Marosszéker Tänze (Danze di Marosszék)

Versione per orchestra

Musica: Zoltán Kodály (1882 - 1967)
Organico: 2 flauti (2 anche ottavino), 2 oboi, 2 clarinetti, fagotto, controfagotto, 4 corni, 2 trombe, timpani, tamburo piccolo, piatti, grancassa, archi
Composizione: 1930
Prima esecuzione: Dresda, Semperoper, 28 novembre 1930
Edizione: Universal Edition, Vienna, 1930
Guida all'ascolto (nota 1)

Kodaly compose le Danze di Marosszék, per pianoforte, nel 1927, e le strumentò per orchestra nel 1930. Marosszék è un distretto della Transilvania, famoso per le sue danze popolari fin dal Seicento; e molte di queste danze sono poi sopravvisute fino ai tempi della prima guerra mondiale, spesso come danze cantate. Kodaly se ne servì per questa sua composizione, che ne usa vari motivi disponendoli in una forma che si richiama a quella, eminentemente vocale, delle strofe con refrain: salvo che qui il refrain precede la strofe, contro la consuetudine prevalente. Il brano consiste infatti di una parte principale che si ripete quattro volte, in forma variata; e dopo ogni volta è seguita da altrettanti brani, basati ciascuno su un tema proprio, dunque secondo lo schema ABACADAE.

La versione orchestrale differisce da quella originale per la tonalità (è trasportata mezzo tono sopra) e per un paio di varianti, che amplificano la terza e la quarta strofe.

Le Danze di Marosszék hanno avuto larga fortuna anche sul teatro, e non solo in patria: sulla loro partitura si basa ad esempio l'Intermezzo ungherese di A. M. Milloss (Roma, 1941), il quale già l'aveva utilizzata a Budapest, insieme con quella delle Danze di Galanta, nel balletto Fiaba Kuruc (1935).

Fedele D'Amico


(1) Testo tratto dal programma di sala del Concerto dell'Accademia Nazionale di Santa Cecilia,
Roma, Auditorio di via della Conciliazione, 22 aprile 1962


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Ultimo aggiornamento 4 febbraio 2015