Sinfonia n. 59 in la maggiore "Feuer-Symphonie" (Il fuoco), Hob:I:59


Musica: Franz Joseph Haydn (1732 - 1809)
  1. Presto (la maggiore)
  2. Andante piu tosto Allegretto (la minore)
  3. Minuetto (la maggiore) e Trio (la minore)
  4. Allegro assai (la maggiore)
Organico: 2 oboi, fagotto, 2 corni, clavicembalo, archi
Composizione: Eisenstadt, 1766 - 1768
Edizione: Bérault, Parigi, 1772
Guida all'ascolto (nota 1)

La Sinfonia in la maggiore, detta "del fuoco", occupa nel catalogo Hoboken, che secondo le intenzioni del curatore avrebbe dovuto rispettare la cronologia di composizione, una posizione... abusiva: è classificata come n. 59 ma fu scritta ben prima della n. 57. Altrettanto abusiva la posizione assegnata alla Sinfonia n. 58, che è contemporanea della n. 59. Entrambe le Sinfonie furono composte in una data non precisabile con esattezza fra il 1766 e il 1768 ed entrambe sono strumentate per due oboi, due corni e archi, con il basso continuo affidato a fagotto e clavicembalo, mentre già dalla Sinfonia n. 41 Haydn aveva eliminato il continuo, tipico della musica barocca. Il titolo, tradizionale fin dal Settecento ma non dovuto a Haydn, non ha ancora trovato una spiegazione generalmente accettata. L'ipotesi secondo me più probabile è che tutta la Sinfonia o una parte di essa fosse stata usata nel teatro privato del principe Esterhàzy come musica di scena per una pièce che recava il termine "fuoco" nel titolo.

La forma del primo movimento è quella classica con esposizione, sviluppo e riesposizione, ma nel primo tema appaiono già come in controluce i due "princìpi" di cui avrebbe parlato mezzo secolo più tardi Beethoven, il "principio di opposizione" e il "principio implorante". Principi drammaturgici. E del resto il primo movimento richiama irresistibilmente i caratteri della ouverture operistica. La parentela con l'opera è evidente anche nel secondo movimento, cantabile, affidato per gran parte agli archi ma con una inattesa apparizione dei corni verso la fine. Il Minuetto, di carattere marziale, crea un forte contrasto con la morbidezza e la melodiosità del secondo movimento, ma il Trio è misterioso, sfuggente. Il finale si apre con lo squillo dei corni e il pigolio degli oboi che giocheranno un ruolo determinante per tutto il quarto movimento. Musica di caccia, evidentemente: i corni dei cacciatori, i cinguettii degli uccelli. Ma un tempo si pensò che lo squillo dei corni avesse a che vedere con il titolo apocrifo, cioè con i segnali di allarme per un incendio.

Piero Rattalino


(1) Testo tratto dal programma di sala del Concerto dell'Accademia di Santa Cecilia,
Roma, Auditorium Parco della Musica, 18 gennaio 2014


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Ultimo aggiornamento 23 gennaio 2014