Sinfonia n. 100 in sol maggiore "Miltärsymphonie" (Militare), Hob:I:100

Sinfonia di Londra n. 12

Musica: Franz Joseph Haydn (1732 - 1809)
  1. Adagio (sol maggiore); Allegro
  2. Allegretto (do maggiore)
  3. Minuetto: Moderato (sol maggiore) e Trio
  4. Finale: Presto (sol maggiore)
Organico: 2 flauti, 2 oboi, 2 clarinetti, 2 fagotti, 2 corni, 2 trombe, timpani, triangolo, piatti, grancassa, archi
Composizione: Londra, 10 febbraio 1794
Prima esecuzione: Londra, Hanover Square Rooms, 31 marzo 1794
Edizione: André, Offenbach, 1799
Guida all'ascolto 1 (nota 1)

La Sinfonia n. 100 in sol maggiore è ormai inseparabile dal soprannome di "Sinfonia militare" che l'accompagna dalle origini; eseguita per la prima volta il 31 marzo del 1794, giorno del sessantaduesimo compleanno di Haydn, fu subito accolta da un grande favore, come dimostra la quantità di edizioni approntate nel solo primo decennio di vita; e al successo ha certo contribuito l'inserto "militare" nel secondo movimento (Allegretto) e in modo meno vistoso nell'ultima sezione del Finale.

La spettacolosa realtà della vita militare, con le sue marcie scandite, e il contorno sportivo di colori, segnali e pennacchi ("bella vita militar!", come canta il coro del Così fan tutte di Mozart), era un soggetto molto gradito alla fantasia artistica del tardo Settecento; in musica si aggiungeva l'esotismo della cosiddetta musica o "banda turca", cioè il drappello di piatti, triangolo e gran cassa in uso nelle favolose parate delle truppe ottomane: al loro strepito Haydn unisce trombe e timpani, e così il pacifico Allegretto della Sinfonia n. 100 (fra l'altro, quasi tutto composto nel 1786 come secondo brano di un Concerto per il re di Napoli) indossa l'alta uniforme e si pavoneggia con effetti irresistibili in una monumentalità per la quale non sembrava nato; il "Morning Chronicle", pochi giorni dopo la prima londinese, ne riferisce il trionfo pubblico con richieste di bis seduta stante. Ma va anche detto che all'effetto immediato deve aver contribuito qualcosa d'altro: nel 1794, con i giornali europei pieni di notizie sui terribili avvenimenti della Rivoluzione francese, e con molti "emigrés" aristocratici riparati a Londra, è probabile che il "frisson" degli strumenti militari fosse causa di emozioni più risentite di quelle indotte dalla pura contemplazione di uno spettacolo.

Del resto sull'aspetto "militare" si è forse, specie alle origini, insistito troppo; esiste anche una recensione francese del 1805 in cui, con sottile perfidia antibritannica, si insinua che Haydn avrebbe scritto quell'Allegretto per scrollare i torpidi organi uditivi di "quella nazione, in genere poco sensibile agli charmes della musica". In altre parole, curiosità a parte, va ribadito che la Sinfonia risplende di per se stessa nei puri valori musicali in gioco: segnati tuttavia da una certa spavalderia e quasi tracotanza che potrebbe ancora afferire al famoso soprannome; persino il Minuetto si muove in un panneggio più grandioso del solito, ma si pensi soprattutto alla corsa sorridente e luminosa del Finale (Presto), oppure al secondo tema del primo movimento: che infatti, molti anni dopo, troveremo scoppiettare nell'ancora più famosa Radetzky Marsch di Johann Strauss padre; ma prima ci aveva messo gli occhi sopra Rossini, nel duetto "Ai capricci della sorte" dell'Italiana in Algeri, a conferma dell'influenza irresistibile del genio umoristico di Haydn.

Giorgio Pestelli

Guida all'ascolto 2 (nota 2)

