorre il vino a fiumi,
Gloria e onore sono resi
All'amabile padrone e alla sua sposa.
DUDÀ
(alla folla che si accalca attorno alle merci)
Fatti avanti, marmaglia!
Qui si vende panno ruvido
E tela stampata!
VOCI TRA LA FOLLA
Dudà il buffone si è messo a fare il venditore!

(Risate)

Guardate, gente libera,
La merce d'oltremare!
I mercanti di paesi lontani sono arrivati
E hanno portato roba favolosa.
VOCI TRA LA FOLLA
Stivaletti verdi di capretto
Con borchiette d'oro!

(Entrano i Maggiorenti Fomà Nazarevič e Lukà Zinivevič)
I MAGGIORENTI
Dio vi aiuta, gente libera,
A far commercio e a tenere i conti.
LA FOLLA
Dio aiuti i maggiorenti
A giudicare e a amministrare!
VOCI TRA LA FOLLA
Questa penna d'aquila
Varrà più del velluto.
Guardate, scarpette di seta a sette fili,
Le fanno solo in Persia,
Questa seta non si strappa e non si sciupa, vale una fortuna.
PRIMO MAGGIORENTE
(al Secondo)
Bisogna chiedere agli indovini
Come frenare il nostro perfido nemico,
SECONDO MAGGIORENTE
(al Primo)
Che non giri per le strade
E non ecciti la plebaglia.

(Gli indovini si avvicinano ai maggiorenti)
GLI INDOVINI
(con aria misteriosa)
Nel mare, nell'oceano, nell'isola Bujàn
Si cela una forza poderosa che non conosce limite.
Sprigiono questa forza poderosa contro il nemico perfido.
VOCI TRA LA FOLLA
Morbido è questo zibellino, ma salato!
Per noi ci sono bevande dolci,
Per noi c'è idromele stagionato.
SECONDO MAGGIORENTE
(agli indovini)
Indovini, proprio di voi abbiamo bisogno,
Pronunciate la formula segreta
PRIMO MAGGIORENTE
Perché la gente ci riverisca di più
E non presti orecchio alle calunnie.

(si mettono in disparte con gli indovini)
VOCI TRA LA FOLLA
Scegliete piuttosto quest'olmo lavorato,
Un pud di bronzo c'è voluto per ornarlo.
I PELLEGRINI
(riprendono a recitare versi del Libro della colomba)
Una nuvola minacciosa in cielo si è formata,
Il Libro della colomba è caduto sulla terra.
Quel libro aveva quaranta tese di lunghezza,
Quel libro aveva quaranta tese di larghezza.
Nessuno poteva avvicinarvisi,
Nessuno poteva toccare quel libro divino.
Al Libro della colomba s'avvicinò
Il re Volot Volotyč.
Davanti a lui il libro si aprì
E rivelò tutta la saggezza delle scritture.

(Ai pellegrini danno l'elemosina)
NEŽATA
Gloria a Novgorod!
A tutte le sue borgate gloria!
Ai suoi dintorni gloria!
DUDÀ
Ehi, voi, mercanti,
E anche tu, plebaglia!
Date retta a noi, giovani allegri,
Non badate ai vecchi lugubri.
SOPEL'
Cantano bene, quelli lì,
Come se con gli argani traessero un verso appresso all'altro.
(ride)
DUDÀ E SOPEL' DUDA I SOPEL'
(cantano di nuovo, mentre gli altri giullari e alcune allegre popolane fanno loro da accompagnamento)
Ohi, Dunaj, tu mio Dunaj!
Ohi, Dunaj d'Ivan figliolo!
Nemico della vite è solo il giardiniere,
Che fa solchi profondi e la sotterra.
Ma io, la vite, mi sono fatta furba
E un lungo paletto mi sono tirata in alto.
Ohi, Dunaj, ecc.
Ho buttato grappoli maturi,
Sono finita nel mosto del vino,
L'ho fatta pagare cara a quel villano,
Gli ho fatto sbattere la testa contro uno steccato,
Ho buttato nel fango la sua barba lunga.
Ohi, Dunaj, ecc.
NEŽATA
Dove il vino inebriante scorre a fiumi,
Gloria e onore sono resi
All'amabile padrone e alla sua sposa.
VOCI TRA LA FOLLA
Guardate qua, gente libera,
Guardate questo caffetano di panno scarlatto,
È tutto ricamato
A fili d'oro e d'argento,
Oro puro, che non inverdisce,
Argento puro, che non arrugginisce.
DUDÀ
(alla gente e alle ragazze)
Non buttatevi, ragazze, sugli anelli d'oro,
Presto questi anelli si spaccheranno.
VOCI TRA LA FOLLA
Il giullare Dudà vuole farci paura!

(Risate)
LA FOLLA
Guardate qua, gente libera,
La merce d'oltremare
Guardate!.
I MAGGIORENTI
Peccato che manchi il nostro buon musico Sadkò!
Comprerebbe tutte queste mercanzie,
Le prenderebbe tutte, sia buone, sia cattive.
Peccato che non abbia grande ricchezza,
Peccato che non abbia il becco di un quattrino,
Niente per pagarvi la merce!
DUDÀ
Anche noi abbiamo preparato merci per Sadkò:
Vasi sbrecciati e ciabatte sfondate;
Potranno servire ai suoi bambini per giocare.

(Risate tra la folla)

(Sulla banchina vengono sbarcate nuove merci)
DONNE
Guardate, gente libera,
I mercanti di paesi lontani sono arrivati
UOMINI
Bravo Dudà!
Ah ah ah!
Bravo, bravissimo!
Ben detto!
LA FOLLA
E hanno portato roba favolosa!
Sono proprio strani questi forestieri,
Impossibile capire quello che dicono.
I PELLEGRINI
(continuando il loro canto)
Il piccolo Indrik è padre di tutti gli animali,
L'uccello Astrafele è padre di tutti gli uccelli,
Nei mari la Balena è madre di tutti i pesci,
La pietra Alatyr è madre di tutte le pietre,
Il lago Ilmen è padre di tutti i laghi,
Il Mare Oceano è padre di tutti i mari.
Noi cantiamo la gloria di nostro Signore
E quella di tutti i superbi eroi.
Gloria a loro...
GLI INDOVINI
(ai maggiorenti)
Se avete dei perfidi nemici,
Vi faremo teste di ferro,
Occhi di zaffiro, lingua d'argento,
Cuori duri come acciaio,
Piedi veloci come le zampe del lupo.
E al vostro rivale e nemico
Un cervello di gallina, un cuore di lepre,
Un passo di tartaruga e una favella di pecora.
NEŽATA
Gloria a Novgorod! Gloria!
A tutte le sue borgate e ai suoi dintorni gloria!
LA FOLLA
Si è vantato il nostro giovane musico
Di acquistare tutte le merci sbarcate qua.
Ma neppure a calcolarle si riesce.
SOPEL'
Nei giorni di festa l'ebbrezza va a spasso,
Ohi Dunaj, tu mio Dunaj!
E mena vanto dei suoi meriti:
Ohi Dunaj, tu mio Dunaj!
Nulla al mondo di me è più giocondo,
Nulla al mondo di me è più potente.
DUDÀ
Tralalera tralalà! Ehi, giullari, venite qua!
Tralalera tralalà! Allegria e felicità!
GIULLARI E POPOLANE
O Dunaj, o mio Dunaj!
Gloria a Novgorod! Gloria!

