Il ritorno di Tobia, Hob:XXI:1

Oratorio per soli, coro ed orchestra

Testo delle parti vocali (nota 1)

PARTE PRIMA

SINFONIA

CORO (Tobit, Anna e Coro d'Ebrei)
ANNA, TOBIT, EBREI
Pietà d'un'infelice,
Afflitta genitrice,
Pietà d'un padre misero,
Oh Padre d'Israel!
Ritorni ornai Tobia,
Salvo Tobia ritorni:
Cessin del pianto i giorni,
Oh sommo Re del Ciel.

EBREI

Calma e perdona i palpiti
D'un cor materno e debole;
Premia la speme intrepida
D'un genitor fedel.

RECITATIVO
ANNA
Né comparisce, oh Dio!
(Osserva per la via dì campagna)
Oh Dio, Tobit, il lusingarsi è vano.
(Tornando a Tobit)
Il caro figlio, il nostro
Amabile Tobia, dolce sostegno
Di nostra etade, ed unico conforto
Di nostra schiavitù, misero, è morto!
(Piange)

TOBIT

Anna, consorte, ah credi a me, non piangere;
(Scende, e s'avanza sempre guidato da due servì)
Non tormentar te stessa
Con ingiusto timore. Il figlio vive,
E starà poco assente;
Credil come l'avessi omai presente.

ANNA
Chi sa, s'ei giunto in Raghi
da Gabael ricuperò quell'oro,
che a richieder mandasti?

TOBIT

lo non ne temo.

ANNA
Tu nulla temi; eppur da che sperai
Veder tornar Tobia, tornò l'aurora
Quindici volte, ed ei non riede ancora!
Vuoi di sinistri eventi Certezza più funesta?

TOBIT

Forse il figlio soggiorna in gioia e in festa.

ANNA
E creder puoi...

TOBIT

Sognai, che Sara, figlia
Di Raguel mio cugino,
Per celeste consiglio
Ad onta d'Asmodeo sposò mio figlio.

ANNA
Oh vani sogni! Quello spirto immondo
Sai pur che uccide quanti sposi a Sara
Ardiscano accostarsi?
Or sì, che morto piangerei Tobia,
Se amante sconsigliato
A Sara dato avesse incauta fede.

TOBIT
A lui s'appartenea d'esserne erede.

ANNA
Erede d'una sposa
Che in dote arreca morte?

TOBIT
Taci, amata consorte...

ANNA

Taci tu co' tuoi sogni e le tue vane
Mal fondate speranze. Il figlio estinto
Lasciami lacrimar. Tu lo volesti
Allontanare a mio dispetto, ed ora
Vorresti anche ingannare il cor materno?
Ah parla chiaro il mio dolore interno.

TOBIT

Eppur...

ANNA

Folle, perdesti
Per soverchia pietà degl'insepolti
La luce de' tuoi lumi;
Forse invidiavi a me la dolce vista
D'un tal figlio?

TOBIT

Ma...

ANNA
Torna
Col rischio della vita
A seppellir gli estinti e a dargli tomba
Invece di cibarti. Un'altra volta
Ninive, anzi l'Assiria
Ti pagherà di scherni. E dove sono
L'elemosine tue? Le tue bell'opre,
Quando mai ti fruttaro,
Se non un frutto acerbo, aspro ed amaro?

ARIA
Sudò il guerriero,
Ma gloria ottenne;
Tremò il nocchiero,
Ma s'arricchì.

Geme talora
L'agricoltore;
Ma lo ristora
La messe un dì.

Tu passi gl'anni
Fra pene e pianti,
E sono i danni
La tua mercé.

