Sonata n. 20 in do minore per pianoforte, op. 30 n. 6, Hob:XVI:20


Musica: Franz Joseph Haydn (1732 - 1809)
  1. Moderato
  2. Andante con moto (la bemolle maggiore)
  3. Finale. Allegro
Organico: clavicembalo o pianoforte solo
Composizione: 1771
Edizione: Artaria, Vienna, 1780
Dedica: Fräulein Katharina und Marianna Auenbrugger
Guida all'ascolto 1 (nota 1)

Nel lungo elenco delle Sonate per pianoforte di Joseph Haydn figura una sola Sonata in do minore, la ventesima delle cinquantadue. Scritta nel 1771 e pubblicata nel 1880, essa risale a un periodo in cui, alle soglie dello Sturm und Drang, è stata individuata una specie di crisi romantica del compositore: la Sonata è infatti animata da un insolito «demonismo» che sembra preludere a quello di certe composizioni mozartiane. Dei tre movimenti che la compongono, l'Allegro moderato è imperniato su un primo tema, denunziante una ansia contenuta da una interna energia, e un secondo tema, in cui frammenti di scala discendenti si susseguono su un fluido scorrere di arpeggi. L'Andante con moto, con il suo ritmo ternario e le sue note filate, costituisce un momento intermedio improntato ad una affettuosa tenerezza, che peraltro tende due volte a cedere il campo ad accenti più intensi. Il Finale è un rondò, cui un ritornello agitato e aggressivo dà l'intonazione generale, pur alternandosi con strofe più distesamente brillanti e briose.

Alberto Pironti

Guida all'ascolto 2 (nota 2)

Pur in una temperatura espressiva decisamente più intensa, anche la Sonata in do minore Hob.XVI 20 si presta alle stesse considerazioni fatte a proposito delle Variazioni in fa minore. Pubblicata nella stessa raccolta dove figura anche la Sonata in sol maggiore, essa fu però composta diversi anni prima, nel 1771, come attesta la data apposta a una versione manoscritta. Potrà forse sembrare deludente che sul manoscritto di questa Sonata, spesso esaltata per la sua intensa e drammatica espressività e per un certo 'beethovenismo' ante litteram, figuri il titolo (in italiano) di Sonata per il clavicembalo, quando si tratta in realtà di un lavoro pensato evidentemente per il clavicordo ancor più che per il pianoforte; ma in quegli anni si riteneva superfluo fare nette e definitive distinzioni circa la destinazione strumentale: lo stesso Haydn nelle lettere parla di queste sue sonate con il termine generico e onnicomprensivo di Claviersonaten, e l'edizione originale del 1780 uscirà con l'indicazione «per il Clavicembalo o Forte Piano», indicazione che resterà in vigore - sia pure per motivi di convenienza commerciale - addirittura fino all'op. 27 di Beethoven. Questa bellissima sonata si pone dunque in relazione diretta (anche cronologicamente) con la produzione più matura di C. Ph. E. Bach piuttosto che con il Beethoven di vent'anni dopo (il quale Beethoven, non a caso, nei suoi anni di apprendistato si era formato proprio sulla lezione di C. Ph. E. Bach, e, ancora negli anni della sua piena maturità, ne consigliava il metodo per il normale uso didattico). Se, caso mai, di anticipazioni si vuol parlare, il Finale può far pensare all'analogo movimento della Sonata in do minore di Mozart; ma l'Andante con moto centrale resta inconfondibilmente haydniano nel suo inizio privo di un vero e proprio motivo tematico e nel progressivo svilupparsi del discorso musicale come per generazione spontanea.

Francesco Dilaghi

Guida all'ascolto 3 (nota 3)

La Sonata in do minore (Cat. Hoboken n. 20) risale al 1771 e viene considerata da molti esegeti come una delle più belle che Haydn abbia scritto. Qui il riferimento al futuro mondo romantico è suffragabile mediante la costatazione che il tema principale del primo tempo, Moderato (e, secondo talune edizioni: Allegro moderato) anticipa letteralmente una delle melodie che vengono considerate tra le più tipicamente brahmsiane, come quella del Lied «Immer leiser wird mein Schlummer» e dell'Intermezzo in fa minore di Brahms. Il secondo movimento, Andante con moto, è di carattere serenamente lirico. Il Finale, Allegro, nonostante la sua brillantezza, serba gli accenti dolenti del primo tempo.

Roman Vlad


(1) Testo tratto dal programma di sala del Concerto dell'Accademia di Santa Cecilia,
Roma, Auditorio di via della Conciliazione, 20 marzo 1963
(2) Testo tratto dal programma di sala del Concerto del Maggio Musicale Fiorentino,
Firenze, Teatro Comunale, 30 aprile1988
(3) Testo tratto dal programma di sala del Concerto dell'Accademia Filarmonica Romana,
Roma, Teatro Olimpico, 20 aprile 1967


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Ultimo aggiornamento 7 giugno 2016