(Risate generali)

(Entra Sadkò)
NEŽATA
Ma ecco Sadkò, ecco il giovane cantore
I MAGGIORENTI
Ecco Sadkò, ecco l'onorevole mercante. Ah, ah, ah!
SADKÒ
Riverisco onorevoli mercanti.
Ascoltatemi, negozianti di Novgorod!
Conosco un gran prodigio,
Conosco un gran portento:
Ci sono nel lago Ilmen
Pesci dalle pinne d'oro.
I MAGGIORENTI
No, non conosci nessun prodigio,
Non conosci nessun portento!
PRIMO MAGGIORENTE
Nel profondo del lago Ilmen
Non ci sono pesci simili!
SADKÒ
Ascoltate, negozianti di Novgorod!
Facciamo una grande scommessa;
Io gioco la mia testa indomita
E voi le vostre botteghe piene di tessuti.
I MERCANTI E LA FOLLA
Con una stretta di mano si confermi la scommessa
E che l'accordo sia messo per iscritto.

(I Maggiorenti e Sadkò si stringono la mano. Alcuni cittadini di Novgorod preparano una barca)

Prendete posto nella barca, illustri cittadini,
E anche tu, Sadkò, fa' lo stesso.
Remate, marinai,
Raggiungete il lago Ilmen
E gettate una serica rete.

(I Maggiorenti, Sadkò e alcuni cittadini di Novgorod salgono sulla barca che si allontana dalla riva. La folla la segue con lo sguardo.)

Stolta è la tua margiassata, Sadkò!
Ti giocherai la testa indomita, amico!
Dalle tue spalle forti essa rotolerà per terra.

(Dalla barca calano la rete. Dal fondo del lago si sente la voce della Principessa del Mare)
VOCE DELLA PRINCIPESSA DEL MARE
Sadkò!
Tu pesci d'oro pescherai,
Ricco e felice diventerai.
Per mari azzurri navigherai.
Terre lontane tu vedrai.
E io sarò sempre tua.

(La rete viene tirata su. Sadkò ne toglie tre pesci dalla pinne d'oro)
I MAGGIORENTI
(sulla barca)
Gran prodigio, gran portento!
SADKÒ
(sulla barca)
Prodigio!
LA FOLLA
(sulla riva)
Gran prodigio, gran portento!
I pesci d'oro li hanno pescati.
Novgorod esiste fin dalla notte dei tempi,
Ma prodigi simili non si erano mai visti.

(La barca approda; tutti ne escono. Sadkò tiene in mano tre pesci d'oro. La rete è tirata sulla riva. La folla si inchina a Sadkò)
TUTTI
Gran prodigio, gran portento!
Gloria a te, giovane musico!
Gloria a te, caro figlio di mercante!

(Ai Maggiorenti)

Signori, avete perso la scommessa,
Date le botteghe con le merci.
Adesso, mercanti illustri, siete diventati
Gli ultimi dei miserabili.
SECONDO MAGGIORENTE
Che gran sciagura ci è toccata:
Sadkò è diventato l'uomo più ricco di Novgorod.
PRIMO MAGGIORENTE
E noi siamo diventati gli ultimi dei pezzenti.
SADKÒ
Gente libera, gente di Novgorod!
Guardate bene la rete serica,
Guardate se non vi è rimasto
Qualche piccolo pesce,
Qualche minutaglia.
VOCE DELLA PRINCIPESSA DEL MARE
(risuona di nuovo)
Sarò tua! Tua! Tua!

(Tutti vanno a guardare la rete. Tutti i pesci che vi si trovano si trasformano in lingotti d'oro che splendono al sole. La folla è stupefatta.)
LA FOLLA
Oro!... Oro!...
Nella rete serica
L'oro brilla come il sole.
Gran prodigio, gran portento!
Novgorod esiste fin dalla notte dei tempi,
Ma simili prodigi non si erano mai visti.
L'oro brilla come il sole.

(Agitazione generale: tutti circondano Sadkò e gli fanno inchini)

Gloria, gloria a te, giovane musico,
Gloria a te, illustre figlio di mercante!
Ora Sadkò è il primo mercante di Novgorod,
Nessuno può superarlo in ricchezza.

(Ai mercanti)

E voi siete diventati gli ultimi dei pezzenti.
SADKÒ
E voi, venite qui, confratelli,
Venite qui, miei compagni!

(Dalla folla escono i compagni di Sadkò vestiti poveramente)

Prendete il mio oro purissimo,
Fate il giro di tutte le botteghe,
Comprate tutte le merci di Novgorod,
Tutte le merci, sia buone che cattive,
Di magnifici panni vestitevi,
Voi sarete la mia schiera valorosa.
SADKÒ
(ai suoi compagni)
Miei cari aiutanti,
Mia schiera fedele!
Allestite ed equipaggiate
Le vermiglie navi,
Caricatele di merci
E di oro.
Quando si farà sera,
Quando calerà il sole
Sulle navi alzeremo le vele
E salperemo verso il mare azzurro,
Verso terre lontane.

(La schiera, raccolti i lingotti d'oro, si allontana con Sadkò)
LA SCHIERA
Sulle navi alzeremo le vele
E salperemo verso il mare azzurro,
Verso terre lontane.
LA FOLLA
(ammassata)
Le sue ricchezze sono incalcolabili,
Tanto oro così non s'è mai visto.
Da dove viene tutto quel tesoro?
Di prodigi così non si è mai sentito.
Si vede che lo ama il terribile Re del Mare
Per la sua musica e le sue canzoni allegre.