Chiaro si vede
Che fra' tuoi vanti
Un vero merito
Giammai non c'è.
(Parte)

RECITATIVO
TOBIT
Deh modera il dolor; non contristarmi
Con rimproveri falsi ed ira insana.
Alfine il caro figlio
Gl'occhi tuoi rivedranno. Al grand'lddio
Grazie ne renderai con somma lode.
Anna, sentimi almeno! Anna non m'ode.ARIAAh tu m'ascolta, oh Dio,
E in questo mio
Cordoglio
Dal tuo supremo soglio
Volgi uno sguardo a me.
lo t'amo, e credo, e spero
In te, gran Dio
Verace.
Deh mostra, se ti piace,
Che invan non spero in te.
(Parte)

RECITATIVO (Anna e poi Raffaele)
ANNA
Non è quello Azaria, l'uom mercenario,
(Osservando verso la campagna d'onde viene Raffaelle)
Compagno eletto di Tobia? Gran Dio!
Solo ritorna. Oh mio
Troppo giusto timore! lo manco... Ah tempo
È questo di costanza. Uniamo al core
Tutta di mia virtù la forza estrema.
Udiam da forte... Oh come il cor mi trema!

RAFFAELLE
(detto AZARIA)
Anna...

ANNA
Uccidimi alfin. Che fu del figlio?
Parla, t'affretta. Ah no. Taci, Azaria,
Taci se dir mi vuoi: morto è Tobia.

RAFFAELLE

Giunti che fummo al Tigri,
Ei s'immerse nell'onda;
Ed ecco un mostro algoso in aspre guise
Gli s'avventò...

ANNA
Lo divorò, l'uccise?

RAFFAELLE
No. Spaventollo solo, lo lo difesi,
E a pugnar l'eccitai, vincer gli appresi:
Tal che inesperto giovinetto imbelle
Del ceto trionfò, lo trasse a terra,
E sviscerollo ancor.

ANNA

Respiro.

RAFFAELLE

E giunto
Tuo figlio in Ecbatana,
Inspirato da Dio, chiese ed ottenne
La figlia di Raguel.

ANNA
Ciel! Vide in sogno
Tobit il vero! E non son morti a Sara
Nel momento primiero
Degli sponsali sette sposi?

RAFFAELLE

È vero. Ma per ragione di retaggio ardito, non temendo Tobia restare afflitto...

ANNA

Ah fu l'ottavo a rimaner trafitto?

RAFFAELLE

No. Per consiglio mio la fatal notte
A pie' del nuzial letto arse quel core
Del mostro ucciso, e colla sposa orando
Asmodeo lo trovò: L'odore, il fumo
Lo sbigottì; confuso
De' sacri carmi al suon fuggì deluso.

ANNA

Oh Dio benigno! E il figlio?

RAFFAELLE
Già torna colla sposa; io lo prevenni
Accelerando i passi.

ANNA

Andiamo... Ah sento
L'eccesso del contento
Che mi trae fuor di me. Tobia voliamo
Ad incontrar. No, vanne,
Cerca Tobit, il venerabil cieco
Guida sull'orme mie. Correr vorrei
Al figlio ed al consorte in una volta;
E di piacer mi perdo.

RAFFAELLE

Anna, m'ascolta!

ARIA
Quel figlio a te sì caro,
Che alfine il Ciel ti rende,
Al padre, che l'attende,
La vista renderà.
Sarà ministro il figlio
Dell'opra portentosa,
E la sua man pietosa
L'opra compir saprà.
(Parte)

RECITATIVO
ANNA
Che disse? Il figlio mio del cieco padre
Monderà le pupille?
L'opra tentata invan dalle più dotte
Mediche mani ei compirà? Mio Dio!
Sì, crederlo vogl'io. Troppo mi pento
Di mia debol fiducia e de' rinfacci,
Onde il cor punsi del consorte. A lui
Ne chiederò perdono; a te, buon Dio,
Lo chiedo intanto, e dal tuo amor lo spero.
Increato Fattor, se d'un tal figlio
Mi riconcedi il dono,
Allor che degna io sono
De' castighi più fieri,
Quando di tua pietà fia ch'io disperi?

ARIA
Ah gran Dio, se un core ingrato
Come il mio rendi felice:
Quai contenti sperar lice
Ad un'anima innocente
Dalla tua benignità?

Sol Tu sei quello che sei:
Vero, grande, onnipotente,
E non ponno i labbri miei
Esplicar la tua bontà.
(Parte per la via di campagna)

CORO
Ah gran Dio!
Sol Tu sei quello che sei:
Vero, grande, onnipotente,
E non ponno i labbri miei
Esplicar la tua bontà.