Il 31 marzo 1794 ebbe luogo alle Hanover Square Rooms di Londra la prima esecuzione della Sinfonia n. 100 detta "Militare". Il concerto era l'ottavo (per quella stagione) della serie organizzata da Johann Peter Salomon che, dopo aver portato Haydn nella capitale britannica nel 1791, lo aveva nuovamente convinto a tornarvi nel 1794. Probabilmente Haydn aveva iniziata la composizione della Sinfonia stando ancora a Vienna, prima di lasciarla nel gennaio del 1794, visto che l'autografo del Minuetto risulta scritto sulla carta italiana che egli usava in Austria, mentre la carta inglese adoperata per i movimenti estremi può indicare che abbia terminato il lavoro a Londra. Perduto è l'autografo del famoso secondo tempo che dà precipuamente il titolo di "Militare" all'opera. L'Adagio introduttivo comincia piano e poi, con due successivi crescendi, si porta sull'accordo coronato di dominante di sol maggiore. L'Allegro ha quindi inizio al ritmo di una marcetta intonata piano in regione acuta dal flauto e dagli oboi, subito ripresa un'ottava sotto dagli archi, un momento prima che esploda tutta l'orchestra dando luogo a un ponte che permette di riascoltare la marcetta degli strumentini mentre conduce al tema secondario che dominerà poi lo sviluppo successivo e la coda finale. Gran parte del secondo tempo, fino all'assolo della tromba poco prima della fine, è tratta e riorchestrata da un Concerto per due lire organizzate (specie di gironde) composto da Haydn nel 1786 per il re di Napoli Ferdinando IV che si dilettava di questi strumenti. Nell'Allegretto l'orchestra, a differenza degli altri movimenti, appare impiegata al gran completo: coi due clarinetti usati, soltanto qui, con la parte del flauto (unica lungo tutta la partitura) forse raddoppiabile e con un apparato di percussione sinora mai adottato dal musicista e formato, oltre che dai timpani, dalla gran cassa, dai piatti e dal triangolo, intesi ad evocare fieri effetti guerreschi, tanto più sorprendenti quanto meno l'innocente melodia che costituisce il tema del brano li lasciava presagire. Nel lento Minuetto (Moderato), alla pomposità del tema principale si contrappone la grazia cullante di quello del Trio. Il Presto in 6/8 è il tipico, dinamicissimo, finale haydniano, cui dà ulteriore contributo la nutrita percussione già utilizzata nel secondo tempo, la quale si produce in un assolo fortissimo di timpano e, nella coda, in uno sfogo al completo.

Guida all'ascolto 3 (nota 3)

Le dodici ultime sinfonie di Haydn, dette «londinesi» perché commissionategli dall'impresario Salomon durante il viaggio del musicista a Londra nel 1791, basterebbero da sole a definire il magistero formale del «padre della sinfonia». E nascono invece dopo una produzione che annovera 92 opere, arrestatasi nel 1788 con la sinfonia denominata «Oxford», scritta per il parigino conte d'Ogny ma eseguita solo tre anni più tardi nella blasonata città universitaria che conferiva al grande musicista austriaco la laurea honoris causa. Ma questo lasso triennale ha un'importanza storica che vorremmo dire simbolica e fin sintomatica: infatti il 1788 è la data delle ultime tre sinfonie di Mozart che muore nel '91, proprio l'anno in cui l'attivissimo Haydn riprende a comporne. Anzi, troviamo in questo artista ormai sessantenne e senza più validi competitori, un compositore vivo come non mai ma altresì un uomo nuovo: capace cioè di trasferire le molteplici esigenze espressive in una forma che consegna la concezione illuministica al mondo romantico che s'approssima; secondo uno spirito, inoltre, che molto trattiene del «nuovo "citoyen" francese di fine '700 come del borghese dinamico dell' 800», ha scritto bene il Manzoni (nella sua preziosa «Guida all'ascolto della musica sinfonica»). In queste dodici opere scritte in quattro anni, ritorna maturato e calibrato il suo sano e schietto umore, il suo piglio giovanile confortato da una lunga e provvida esperienza, la sua fantasia inesauribilmente solare. «Senza di lui il mondo sarebbe più povero», scrisse ispiratamente il Furtwaengler: e senza queste dodici sinfonie non sarebbe prevedibile l'apparizione di Beethoven.

La «Sinfonia n. 100» in sol maggiore, scritta nel 1794, è detta «Militare» (i soprannomi caratterizzano molte delle ultime opere di Haydn), seppure non si scosta dalle altre per accenti più spiccatamente militareschi od eroici in particolare. Nell'«Adagio» introduttivo si avverte sì un tono marziale e sostenuto per quanto sottovoce, che tosto viene cancellato dalla vivacità serena e campagnola dell'«Allegro», ricco di tratti anche mozartianamente aggraziati. E' nell'«Allegretto» seguente che Haydn (come già in altre Sinfonie ove introduceva il battito della «Pendola» od il colpo di timpano nella «Sorpresa») insinua, con fare divertito e gustoso, la trovata militaresca della tromba che dà un segnale di fanfara atto ad interrompere la quieta monotonia del tema ripreso ben sette volte dai diversi strumenti. Pochi squilli energici accompagnati da accordi orchestrali tosto degradanti nella serenità iniziale, che annulla ogni intento eroico, quasi burlescamente. Aggraziato e vivace il «Minuetto», laddove il «Finale» inizia con un tema effervescente e lieto, di comunicativa quasi rossiniana. Ancora una volta il motivo festoso riesce ad Haydn il più popolare, pur concedendosi qualche brève cadenza pensosa: per il resto, è l'animazione e la vivacità a costituirsi a vera costante di questo rutilante «Presto».

Sergio Martinetti


(1) Testo tratto dal programma di sala del Concerto dell'Accademia di Santa Cecilia,
Roma, Auditorio di via della Conciliazione, 8 maggio 1997
(2) Testo tratto dal Repertorio di Musica Classica a cura di Pietro Santi, Giunti Gruppo Editoriale, Firenze, 2001
(3) Testo tratto dal programma di sala del Concerto del Maggio Musicale Fiorentino,
Firenze, Teatro Comunale, 22 febbraio 1975


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Ultimo aggiornamento 13 novembre 2019