(Nežata percuote le corde. La folla lo circonda.)

FAVOLA E MORALE
NEŽATA
Sull'erta riva del lago Ilmen
C'è una casa, una casa grande,
Alta come un albero.
Dentro sopra una panca giace il Re del Mare.
Da Novgorod a volo arriva l'Usignolo
E si mette a cantare a modo suo,
Il Re del Mare lo sente, se ne diletta,
E gli dona dei pesci d'oro.
Quando l'Usignolo arriva nella gloriosa Novgorod
Pensa di fare una scommessa grande.
Escono allora i mercanti di Novgorod
E giocano le loro botteghe con tutti i loro panni.

(Nežata continua)

Gettano la rete serica nell'acqua
E ne traggono oro lucente.
I mercanti finiscono in miseria.
L'Usignolo diventa ricco mercante.
DUDÀ
(Duda fa eco, mentre uno dei giullari lo accompagna con lo zufolo)
Ohi, mercanti di Novgorod,
Perché avete accettato la scommessa?
Ora siete gli ultimi pezzenti.
SOPEL'
(danza, mentre Duda canta)
L'Usignolo si è messo a commerciare;
Nei palazzi di pietra bianca
Non passa un giorno
Che non ci sia un festino.
E anche per noi giullari,
C'è da bere e da mangiare.
Ma l'accesso è interdetto
A quei miseri pezzenti.
L'ospite invitato
È ben accomodato,
L'ospite indesiderato
È maltrattato.
DUDÀ
(rivolgendosi ai Maggiorenti)
Dico bene, signori illustrissimi?
SECONDO MAGGIORENTE
(minacciando Duda)
Vattene finché sei in tempo!
PRIMO MAGGIORENTE
Vattene!

(La folla ride e si intromette fra Duda e i Maggiorenti. Sadkò e la sua schiera entrano con indosso vestiti ricchi e colorati)
LA SCHIERA DI SADKÒ
Quando si farà sera,
Quando calerà il sole,
Sulle nostre navi
Alzeremo le vele e salperemo
Verso il mare azzurro,
Verso terre lontane.

(La schiera va ad allestire le navi e caricare le merci e Sadkò si avvicina ai Maggiorenti)
SADKÒ
Non è bello che voi, onorevoli mercanti,
Siate diventati gli ultimi dei miserabili.
Che le vostre botteghe con tutti i panni
Rimangano pure vostre come prima.
Dimentichiamoci il passato e non se ne parli più.

(La folla in segno di approvazione agita i berretti)
LA FOLLA
Gloria a te, giovane musico!
Gloria a te, caro figlio di mercante!
Non cova rancore Sadkò contro chi l'ha offeso,
Poteva punirli, ma li ha perdonati.
SADKÒ
(rivolgendosi ai mercanti d'oltremare)
O mercanti forestieri,
O voi, gente di passaggio!
Intonate le vostre belle canzoni,
Raccontate dei vostri paesi lontani,
Affinché noi sappiamo dove dirigere il cammino
E dove troveremo maggiori meraviglie.
Tu, vichingo, e tu, mercante dell'India,
E tu, mercante della grande città di Venezia.

(I tre mercanti d'oltremare, il Vichingo, l'Indiano e il Veneziano si fanno avanti e cantano uno dopo l'altro le loro canzoni. Durante il loro canto a poco a poco si fa buio)

[Canto del Mercante Vichingo]
IL MERCANTE VICHINGO
Contro la roccia aspra s'infrange con fragore il flutto
E in un vortice di bianca schiuma ricorre indietro;
Ma vigorosamente le cineree rupi
Resistono all'impeto dell'onda,
Alte sul mare.
Da quelle pietrose rocce provengono le nostre ossa di vichinghi,
In noi il purpureo sangue è venuto da quell'onda marina,
E i nostri pensieri segreti provengono dalle brume.
Nei mari siamo nati,
Nel mare moriremo.
Spade e frecce taglienti hanno i vichinghi,
Che portano morte sicura al nemico.
Audaci sono gli uomini dei paesi boreali,
Grande è il loro dio Odino,
E cupo è il mare.
LA FOLLA
Ohi, non è un piacere andare dai Vichinghi,
Là vivono soltanto dei briganti.
Per Sadkò sarà morte sicura,
E la sua fedele schiera perirà!

[Canto del Mercante indiano]
IL MERCANTE INDIANO
Nelle grotte profonde non si contano i diamanti,
Non si contano nel mare del meriggio le perle,
Meraviglie della lontana India.
Nel caldo mare
C'è uno zaffiro meraviglioso,
Sulla zaffiro una Fenice,
L'uccello dal volto di fanciulla,
Canta con voce dolce
Canzoni celestiali,
Apre le sue ali
E così ricopre il mare.
Chi sente quell'uccello,
Dimentica ogni cosa.
Nelle grotte non si contano i diamanti
Non si contano nel mare del meriggio le perle,
Meraviglie della lontana India
LA FOLLA
Meravigliosa è la terra dell'India!
Ma non andare, mercante, in quel paese.
Guardati dall'uccello Fenice,
Non perdere invano la tua testa.

[Canto del Mercante Veneziano]
IL MERCANTE VENEZIANO
Città di pietra, madre di tutte le città,
La gloriosa Venezia si leva in mezzo al mare.
Una volta all'anno dal mare azzurro
Sorge una chiesa meravigliosa.
Ad ammirarla allora vengono
Cavalieri valorosi d'oltremare.
Nella sua reggia d'oro il principe potente
Da sponsali è legato all'azzurro mare.
Città magnifica, città felice,
Regina del mare, Venezia gloriosa!
Alita leggero un fresco vento,
Il mare è azzurro, azzurro è il cielo
Sul mare azzurro regni tranquilla
Città magnifica, Venezia gloriosa!
La luna splende nel cielo notturno,
Il mare azzurro sciaborda dolcemente.
Di fanciulle brune risuonano i canti,
S'odono le corde sonore del liuto.
Città magnifica, città felice,
Regina del mare, Venezia gloriosa!
Alita leggero un fresco vento,
Il mare è azzurro, azzurro è il cielo
Sul mare azzurro regni tranquilla
Città magnifica, Venezia gloriosa!
NEŽATA
È a Venezia gloriosa che devi andare,
Impara le canzoni che lì si cantano.
NEŽATA E FOLLA
Avviati, Sadkò, verso la gloriosa Venezia!
Gloria alla città di Venezia, gloria!
Fa ritorno da noi al più presto,
E componi per noi canzoni più allegre.
DUDÀ E SOPEL'
Gloria alla città di Venezia, gloria!
LA FOLLA
Visita la gloriosa Venezia,
Incontra il suo potente principe.
Va', Sadkò, nella gloriosa Venezia!
Alla sua chiesa di pietra inchinati.
Sfoggia là i tuoi bei tessuti.
Va', Sadkò, nella gloriosa Venezia!
SADKÒ
Il giorno finisce, si fa sera,
Il sole tramonta.
Grazie, grazie, onorevoli mercanti,
Grazie per le canzoni e i racconti!
Anch'io navigherò nei vostri mari azzurri,
Anch'io visiterò le vostre terre lontane.
Le mie navi ormai sono pronte
E i miei compagni mi aspettano.
Sentite voi, signori maggiorenti,
Sentite voi, anziano e voivoda!
Io non vi ho tolto tutti i beni e le ricchezze,
Rendetemi dunque in compenso un servigio,
Prendetevi cura della mia giovane sposa,
Della mia giovane sposa, vedova sconsolata.