RECITATIVO (Sara e Tobia da altro lato)
TOBIA
Sara, mia dolce sposa, eccoti alfine
Nel mio paterno albergo.

SARA

E dov'è il padre?
Dov'è la madre tua?

TOBIA
Forse Azaria
Per il calle comune a noi gli affretta,
E la scelta da me più corta via
Gli allontanò da noi.

SARA

Caro Tobia,
Riedi, cercagli intorno, impaziente
Al par di te son io d'essergli al piede.

TOBIA

Mia degna sposa, in ubbidirti io sento
Il contento maggior d'ogni contento.

ARIA
Quando mi dona un cenno
Il labbro tuo soave:
Spira virtude e senno,
Grazia, dolcezza e amor.

Mi forza con diletto
A compiacerti amando,
E mostra un tuo comando,
Quant'hai gentile il cor.
(Parte per la via di campagna)

RECITATIVO
SARA
Somme grazie ti rendo,
Padre del padre Adam. Tu prosperasti
Il mio viaggio, ancora
Piacciati prosperar la mia dimora.

ARIA
Del caro sposo
Son fra le mura,
E m'assicura
La sua virtù.
Ma in te ripongo,
Mio Dio, la speme,
Che d'ogni bene
Fonte sei Tu.
(In atto di partire)

RECITATIVO (Raffaelle e Tobit, Sara e poi Anna conducendo Tobia)
RAFFAELLE
Rivelarti a Dio piacque il ver nel sonno.
(A Tobit)

TOBIT

E acquisteran le mie pupille il lume
Per mano di Tobia?

RAFFAELLE
Non dubitarne.

SARA
(Quello è Tobit!)

RAFFAELLE

Tobit, è a te presente
La sposa del tuo figlio.

SARA

Amabil padre
Del mio sposo adorato, accetta i primi,
Ch'a' tuoi piedi offerisco,
Di rispettoso amor sinceri omaggi.
(S'inginocchia, e bacia la mano a Tobit)

TOBIT

Sia benedetto Dio, che a noi ti guida e ti protegge, oh Sara.

RAFFAELLE

Ecco Tobia
Fra gl'amplessi materni.

ANNA
Ah venga, o figlio,
Venga pur la mia morte; io vissi assai
Or che ti rimirai.

TOBIA

Madre amorosa,
Quella al pie' di Tobit è la mia sposa;
Lascia ch'io pur imprima i dolci baci
Di riverente affetto
Sulla paterna man.
(Lascia Anna e va ad inginocchiarsi a Tobit)

TOBIT

Figlio diletto,
Sara gentil, venite...

ANNA

A' piedi tuoi
(S'inginocchia anch'essa a Tobit)
Vengo a prostrarmi anch'io, saggio consorte.
Oh quanto a torto io t'oltraggiai! Perdona
I miei ciechi trasporti.

TOBIA

Ah genitor...
(Strìngendogli la mano)

ANNA

Tobit...
(Come sopra)

SARA

Suocero amato...
(Come sopra)

TOBIT
Nuora... figlio... consorte... Ah qual mi toglie
Spettacolo di gioia e tenerezza
Il mio crudel destin! Sorgete almeno,
E stringetevi tutti a questo seno.
(Tutti s'alzano ed abbracciano Tobit)

TOBIA
Si, ti conforta, o genitor.
La cara
Luce degl'occhi tuoi renderti io spero.

TOBIT

Figlio, mio caro figlio, e sarà vero?

TOBIA

Vieni, si effettui l'opra.
(In atto di condurre via Tobit)

ANNA
Figlio, la tua stanchezza e la tua sposa
Chiede riposo e cibo.

TOBIA
II dolce ufficio
Prima compir desio. Con preci e voti
Imploriamo devoti
L'assistenza del Cielo in tal periglio.
TOBIT
Di degno figlio mio degno consiglio.

CORO
EBREI
Odi le nostre voci,
Tu che dai legge ai fati
Fra' cherubini alati,
In trono di splendor.

TOBIA
Se il tuo voler benefico
L'opra a tentar m'induce:
Rendi a Tobit la luce,
Oh della luce Autor.

