Sonata n. 24 in re maggiore per pianoforte, op. 13 n. 4, Hob:XVI:24


Musica: Franz Joseph Haydn (1732 - 1809)
  1. Allegro
  2. Adagio (re minore)
  3. Finale. Presto
Organico: clavicembalo o pianoforte solo
Composizione: 1773
Edizione: Hummel, Berlino, 1774
Dedica: principe Nicolay Esterházy
Guida all'ascolto (nota 1)

La Sonata in re maggiore Hob. XVI:24 (la n. 39 secondo Christa Landon) fu composta nel 1773, come si può notare già all'attacco dell'Allegro per il carattere ancora clavicembalistico sia del brillante primo tema che del secondo, basato sulla ripetizione di un semplice motivo di quattro note diviso tra le due mani, senza sfruttare la possibilità di sfumature dinamiche e coloristiche del pianoforte.Anche gli accompagnamenti e i motivi di transizione si basano su un repertorio di arpeggi, raddoppi e bassi albertini, retaggio dello stile preclassico.

Ma la dedica a un personaggio di altissimo rango e grande intenditore di musica qual era il principe Nikolaus Esterhàzy - "padrone" ma soprattutto mecenate ed estimatore di Haydn - è una garanzia dell'impegno del compositore, che si avverte nelle ampie dimensioni di questo movimento, nel cui sviluppo questi semplici temi danno vita a un discorso serrato e teso, in cui si colgono gli ultimi bagliori degli influssi dello Sturm und Drang, che avevano reso agitate e drammatiche le Sinfonie haydniane del periodo immediatamente precedente.

Il secondo movimento è un Adagio, interamente basato su alcune libere variazioni d'un tema assorto ed etereo, nonostante il ritmo un po' meccanico dell'accompagnamento. Il carattere meditativo di questo pezzo è sigillato dalla discesa verso il registro più grave della tastiera nell'ultima battuta. Haydn indica di attaccare senza interruzione il Finale, per sfruttare il contrasto tra questi due movimenti dal carattere assolutamente opposto. È un Presto breve e piacevole, basato su alcune ingegnose trasformazioni del danzante tema iniziale, su cui, proprio prima della coda, si stende improvvisamente un'ombra minacciosa, subito scacciata dal ritorno di una gioiosa serenità.

Mauro Mariani


(1) Testo tratto dal programma di sala del Concerto dell'Accademia di Santa Cecilia,
Roma, Auditorium Parco della Musica, 28 novembre 2008


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Ultimo aggiornamento 19 febbraio 2014