(Entra di corsa Ljubava Buslaevna e si getta verso Sadkò)
LJUBAVA BUSLAEVNA
Si è nascosta la chiara luna dietro le nuvole fuggenti,
Abbandona me, misera, il mio amato,
Mi lascia per sempre!
Dove vuoi andare?
Dove vuoi navigare?
In quale paese?
In quale contrada?
La terra forestiera
È seminata di sventure
E bagnata di lacrime
SADKÒ
Addio, addio, mia giovane sposa!
Non puoi, mio cigno, fermare il fiero falco,
Non puoi tarpargli le possenti bianche ali.

(Alla folla)

Addio, addio, gente di Novgorod!
LA FOLLA
Addio, addio, prode Sadkò!
SADKÒ
Se Dio vorrà, ci rivedremo.
Bevete, cantate, fate festa per tre giorni e tre notti,
Grandioso sarà il commiato di Sadkò.

(Sale sulla nave. Ljubava Buslaevna si copre il viso con le mani e piange)
SADKÒ
(sulla nave)
Alta è la volta celeste,
Profondo profondo è il Mare Oceano,
Sconfinata la vastità della terra,
Fondi sono i gorghi del Dnjepr!

(Si siede su uno scranno d'avorio)
SADKÒ E LA SUA SCHIERA
All'orizzonte del mare azzurro
Appaiono trenta navigli e un naviglio
Del giovane Usignolo, figlio di Budimir;
SCHIERA
I navigli sono splendidamente ornati,
E la nave Falcone è la più bella di tutte.
Su quella nave sopra uno scranno
Siede il giovane Usignolo, figlio di Budimir.
SADKÒ
I navigli sono splendidamente ornati
E la nave del Falcone è la più bella di tutte
NEŽATA, I MAGGIORENTI, DUDÀ, SOPEL' E LA FOLLA
(Sulla riva. Con aria solenne)
Sullo scranno è assiso un bel giovane,
Ma non è l'Usignolo, figlio di Budimir,
È un illustre e ricco mercante,
Il giovane Sadkò, l'usignolo.

(La nave si allontana seguita dalle altre. Le vele sono illuminate dalla luce purpurea del tramonto)
SADKÒ E LA SUA SCHIERA
(Sulla nave)
Alta è la volta celeste,
Profondo profondo è il Mare Oceano,
Sconfinata la vastità della terra,
Fondi sono i gorghi del Dnjepr!
LA FOLLA
Alta è la volta celeste,
Profondo profondo è il Mare Oceano,
LJUBAVA BUSLAEVNA
Apriti, apriti madre terra,
Accogli me, vedova sconsolata!
LA FOLLA
(sulla riva)
Alta è la volta celeste,
Profondo profondo è il Mare Oceano,
Sconfinata la vastità della terra,
Fondi sono i gorghi del Dnjepr,
Ancora più profondo è l'azzurro mare!

QUADRO QUINTO

La placida distesa del Mare Oceano. Il "Falcone", la nave di Sadkò, si ferma in mezzo al mare con le vele afflosciate e rimane immobile. Gli altri navigli passano in lontananza e scompaiono. Il sole tramonta. Si fa sera. Sadkò è seduto su uno scranno d'avorio ricoperto di velluto. I compagni di Sadkò gettano in mare botti piene di oro, d'argento e di perle tonde.
LA SCHIERA
Sul mare azzurro
Corrono trenta navigli e ancora uno,
Quelli di Sadkò, mercante illustre.
Tutti i navigli volano come falchi,
Ma il "Falcone" di Sadkò resta immobile.

(buttano giù una botte)
SADKÒ
Ascoltate, marinai al mio servizio!
Ascoltate, uomini ai miei comandi!
Io, Sad Sadkò, comprendo e so:
Da dodici anni solco i mari,
Ma al grande Re del Mare
Non ho mai pagato imposta o tributo,
Di un'offerta mai l'ho onorato.
Oggi gettiamo botti d'argento puro,
Botti d'oro zecchino e botti di perle tonde.
Eppure tutti i navigli filano come falchi,
Mentre il "Falcone" è l'unico che è immobile.
LA SCHIERA
Eppure tutti i navigli filano come falchi,
Mentre il "Falcone" è l'unico che è immobile.

(Gettano una botte)
SADKÒ
Ma io, Sad Sadkò, comprendo e so:
È un altro tributo che il re esige.
O voi, miei valorosi marinai!
O voi, miei cari aiutanti!
Radunatevi tutti quanti insieme,
Ritagliate delle tavolette di salice
Su di esse incidete i vostri nomi,
E gettatele nel mare azzurro.

(La schiera si raccoglie a prua, tutti ritagliano tavolette e vi incidono i propri nomi)
SADKÒ
(solo a poppa, tra sé)
Io, Sad Sadkò, comprendo e so:
Che non è il Re del Mare a volere la mia venuta:
È la principessa Volchovà che mi aspetta.
LA SCHIERA
(si avvicina a Sadkò)
Ecco Sad Sadkò, baldo giovane,
Sono pronte le tavolette di salice;
Su di esse i nostri nomi sono incisi;
Tu invece per conoscere la sorte getterai un petalo di luppolo.