EBREI
Rendi a Tobit la luce,
Oh della luce Autor.

ANNA
Non temeraria supplica
È il chiederti un prodigio;
E dov'è un tuo vestigio
Senza un prodigio ancor?

EBREI
Rendi a Tobit la luce,
Oh della luce Autor.

TOBIT
Oh Tu, che il sole illumini
E fai rifulger gli astri, 
Da fine a' miei disastri,
Da fine al mio dolor.

EBREI
Rendi a Tobit la luce
Oh della luce Autor.

SARA
Da chi sperar potrebbesi,
Se non dalla tua mano,
Un atto sovrumano,
Un'opra di stupor?

EBREI
Rendi a Tobit la luce
Oh della luce Autor.

RAFFAELLE
Per te il superbo Satana
In tenebre arde e freme;
Ma un uom, che t'ama e teme,
Non viva in fosco orror.

EBREI
Mira le calde lagrime
Che il popol tuo produce.
Odi le nostre voci
Tu che dai legge ai fati,
Fra' cherubini alati,
In trono di splendor;
Rendi a Tobit la luce
Oh della luce Autor.
(Partono)

PARTE SECONDA

RECITATIVO (Anna, Sara e Raffaelle)
ANNA
Oh della santa fé stupendi effetti!
Già ferma speme inonda
Ogn'alma ed ogni core. I fidi Ebrei
Attendon lieti a questo albergo intorno
Veder con franco pie correr veloce
Senza scorta Tobit.

SARA
Ma intanto sono
Dileggiati e scherniti
Dagl'increduli ed empi Niniviti.

RAFFAELLE
Il portento imminente
Confonderà gl'infidi; e in gloria e gioia
Dio cangerà gli scherni,
Ch'or soffre il popol suo.

ANNA
Ma dov'è il figlio?

RAFFAELLE
De' suoi cammelli a disgravare il dorso,
E mezzi all'opra ad apprestar.

ANNA
Ma dimmi:
Chi mai ti suggerì sì gran consiglio?
Chi te ne apprese i modi?

RAFFAELLE
Più non cercar. Ti basti,
Che Tobit ti vedrà cogli occhi suoi:
Che il consiglio è di Dio, che i modi io detto
Inspirato da Dio, che a darvi parte
Di sua beneficenza Iddio mi elesse.
E Dio non manca mai le sue promesse.

ARIA
Come se a voi parlasse
Un messagier del cielo:
Credete a quel ch'io svelo;
Tremate al mio parlar.

Un dì, sanguigna e torbida
Cintia risplenderà,
E Febo in nere tenebre
I raggi avvolgerà:
Cadran le stelle fulgide,
E agli astri ed alle sfere
Il Cielo mancherà,
Mancherà il suolo agl'uomini,
Mancheran l'onde al mar;
Ma le parole vere
Del sommo Dio veridico
Mai non potran mancar.

RECITATIVO (Anna e Sara)
ANNA
Ad Azaria nel volto
Rifulge un tal seren; tal suon celeste
Hanno gli accenti suoi, che, mentre parla,
È forza prestar fede
Perfino a quel, ch'ogni credenza eccede.

SARA
Ma da chi nacque un uom sì giusto e saggio E da Dio favorito?

ANNA
Ei d'esser vanta
Progenie d'Anania,
German del mio consorte.

SARA
Abbiam comune
La stirpe e la tribù.

ANNA
Tobia lo scelse
Pel cammin della Media
Suo compagno e sua guida;
E sceglier non potea scorta più fida.

SARA
Suocera, è vero, lo non discerno in questa
Fortunata famiglia,
Chi più splenda in virtù. Del pari ammiro
I pregi d'Anania
E d'Anna e di Tobit e di Tobia.

ARIA
Non parmi esser fra gl'uomini
Della tribù di Neftali;
Mi sembra esser fra gl'angioli
Della magion del Ciel.

Ah, se fra voi mi lice
Passar la vita mia:
Son io la più felice
Del popol d'Israel.
(Parte)

RECITATIVO (Anna e Tobia)
ANNA
Che soave parlar! lo non saprei
Al figlio desiar più degna sposa.

