Trio in mi bemolle maggiore per pianoforte, violino e violoncello Hob:XV:22


Musica: Franz Joseph Haydn (1732 - 1809)
  1. Allegro moderato
  2. Poco Adagio (sol maggiore)
  3. Finale. Allegro
Organico: pianoforte, violino, violoncello
Composizione: Londra, 23 Maggio 1795
Edizione: Preston, Londra, 1795
Guida all'ascolto (nota 1)

Amico di Mozart e insegnante di Beethoven, l'influenza esercitata da Haydn su entrambi i compositori fu enorme, specialmente nel campo della sinfonia e del quartetto d'archi, sebbene la maturità di Haydn beneficiasse largamente della musica del più giovane Mozart, soprattutto nei lavori scritti dopo il 1790. L'attività musicale di Haydn è vasta e complessa e passa dalle galanterie giocose e brillanti dei suoi divertimenti allo splendore preromantico dei pezzi orchestrali e dei robusti e fastosi oratori, che contribuirono alla definizione dell'opera lirica agli inizi dell'Ottocento.

Secondo i dati più recenti e aggiornati, la sua intensa e solida produzione comprende 180 sinfonie, 16 ouvertures, 47 divertimenti per orchestra e per complessi strumentali vari, 83 quartetti per archi, 32 concerti per diversi strumenti solisti e orchestra, 52 sonate per pianoforte, 126 trii per pianoforte, violino e violoncello, compresi anche quelli per baryton (un vecchio tipo di viola da gamba), 14 messe, vari pezzi sacri, cantate, arie e Lieder, 18 opere teatrali, 5 opere per marionette, 3 oratori (Il ritorno di Tobia, La creazione e Le stagioni). Oltre alla quantità nella musica di Haydn conta la qualità, che punta sulla organizzazione razionale del mezzo espressivo, allargando le basi del discorso sonoro, inteso come mutazione melodica, ritmica e armonica, così da sviluppare l'uso delle progressioni e delle modulazioni, quali elementi di un serrato procedimento dialettico.

Per restare in tema di musica da camera, si sa che la critica ha riservato maggiore attenzione alla produzione quartettistica di Haydn piuttosto che ai suoi trentuno Trii per pianoforte, violino e violoncello, appartenenti alla piena maturità del compositore e scritti fra il 1784 e il 1797. Il quartetto di Haydn si impone per freschezza inventiva e varietà di linguaggio, nel pieno rispetto delle caratteristiche espressive delle quattro voci strumentali. Nei Trii, al contrario, Haydn è più tradizionalista e mette maggiormente in evidenza il ruolo del pianoforte rispetto agli altri due strumenti, con un posto più rilevante per il violino rispetto al violoncello. Non a caso il titolo di una composizione pubblicata nel 1775 da Cal Philipp Emanuel Bach recitava significativamente "Sonate per pianoforte, che si possono suonare senza alcun altro strumento, oppure con l'accompagnamento di violino e violoncello".

Il Trio in mi bemolle maggiore risale al secondo soggiorno londinese del 1794-'95 e rivela i segni caratteristici del maturo stile haydniano: in questa musica si avverte una notevole ricchezza di modulazioni e una crescente autonomia degli strumenti ad arco. Un Allegro moderato armonicamente audace e contrassegnato da grande freschezza di idee e un Finale di leggera scorrevolezza su brillanti soluzioni contrappuntistichc racchiudono un Poco adagio nella tonalità di sol maggiore, dove è possibile cogliere una scelta del compositore a favore dei registri estremi dell'acuto e del grave, anche per la maggiore estensione offerta dai pianoforti inglesi di marca Broadwood scoperti in quel tempo da Haydn.

Ennio Melchiorre


(1) Testo tratto dal programma di sala del Concerto dell'Accademia di Santa Cecilia,
Roma, Auditorio di Via della Conciliazione, 31 Maggio 1995


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Ultimo aggiornamento 29 dicembre 2011