(Tutti quelli della schiera gettano le tavolette nell'acqua dall'altro lato della nave e le osservano)
LA SCHIERA
O prodigio, o portento!
Tutte le tavolette galleggiano sul mare
Come chiare anatre in una baia;
Mentre va a picco il petalo di luppolo
Di Sadkò, mercante illustre.
SADKÒ
Ascoltate, fedeli compagni,
Che siete ai miei ordini!
È venuta a prendere me baldo giovane,
La morte perfida,
Le mie gusli armoniose
Portate qui
E calate
Una scaletta d'argento.
Poi un'asse di quercia
Gettate nell'acqua
E fate ritorno da soli
A Novgorod.
Addio, compagni
Al mio servizio!
Dite, miei cari,
Alla mia giovane sposa:
Se Dio vorrà, ritornerò da lei;
Ci incontreremo, ci rivedremo
E ci abbracceremo.
Ma se per me, baldo giovane
È suonata l'ora della morte:
Ricordi il colpevole
Senza rancore.

(I compagni di Sadkò calano una scaletta d'argento e gettano nell'acqua un'asse di quercia. Sadkò prende le gusli, scende per la scaletta e si mette sull'asse)
LA SCHIERA
Addio, addio, baldo giovane!

(Le vele della nave cominciano a gonfiarsi)

O prodigio, o portento!
Le bianche vele si gonfiano.

(La nave si mette in movimento e scompare. Sadkò rimane solo in mezzo al mare)
SADKÒ
Tutte le navi come falchi volano,
E la nave "Falcone" come un girifalco bianco

(Da lontano arrivano le voci dei compagni di Sadkò)
LE VOCI DEI COMPAGNI DI SADKÒ
Sul mare azzurro
Corre veloce la nave "Falcone";
Resta vuoto lo scranno,
Più non vi siede l'usignolo Sadkò.

(Si fa buio; nel cielo appare la luna piena)
SADKÒ
Il cuore veggente mi dice
Che oggi vedrò la Principessa.

(Sadkò percuote due volte le corde e da lontano arrivano, come un'eco, voci di fanciulle)
SADKÒ
Qualcuno canta?
O forse è il grido del gabbiano?
LA VOCE DELLA PRINCIPESSA DEL MARE
(arriva dalla profondità)
Tu sei stato fedele per dodici anni,
Io sono tua, tua per l'eternità!
Sadkò! Sadkò!
SADKÒ
Sono qui!
SADKO.

(Le acque si agitano. Sadkò insieme all'asse di quercia si inabissa nel mare)

(Sipario di nuvole. La musica continua a suonare senza interrompersi)

QUADRO SESTO

Nella fitta oscurità si comincia a intravedere il subacqueo palazzo turchino del grande Re del Mare. In mezzo ad esso si erge un cespo di salice. Il terribile Re del Mare e la saggia Regina della Acque siedono sui loro troni. La bella Principessa Volchovà sta filando. Le belle fanciulle del reame, sue amiche, intessono ghirlande di alghe e di fiori.
LA PRINCIPESSA DEL MARE E LE FANCIULLE
Profondità insondabile
È il Mare Oceano
Regno subacqueo,
Palazzo turchino,
Nulla ti supera
In grandezza e beltà!
Chi vi entra,
Mai più ne uscirà.

(Sadkò discende nel palazzo su una conchiglia trainata da delfini e si mette al cospetto del Re; ha in mano le gusli)
IL RE DEL MARE
Salve, ricco mercante!
Per anni e anni hai girato il mare
Senza versarmi un solo tributo.
Dodici anni, Sadkò, ti ho aspettato,
Ora ti presenti di tua volontà.
LA PRINCIPESSA DEL MARE
Non adirarti, padre severo,
Ordinagli piuttosto di suonare e cantare.
IL RE DEL MARE
Fa' risuonare le gusli,
Diverti la mia amata figlia, Sadkò.
SADKÒ
(Suona le gusli e intona un canto di lode)
È vasto e terribile il mare azzurro,
Buio e insondabile è il fondo del mare.
Abisso marino, chi potrà misurarti?
Palazzo diafano, palazzo marino,
Chi ti ha costruito, chi è il tuo padrone?
Grande regno marino!
Glorioso e terribile è il Re del Mare!
Con la Regina delle Acque
E la giovane Principessa Volchovà!
In cielo il sole, nel palazzo il sole,
In cielo la luna, nel palazzo la luna;
In cielo le stelle, nel palazzo le stelle;
In cielo l'aurora, nel palazzo l'aurora;
In cielo le tempeste, nel palazzo le tempeste.
Nulla è più bello del regno subacqueo!
Glorioso e terribile è il Re del Mare
Con la Regina delle Acque
E la giovane Principessa Volchovà!
Il sole radioso è l'immagine del sovrano;
La luna chiara è la chioma della Regina;
Le stelle fitte sono gli occhi della Principessa;
Le aurore purpuree sono la mitezza del Re;
Le nubi scure sono ira e sfavore.
Nulla è più bello del regno subacqueo!

(Durante il canto di Sadkò)
LA PRINCIPESSA DEL MARE
Con quanta dolcezza canta
Il baldo giovane.
Ecco il mio promesso,
Ecco il mio sposo!
Me ne sono innamorata
Per i suoi canti melodiosi.
IL RE DEL MARE
Suona e canta proprio a meraviglia!
Il suo luminoso pensiero si libra
Sul mare azzurro come un candido gabbiano,
Il musico l'onda argentea attraversa
Come agile pesce dalle pinne dorate.
SADKÒ
Glorioso e terribile è il Re del Mare
Con la Regina delle Acque
E la giovane Principessa Volchovà!
LE FANCIULLE
(accompagnando il canto)
Al mare azzurro
Al Mare Oceano
Gloria! Gloria!
SADKÒ
Gloria, gloria!
Al mare azzurro, gloria!
IL RE DEL MARE
Sei bravo, Sadkò, a cantare e a suonare!
Tu mi piaci proprio, caro giovane!
Ti uniremo in matrimonio
Con la Principessa, mia figlia.
Ti faccio grazia e ti concedo un dono:
Resta a vivere qui nel palazzo.
Ecco la tua sposa, Sadkò!