TOBIA
Ah cara madre, osserva: è questo il fiele
Dello squamoso mostro
Che sviscerai nel Tigri:
Deggio spremerne il succo
Negli occhi al genitor. Dove rimane?

ANNA
Ai miseri or dispensa argento e pane.

TOBIA
Addio.
(In atto di partire)

ANNA
Dove?

TOBIA
A Tobit. lo non ho pace,
Se non compisco l'opra,
Che da me attende il popolo d'intorno,
Degl'infedeli a scorno,
E per gloria e trionfo
Del nostro Dio clemente ed immortale.
Ah, la tardanza esser potria fatale.

ARIA
Quel felice nocchier, che da lungi
Scorge il porto bramato e compianto:
Si conforti; ma pensi, che intanto
Vede il porto, ma in porto non è.

Se allor pigro di più non s'affanna,
L'aura altrove trasporta il naviglio,
E gl'invola con nuovo periglio
De' perigli la dolce mercé.

RECITATIVO
ANNA
Giusta brama l'affretta; e voglio anch'io
Al delicato ufficio esser presente.
Una moglie assistente
Forse giovar potrà... Ma qual m'ingombra
Tetro pensiero! Ah fuggì,
Fuggì dalla mia mente! In quale, oh Dio,
Profondo orrido abisso
Di confusion, di duolo e di rossore
Cadrebbe ognun che t'ama,
Se l'opra invano si tentasse! Ah troppo,
Troppo n'andria giocondo e baldanzoso
II popol infedele!
Giusto Dio d'Israele,
Non ci umiliar così; per gloria tua
Fa trionfar la speme,
Che fu tuo don. Ti senta, ah sì, ti sento,
Benignissimo Dio: mi parli al core,
E dolcemente dici:
No, non trionferanno i miei nemici.

ARIA
Come in sogno un stuol m'apparve
D'ombre, spettri, mostri e larve;
E all'aspetto di terrore
II mio core
Inorridì.
Ma disparve
In un momento
L'atro stuolo e lo spavento:
Più non temo, e non vaneggio,
Chiari veggio
I rai del dì.
(Parte)

CORO
Svanisce in un momento
Dei malfattor la speme
Come il furor del vento,
Come tempesta in mar.
De' giusti la speranza
Non cangia mai sembianza,
Costante ognor si fa;
Ed è lo stesso Iddio
La lor tranquillità.

RECITATIVO (Tobit fuggendo da Tobia, e Tobia lo seguita)
TOBIA
Ah dove corri, oh padre? Almen paventa
Qualche mortale inciampo.

TOBIT
Non più, Tobia! Non seguitarmi! È vana
La cura tua: più sopportar non posso
L'aspro ardente doler, che mi trapassa
Penetrando pungente
Dalle pupille al cor quel sugo amaro.

TOBIA
Ah genitore, una sol goccia ancora
Soffrì ch'io stilli ne' tuoi lumi.

TOBIT
È questo
Troppo acerbo doler. Lasciami, o figlio,
Lasciami viver cieco. Ah se persisti
Nel soverchio desio di risanarmi,
Di duol m'ucciderai.

TOBIA
(Misero! Che farò?)

RAFFAELLE
Tobia, che fai?
Guarda di compir l'opra, lo ti sostengo
Il genitor; ma tempo
È di fortezza e zelo,
Non di pietà, né di timor.
(Regge il capo a Tobit)

TOBIA
Coraggio
(Spreme il fiele negli occhi a Tobit)
Tu me l'inspiri.
(A Raffaelle)

TOBIT
Oh Dio! Che pena! Oh Dio!
Che insoffribil martir!

RAFFAELLE
Caddero i panni.

TOBIA
Padre, libero sei: fine agli affanni.

TOBIT
Come?
RAFFAELLE
Schiudi le ciglia.

TOBIA
(lo sono in porto.)

TOBIT
Stelle! Che foco! Eterno Dio, son morto!
(Apre gli occhi, li richiude e cade)

RAFFAELLE
Tobit!
(Sostenendolo)

TOBIA
Oh Ciel! Che avvenne?

