Sinfonia n. 73 in re maggiore "La Chasse" (La caccia), Hob:I:73


Musica: Franz Joseph Haydn (1732 - 1809)
  1. Adagio (re maggiore); Allegro
  2. Andante (sol maggiore)
  3. Minuetto (re maggiore) e Trio
  4. Presto (re maggiore)
Organico: flauto, 2 oboi, 2 fagotti, 2 corni, (2 trombe), (timpani), archi
Composizione: Eisenstadt, ca. 1781
Edizione: Torricella, Vienna, 1782

Originariamente scritta come ouverture per l'opera "La fedeltà premiata" Hob:XXVIII:10
Guida all'ascolto (nota 1)

Haydn scrisse un numero considerevole di sinfonie e solo di recente nel 1957, con il catalogo curato da Anthony van Hoboken, si è riusciti a classificarne ben cento e otto, senza naturalmente considerare le altre la cui autenticità è ancora in dubbio. Abitualmente la produzione sinfonica di Haydn viene suddivisa in tre gruppi che si fanno coincidere con i luoghi dove l'autore svolse la sua prodigiosa attività. Il primo periodo sinfonico, detto genericamente giovanile, comprende le opere dal n. 1 al n. 5, scritte fra il 1759 e il 1760, durante l'arco di vita in cui il musicista fu al servizio del conte Morzin a Lukavec. Il secondo momento della produzione sinfonica di Haydn coincide con i lunghi anni di lavoro presso la famiglia Esterhàzy, che furono particolarmente operosi e fecondi sotto il profilo creativo. Si parla di un blocco di ottantasette sinfonie che vanno dal n. 6 del 1761 al n. 92 del 1788 e rivelano una maggiore e più articolata varietà espressiva, accompagnata da un ampliamento dell'organico orchestrale, che aggiunge un fagotto, un flauto, una tromba e i timpani. Non c'è dubbio però che le sinfonie comprese fra il n. 93 e il n. 104 e composte a Londra fra il 1791 e il 1795 rappresentino il momento culminante dell'attività inventiva del musicista, che si conquista a giusta ragione il titolo di «padre della sinfonìa».

La sinfonia n. 73 al 1781 e fu pubblicata a Vienna l'anno successivo dall'editore Torricella. Essa si distingue per la freschezza e la piacevolezza delle modulazioni nel primo tempo, per la morbidezza di canto nell'Andante, per l'eleganza melodica del Minuetto e per lo spigliato e brillante finale, che con i suoi richiami di corni e trombe spiega il sottotitolo della composizione.

Guida all'ascolto 2 (nota 2)

Le prime prove nel campo sinfonico Haydn le fece relativamente tardi, a 27 anni, ma nel rimanente della sua lunga esistenza ebbe modo di portare a compimento cento e più sinfonie. Un solido arco che lo doveva innalzare dalle prime esperienze, ancora concepite in tre tempi e legate all'influsso della sinfonia d'opera italiana e all'esempio di Ph. Em. Bach, ai grandi modelli dell'estrema maturità (scritte dopo la morte di Mozart) nelle quali l'elaborazione tematica, la tecnica del contrappunto, il giro delle modulazioni, la vivacità dell'orchestrazione, assurte a un originale magistero di trattamento, alimentavano, e a sua volta se ne alimentavano, quel particolare «umore» delle invenzioni, quella freschezza delle idee melodiche, quel colorito spesso popolaresco, quella serenità spirituale, infine, che si sogliono riconoscere quali tratti distintivi del musicista più d'ogni altro, forse, riassuntivo del «secolo dei lumi».

La Sinfonia n. 73, detta La Chasse dalla intestazione del Finale, fu scritta nel 1781. Secondo il Geiringer, quel Finale figurava quale preludio al terzo atto di un'opera composta l'anno avanti, precisamente della Fedeltà premiata. (Il nostro Cesari annotava invece che fu la Sinfonia ad essere successivamente inserita da Haydn nell'opera). Comunque, la Sinfonia La Chasse, insieme a quelle con i titoli L'ours, La poule, La reine fu composta da Haydn per il pubblico parigino che intorno al 1780 aveva cominciato a conoscere e gustare le sue opere sinfoniche.

Di particolare interesse, nella Sinfonia La Chasse, è la testa del tema del primo movimento, Allegro, che si presenta identico, metricamente, a quello dell'analogo movimento della Quinta di Beethoven; ma l'ascoltatore può confrontare mentalmente quale diverso «contenuto» e quali diverse conseguenze due compositori possono annettere ad una stessa figurazione sonora.

L'Andante ha una impostazione prevalentemente quartettistica; i fiati, se non sempre, hanno per lo più funzione di ripieno armonico e dinamico. Al Minuetto, con un Trio dove i fiati (oboi e fagotti) hanno già la loro piccola rivincita, segue il Finale La Chasse che ovviamente vede il trionfo degli oboi e dei corni. E' indubbio che questo Finale ha dei pieni strumentali (ad esempio il motivo iniziale, poi ripreso più volte) che anticipano certi cori ottocenteschi d'opera italiana. Si direbbe che il «popolare» del maestro dell'aristocratica Vienna porga la mano ai baldanzosi popolani e alle vigorose soldatesche che canteranno nelle scene corali d'un Donizetti o d'un Verdi.

Giorgio Graziosi


(1) Testo tratto dal programma di sala del Concerto dell'Accademia di Santa Cecilia,
Roma, Auditorio di via della Conciliazione, 11 ottobre 1975
(2) Testo tratto dal programma di sala del Concerto dell'Accademia Filarmonica Romana,
Roma, Teatro Olimpico, 29 novembre 1963


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Ultimo aggiornamento 5 giugno 2016