(Indica la Principessa del Mare)
LA PRINCIPESSA DEL MARE
Che sposi questo giovane è destino.
Salve, mio promesso!
Salve, sposo mio!
I tuoi canti meravigliosi
Mi hanno rapito il cuore.
Mio beneamato!
SADKÒ
Mia diletta!
Anima mia!
Figlia del Re
Saggia fanciulla!
IL RE DEL MARE
Adesso con un festino celebriamo le nozze

(Sadkò e la Principessa del Mare si mettono in disparte)
IL RE DEL MARE
Ehi voi, siluri baffuti, araldi tonanti,
Suonate le trombe, convocate tutto il regno subacqueo!
Si farà un bel festino per un gioioso matrimonio:
Il Re dà la figlia minore in sposa a un bel giovane.
Vengano qui le figlie maggiori,
Rapidi fiumi dalle chiare acque!
Che ruscelli, miei nipoti
Si uniscano al nostro festino!
Tutti sono invitati!
Meraviglie del mare,
Pesci dalle pinne d'oro, siate benvenuti!
Il feroce luccio farà da testimone,
Voi, bottatrici, sarete donzelle,
Faranno da valletti i persici e le lasche!
Lo storione sia il maggiordomo
E la balena stia di guardia.
Tutti siete invitati dal Re e dalla Regina!
Il terribile Re del Mare in persona,
Il Mare Oceano in persona
Vi invita tutti!

(Durante il discorso del Re si sentono le trombe degli araldi del regno subacqueo. Solenne corteo delle figlie del Re del Mare, fiumi dalla chiare acque, dei nipoti ruscelli, delle ondine, veggenti fanciulle, dei pesci dalla squame d'argento e dalle pinne d'oro e della altre meraviglie del mare. La balena sta all'ingresso del palazzo. Tutti prendono posto a seconda del loro lignaggio, rango e titolo. Durante il corteo suonano le trombe degli araldi.)
LA PRINCIPESSA DEL MARE
È venuta l'ora tanto attesa.
Presto sarò tua.
SADKÒ
È venuta l'ora tanto attesa.
Presto sarai mia.
IL RE DEL MARE
È venuta l'ora tanto attesa.
Dai mari lontani
È venuto a partecipare
Al festino d'onore,
Al gioioso matrimonio
Tutto il glorioso regno subacqueo.
IL REGNO SUBACQUEO
Attorno al cespo di salice
Uniremo in matrimonio
La principessa
Col suo tenero amico.

(Sadkò e la Principessa tenendosi per mano si mettono accanto al cespo di salice. Il Re e la Regina li guidano tre volte attorno ad esso, mentre risuona il dolce canto nuziale. Le sorelle della Principessa seguono gli sposi)
IL REGNO SUBACQUEO
(canto nuziale)
Veniva un pesce da Novgorod,
Trascinava la sua cosa dal lago Bianco.
Lioli, lioli, Lado!
Il pesce aveva la testa d'argento
Cinta di perle tonde.
Lioli, lioli, Lado!
Sul mare volò un giovane pescatore
E portò il pesce su una bianca roccia.
Lioli, lioli, Lado!
Ma non era un pesce portato da un giovane pescatore,
Era una Principessa conquistata da un musico di Novgorod
Lioli, lioli, Lado!
Egli ha preso per mano la sua fidanzata
E ha fatto tre giri attorno al cespo del salice,
Lioli, lioli, Lado!
Vivranno d'amore e d'accordo
Il baldo giovane e la giovane Principessa.
Lioli, lioli, Lado!

(Il corteo nuziale si ferma. Il re, la Regina, la Principessa e Sadkò siedono, Incomincia la danza)

[A - Danza dei chiari fiumi e dei piccoli ruscelli]

(La danza è morbida e fluente, a larghi giri)

[B - Danza dei pesci dalle pinne d'oro e dalle squame d'argento]

(I pesci guizzano tra i fiumi e i ruscelli. La danza è lieve e giocosa)
IL RE DEL MARE
(a Sadkò)
Suona le gusli melodiose,
Diletta me e la Regina!
Balli pure e si scateni
Il glorioso regno subacqueo

[C - Danza generale]

(Sadkò ripassa le corde delle gusli e attacca un'aria di danza prima in modo piuttosto lento e assorto, poi accelera, cantando di quando in quando. Tutto il regno subacqueo comincia a danzare in modo sempre più animato. Le ondine e le meraviglie del mare accompagnano col canto. La Principessa è seduta accanto a Sadkò. Il Re e la Regina sono sui loro troni)

[I ritornelli di Sadkò e delle Ondine]
SADKÒ
Glorioso e terribile è il Re del Mare,
Con la Regina delle Acque
E alla Principessa novella sposa
IL REGNO SUBACQUEO
Gloria al terribile Re
E alla Regina delle Acque
E alla Principessa novella sposa!
LA PRINCIPESSA DEL MARE
Mio beneamato, mio promesso!
Mio beneamato, sposo mio!
Mio leggiadro! Mio adorato!
SADKÒ
Fitte stelle sono gli occhi della Principessa,
O mio splendore, di te chi è più bella?
Batte il mio cuore, il mio sangue ribolle.
IL REGNO SUBACQUEO
Gloria! Gloria!
IL RE DEL MARE
Mi sento tutto infocare,
Con la Regina voglio ballare.

(Si alza e comincia a fare qualche passo di danza)

O saggia Regina,
Mia giovane mogliettina,
Facciamo un giro di danza!

(La Regina delle Acque avanza con movenze flessuose)

(La Danza del Re e della regina diventa sempre più animata)
SADKÒ
Gloria al terribile Re
E alla Regina delle Acque!
Gloria!
IL REGNO SUBACQUEO
Gloria a Mare Oceano
Con i mari lontani!
Ai laghi grandi e piccoli.
Ai fiumi rapidi e ai ruscelli!
Gloria!
IL RE DEL MARE
(interrompendo la danza)
Mare azzurro, agitati!
Ruscelli, dai monti scendete verso i fiumi!
Fiumi rapidi, straripate!
Affondate i navigli!
Affogate il mondo cristiano!

(Danza con la Regina)
IL REGNO SUBACQUEO
Il nostro festino è burrasca di mare.
Del regno marino nulla è più bello! Gloria!

(La danza diventa indiavolata, Attraverso le pareti trasparenti del palazzo subacqueo si vedono navi che affondano)

(La visione: appare un vegliardo possente, vestito da pellegrino, illuminato da una luce dorata. Con un colpo della pesante clava di bronzo, fa cadere le gusli dalle mani di Sadkò. La danza si interrompe di colpo. Tutto il regno subacqueo resta completamente immobile.)
LA VISIONE
Male ha scelto il momento per danzare il terribile Re del Mare!
Il mare azzurro si è scatenato e affonda molte navi;
Lascia andare sulla terra la tua figlia prediletta a Novgorod.
Lì diventerà per sempre un fiume,
E tu sparirai nel fondo delle acque.
Il tuo potere sul mare è finito!
E per te, cantore, non è un gran merito
Divertire con le gusli il regno subacqueo,
Ora devi dedicare i tuoi canti a Novgorod.