TOBIT
Appena monde
Le mie pupille, il sol di più funesta
Cecitade ferì!

RAFFAELLE
Del primo raggio
T'abbaglia lo splendore.

TOBIA
Un'altra volta
Disserra il ciglio.

TOBIT
Ahi! Quante spine accese
Mi trafiggono! Oh Dio!
(Apre gli occhi e li richiude)
Incapace son io
Di tollerare il dì.

RAFFAELLE
Tenta.

TOBIA
Riprova.

TOBIT
Non lo sperate più; prima vorrei
Mille volte morir, che un altro istante
Soffrire il lampo del diurno lume.

RAFFAELLE
Ma l'antico costume
A poco a poco racquistar dovrai.

TOBIA
Schiudi, oh padre, i tuoi lumi.

RAFFAELLE
Apri i tuoi rai.

ARIA
TOBIT
Invan lo chiedi, amico,
Invan lo speri, o figlio;
lo pria d'aprire il ciglio
Costante morirò.
Aborro i rai del giorno,
Amo le mie tenebre;
Già schiuder le palpebre
E viver non potrò.
(Parte seguito da Raffaelle)

RECITATIVO (Tobia ed Anna)
TOBIA
Che fulmine improvviso! Il colpo, oh Dio!
Il misero cor mio non attendea!

ANNA
(Perché piange Tobia?)

TOBIA
Mia genitrice,
Sono un figlio infelice: odio la vita.

ANNA
L'opra tentasti invan?

TOBIA
L'opra ho compita.
Vidi cadere al suolo
Da' rai del genitor gl'immondi panni;
Ma de' raggi di Febo
Al primiero abbagliar richiuse i lumi,
E ritentato invano
Di resistere al dì, fu l'uomo invitto
Vinto dal suo dolore; e omai contento
Delle tenebre sue, sdegna ogni cura:
Ricusa il giorno, e reso
Incapace a soffrirlo,
Lo disprezza, l'aborre,
Ed a voler morir pria si riduce,
Che a ritentar di tolerar la luce.

ANNA
Oh novella funesta!

TOBIA
Rimasi anch'io sol di tremar capace.

ANNA
Ah di Ninive audace
II popolo dirà, che noi sedotti
Da folle speme e temeraria fede
Abbiam Tobit ridotto
In cecità più ria.

TOBIA
Che trambusto fatal!

ANNA
Che fier tormento!

TOBIA
Mi sento inorridir!

ANNA
Morir mi sento!

DUETTO
TOBIA
Dunque, oh Dio, quando sperai
Di provar le gioie estreme:
È perduta ogni mia speme,
E schernita è la mia fé!

ANNA
Dunque, oh Dio, de' nostri lai
Gl'infedeli esulteranno,
E confusi rimarranno
Quanti, oh Dio, fidaro in te!

TOBIA
Oh, che orrori

ANNA
Che duol...

TOBIA
Che affanno...

ANNA, TOBIA
Impossibile a soffrir!

TOBIA
Piangi, ah madre!

ANNA
Ah piangi, oh figlio!

TOBIA
N'hai ragione.

ANNA
È giusto il pianto.

ANNA, TOBIA
lo son pronta/o a pianger tanto,
Che si plachi Iddio sdegnato.
Oh, si versi dal mio ciglio,
l'alma mia disciolta in pianto.
Ah sarà mia gran ventura,
Se di duolo avvien ch'io moia
Quel momento, che di gioia
Dubitai dover morir.

RECITATIVO (Sara e detti)
SARA
Qui di morir si parla, e tutto esulta
Il popol d'Israel.

ANNA
Perché?

TOBIA
Che dici?

SARA
All'afflitto Tobit, che pria l'ardente
Foco sofferto avria del dì lucente,
Per cenno d'Azaria
D'un nero velo ricopersi il volto,
Ed a',miei prieghi i lumi apri: sofferse
La tenebrosa luce,
Che traspirar potea del denso drappo:
lo le bende alternai più rade ognora:
E più copia di lume ognor sofferse.
Alfine al par di noi tutto del sole
Code il favor. Già corre,
E alle turbe d'Assiria ed alle Ebree
L'alta pietà del sommo Dio confessa.