(Scompare)

(Sadkò e la Principessa salgono su una conchiglia. La conchiglia, sostenuta da delfini, si solleva)
LA VOCE DELLA PRINCIPESSA DEL MARE
Addio, mio caro padre e re!
Mia cara madre e regina, addio!
Addio, azzurre onde!

(La conchiglia scompare)
LA VOCE DI SADKÒ
Incantevole fanciulla,
Tu sei mia!
LA VOCE DELLA PRINCIPESSA DEL MARE
Sono tua, tua!

(Il buio si infittisce sempre di più)

(Il regno marino col palazzo si inabissa e scompare a poco a poco)
IL REGNO SUBACQUEO
(dal profondo)
Musica audace,
Di noi racconta la storia fantastica,
Componi una canzone melodiosa!
Per il glorioso regno
È ormai l'ora di raggiungere
Le grandi profondità
E la fitta tenebra.

(Oscurità profonda)

QUADRO SETTIMO

Introduzione orchestrale. Il velocissimo equipaggio dei novelli sposi, Sadkò e la Principessa del Mare, trainato da delfini e cigni verso Novgorod. A sipario ancora calato si sentono le loro voci.
VOCE DI SADKÒ
Come sei bella, tesoro!
Come sei bella!
Fanciulla meravigliosa!
La tua incantevole beltà
Mi ha rapito il cuore,
O mia amata!
VOCE DELLA PRINCIPESSA DEL MARE
Amore mio!
Mio promesso, mio sposo!
Le tue splendide canzoni
Mi hanno rapito il cuore,
Mio adorato!

(Il sipario si leva: un verde prato in riva al lago Ilmen. I primi chiarori dell'alba. Sadkò è addormentato su una riva scoscesa. China su di lui sta la Principessa del Mare. Intorno a Sadkò cresce e ondeggia un canneto)
PRINCIPESSA DEL MARE
(cantandogli una ninna nanna)
Il Sogno passeggia sulla riva,
Il Dormiveglia sul prato.
Il Sonno cerca il Dormiveglia
E gli domanda:
Dove dorme Sadkò,
Il giovane bello e prode?
Ninnaò!
Ninnaò!
Dorme sul prato il mio Sadkò,
Dorme sulla verde riva,
Sotto una coperta ricamata,
Sotto un alto canneto,
Lo ha fatto addormentare
La mia tenera carezza.
Ninnaò!
Ninnaò!
Cresci, cresci mio canneto,
Mia coperta ricamata!
Erba verde, erba serica,
Tu non devi ondeggiare!
Il suo canto ha rapito
Il mio profetico cuore.

(L'aurora si fa più accesa. La Principessa si alza)

L'aurora in cielo è sorta...
Sii glorioso e felice, Sadkò!
Ed io, la Principessa Volchovà,
Tua veggente amica,
In lieve bruma mi scioglierò
E in un rapido fiume
Mi trasformerò,
Sui verdi prati scorrerò,
Sulle gialle sabbie passerò,
Tra erte sponde mi adagerò
Accanto al mio tenero amico.
Al mio tenero amico
Fedele io sarò per l'eternità.
Mi hanno rapito il cuore
Le splendide canzoni...
Ninnaò!
Ninnaò!

(Si scioglie in purpurea nebbia mattinale sul prato. Si sente la voce di Ljubava Buslaevna)
VOCE DI LJUBAVA BUSLAEVNA
L'angoscia mi strazia l'anima!
Sento un peso insopportabile!
O Signore, che nessuno mi conosca
Quest'amara solitudine
In cui langue una vedova sventurata.

(Entra)
SADKÒ
(si sveglia)
Dove sei Sadkò, baldo giovane,
Dove mai sei stato addormentato?
Ti capitano prodigi che sono realtà
O sono sogni profetici che ti appaiono?
LJUBAVA BUSLAEVNA
I venti impetuosi mi hanno tormentata,
Le forti piogge mi hanno bagnata,
Tutti i battezzati mi hanno dileggiata,
Tutti i vicini, gente dabbene.
SADKÒ
(porgendo l'orecchio)
Chi piange, chi versa fiumi di lacrime?
Una ragazza, una donna maritata
Oppure una povera vedova solitaria?

(Si dirige verso di lei)
LJUBAVA BUSLAEVNA
O voi, piccoli uccelli canori!
Ritrovate il mio fratello di cuore,
Il mio Sadkò, dolce usignolo!
SADKÒ
Perché piangi, ti duoli, ti struggi?
Non sei una vedova, tu, sola e abbandonata,
Tu sei la mia sposa adorata!
LJUBAVA BUSLAEVNA
(si precipita verso di lui)
Salve a te, mio sposo tanto atteso!
SADKÒ
Basta girare per il mondo
E straziare il tuo cuore.
Perdona la mia colpa, moglie amata!
Con te è di nuovo il tuo sostegno.
Ho a casa con chi passare la mia vita,
Con chi parlare nelle lunghe sere.
Che gioia, che felicità,
Che festa, che allegria!
I tuoi giorni amari si dileguano,
Il tuo tempo cattivo è terminato.
Le nubi minacciose sono disperse
E il bel sole brilla di nuovo.
È tornato da te lo sposo,
È tornato il tuo sostegno caro.
LJUBAVA BUSLAEVNA
Per la mia sorte felice
Tu sei tornato da me, mio adorato sposo.
Sono passati i giorni amari e tristi;
È passato il mal tempo e la bufera.
È tornato da me, il mio sostegno caro
È tornato da me il mio amato sposo!
Perdona a tua moglie i suoi rimproveri:
Da me tu sei tornato, sostegno caro
Da me è tornato lo sposo,
Il mio dolce sostegno.

(Nel frattempo la bruma a poco a poco si dilegua, lasciando apparire Volchovà, un largo fiume, unito al lago Ilmen e illuminato dai raggi dorati del sole nascente)
LJUBAVA BUSLAEVNA E SADKÒ
O portento, o prodigio!
Sui prati corre, sulle sabbie scorre
Un fiume rapido dalle chiare acque.
SADKÒ
È la Volchovà, fiume profondo!

(Lungo il fiume in direzione del lago avanzano navigli; alla loro testa la nave "Falcone" con a bordo la schiera di Sadkò.)
LA VOCE DELLA SCHIERA
(avvicinandosi)
Risalendo il largo fiume
Trenta navigli avanzano
Trenta navigli e un naviglio ancora.
E tutti i navigli volano come falchi,
E il "Falcone" come un agile uccello,
Come un bianco girifalco.
Su questa nave stanno giovani forti,
Di Sadkò in persona gli aiutanti;
E Sadkò, il prode generoso,
Sull'erta riva con la giovane sposa
Attende i suoi compagni.
SADKÒ
(durante il canto della schiera)
Per il canto il Re del Mare ha dato
A Sadkò la Principessa Voichovà
E si è messo a scorrere un fiume,
Rapido e profondo.
Esso ci ha aperto una via
Nella vastità della terra,
Verso paesi lontani.
LJUBAVA BUSLAEVNA
Nella vastità della terra
Esso ci ha aperto una via:
Tu, col tuo canto, o Sadkò,
Hai attratto un profondo fiume,
E il fiume si è messo a scorrere
Rapido e profondo.

(La nave si arresta, la schiera scende lungo la scala d'argento)
LA SCHIERA
Salve, Sadkò, baldo giovane!
SADKÒ
(abbracciando i compagni)
Salve, schiera valorosa,
Miei fedeli compagni!

(Dall'altra parte arriva di corsa la folla degli abitanti di Novgorod, uomini e donne, mercanti e gente di ogni sorta. Tra essi Lukà Zinovevič e Fomà Nazarevič, i maggiorenti, Nežata, Dudà, Sopel', i mercanti Vichingo, Indiano e Veneziano)
LA FOLLA
O prodigio, o portento! Un fiume!
Un fiume adesso scorre a Novgorod,
Un fiume largo e profondo.
Delle navi rimontano il suo corso,
Le navi di Sadkò, mercante illustre.
E Sadkò con la giovane sposa
Sull'erta riva è in attesa.
NEŽATA, PRIMO MAGGIORENTE E MERCANTE INDIANO
Forse Sadkò col canto
ha attratto questo fiume profondo
Per la gloria di Novgorod?
MERCANTI VENEZIANO E VICHINGO E SECONDO MAGGIORENTE
Ha aperto la via verso il mare azzurro
E paesi lontani.
TUTTI
Salve, Sadkò, illustre mercante!
SADKÒ
Salve, gente di Novgorod!
Salve, gloriosa Novgorod!
UNA PARTE DELLA FOLLA
Senza i tuoi discorsi non abbiamo Verità,
Nessuno ti può superare.
Dove sei stato, baldo giovane?
Come mai c'è un fiume a Novgorod?
UN'ALTRA PARTE DELLA FOLLA
Senza di te eravamo afflitti,
Senza le tue dolcissime canzoni!
SADKÒ
Io, Sad Sadkò, non sono buono che a cantare;
No, la gloriosa Novgorod mi supera!

Finale
SADKÒ
Io sono andato in paesi lontani,
Ho cantato e suonato per la vastità della terra,
Gli animali egli uccelli si sono radunati,
Le piante e gli alberi si sono inchinati.
LA FOLLA
Gloria! Gloria!
SADKÒ
Principesse sono convenute,
Rapidi fiumi sono confluiti
Con Volchovà, bella Principessa
Con Volchovà, fiume profondo.
LA FOLLA
Gloria! Gloria!
NEŽATA
O tu, canzone melodiosa,
Per tutti fascino irresistibile,
Per tutti ospite desiderata,
Per tutti consolazione nel dolore.
Gloria! Gloria!
IL MERCANTE INDIANO
Dalla terra dell'India al mercante gloria!
SADKÒ
Sono sceso nel fondo del mare,
Mi sono messo a suonare per il Re della Acque;
Il terribile Re del Mare
Si è scatenato in una danza
Con la Regina delle Acque;
Si è levata un'onda furiosa
E le navi hanno cominciato ad affondare.
NEŽATA E LA FOLLA
O Tu, eroica canzone,
Il tuo eco ha percorso la terra,
Si è risvegliata una forza assopita,
Il mare azzurro di è sollevato.
Gloria! Gloria!
IL MERCANTE INDIANO
Dolce e possente è
Il canto dell'uccello Fenice;
I canti di Sadkò sono più forti,
La sua voce sonora è più dolce.
IL MERCANTE VENEZIANO
La lontana città di Venezia
Madre di tutte le città gloriose,
Ti manda un messaggio:
Prosperità per lunghi anni!
IL MERCANTE VICHINGO
Da parte di paesi boreali
I Vichinghi mandano un saluto!
I PELLEGRINI
(entrando)
Gloria a te, Signore Iddio!
Gloria a tutti i forti eroi,
Difensori della terra russa,
Protettori della brava gente.
SADKÒ
Pregate per il vegliardo possente
Che è apparso al momento giusto,
Ha placato e calmato la tempesta furiosa
E cacciato nel fondo il Re del Mare.
Ha promesso di difendere la gente di Novgorod
E subito ha ordinato a Volchovà di scorrere.
Suonate le campane di Novgorod!

(Prende a Nežata le gusli e si mette a cantare)

Gloria al gran vecchio, memoria eterna
Al protettore della brava gente
LJUBAVA BUSLAEVNA, NEŽATA, I MAGGIORENTI
Gloria al gran vecchio, memoria eterna
Al protettore della brava gente,
LJUBAVA BUSLAEVNA
Al Signore Iddio gloria!
Su tutta la terra gloria e potenza!
I PELLEGRINI E LA FOLLA
Ci ha dato la Volchovà, fiume profondo,
Ci ha aperto la via dai laghi verso il mare,
Lungo tutti i fiumi, i laghi e i mari
Navigheremo senza tributo e senza imposta.
Gloria!
DUDÀ E SOPEL'
(suonando il tamburello)
Ehi tu, terribile Re del Mare!
La tua testa è come un mucchio di fieno!
Ti sei scatenato a danzare con la Regina,
Vi è venuta l'idea di affondare le navi,
Ma ad andare a fondo siete stati voi.
Gloria!
NEŽATA E LA FOLLA
Glorioso è ciò che fu, glorioso è ciò che è.
Per i lugubri vegliardi divertimento,
Per i ragazzi e le ragazze insegnamento,
Per tutti racconto da ascoltare con sentimento.
TUTTI
Al mare azzurro gloria!
Al fiume Volchovà,
gloria!

FINE DELL'OPERA



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Ultimo aggiornamento 30 settembre 2014