ANNA
Oh meraviglia!

TOBIA
Oh gaudio!

SARA
Egli s'appressa.
(Tobit correndo franco ad occhi aperti e detti; Coro d'Ebrei lo seguita)

TOBIT
Gloria al divin Benefattori Consorte,
Pur ti riveggo alfine!

ANNA
Oh contentezza!

TOBIT
Anna, la tua bellezza
Non sofferse in ott'anni oltraggio alcuno.

ANNA
Guarda, qual crebbe...
(Accennando Tobia)

TOBIT
Ah figlio, a te degg'io
Ed alla sposa tua sì dolce vista;
Ma negar non poss'io parte maggiore
Del merto ad Azaria: premiarlo bramo.
Dimmi or qual premio...

TOBIA
Ah padre, donagli ancor quanto possiedi; ah mai,
Mai donargli potrai
Quant'egli meritò. Deggio a quest'uomo
lo due volte la vita.
 
SARA
lo deggio a lui
L'onor di viver moglie.

ANNA
Ah, noi dobbiamo
Tutto a lui solo.

TOBIA
Ei viene.

TOBIT
Olà, recate
Parte ugual del tesor giunto col figlio
E i miei più ricchi arredi.
(Agli Ebrei che partono e tornano con un bacile d'oro, scrigni e vasi preziosi)

(Raffaelle e detti)
RAFFAELLE
A chieder vengo
Congedo e libertà.

TOBIT
L'opere tue
Esigono di più. Tutti presenti
Abbiam gl'obblighi nostri; e la mercede
A te promessa è pronta; e quello è l'oro,
Ch'io ti destino in dono; e se, di quanto
In mio poter rimiri, altro t'aggrada,
Prendilo.
Ognun di noi grato per uso
T'offre tutto che vuoi.

RAFFAELLE
Tutto ricuso.

TOBIT
Perché?

RAFFAELLE
Mortal non son.

ANNA
Ma chi sei?

RAFFAELLE
Raffaelle son io, l'un di quei sette
Angioli eletti a presentare a Dio
Le più sante richieste.

SARA, ANNA, TOBIA, TOBIT
Ah, perdono, pietà, guerrier celeste!
(S'inginocchiano e si coprono il volto)

RAFFAELLE
Non paventate, udite: Innanzi al trono
Del Re de' Regi, esposi a un tempo istesso
I vostri giusti prieghi: e l'infinita
Bontà scender m'impose
A difender Tobia,
A concedergli Sara, e a render l'uso
A' lumi di Tobit. Addio!
Seguite
Fidi a servir l'eterno Ben; voi siete
I cari figli suoi: soffrite in pace
La dura prigionia; tornate pronti
A soggiornar col pio Raguel. Lontana
L'ora non è, che Ninive superba
Sovvertita sarà; ma i vostri degni
Pronipoti vedranno
D'oro lucente e di preziose gemme
Rifabbricata un di Gerusalemme.
(Scende una nuvola dai Ciel: lo ricopre, e lo trasporta in alto)

CORO
SARA, ANNA, TOBIA, TOBIT
lo non oso alzar le ciglia
Nell'angeliche sembianze.
(Alzandosi a poco a poco)

TOBIT
Oh stupore!

ANNA
Oh meraviglia!

SARA, TOBIA
Ei qual nube al ciel sen va.

EBREI
Decantiam quel Dio pastore,
Che con noi, sua gregge eletta
Non fu Dio della vendetta,
Ma fu Dio della pietà.

E seguiam quai vere agnelle
Umilmente il santo amore;
Otterem gloria maggiore
E maggior felicità.
(1) Testo tratto dal programma di sala del Concerto dell'Accademia di Santa Cecilia,
Roma, Auditorium Parco della Musica, 16 Maggio 2009


I testi riportati in questa pagina sono tratti, prevalentemente, da programmi di sala di concerti e sono di proprietà delle Istituzioni o degli Editori riportati in calce alle note.
Ogni successiva diffusione può essere fatta solo previa autorizzazione da richiedere direttamente agli aventi diritto.


Ultimo aggiornamento 25 agosto 2013