Concerto n. 3 in la maggiore per violino e orchestra "Melker-Konzert", Hob:VIIa:3


Musica: Franz Joseph Haydn (1732 - 1809)
  1. Moderato
  2. Adagio moderato (re maggiore)
  3. Finale: Allegro
Organico: violino solista, (2 oboi?), 2 corni, 2 violini, viola, violone
Composizione: 1769
Edizione: G. Henle Verlag, Monaco-Duisburg, 1969

Il titolo "Melker-Konzert" è apocrifo
Guida all'ascolto (nota 1)

Haydn è l'ultimo grande compositore al servizio di un nobile che lo stipendia per scrivere la musica necessaria a una corte, e come uno straordinario artigiano nel suo quotidiano lavoro produce assoluti capolavori. Suoi datori di lavoro dal 1761 sono gli Esterhazy, al cui servizio Haydn vive in un esilio dorato a Esterhaza, residenza costruita per eguagliare la Versailles francese. Qui il compositore ha a disposizione un'orchestra con ottimi solisti, come il violinista Tomasini, il "Luigi" che appare nella copia del Concerto in Do maggiore ("concerto per il violino fatto per il luigi"). Haydn scrisse probabilmente quattro concerti per violino, di cui uno purtroppo è andato perso.

La sua produzione è la colonna sonora ideale di una nobile residenza; mai superficiale o frivola, con il sorriso mostra il lato più piacevole del far musica, inventando melodie e meccanismi che in vari modi drammatizzano il discorso musicale in un teatro non immaginario, bensì sublimato in note; i momenti in cui si fa più malinconico sono rapidi sospiri di un'anima che subito torna serena.

Un'ultima annotazione musicologica: in questi concerti compare il clavicembalo come basso continuo, eredità di un barocco concluso, che sparirà con la successiva produzione classica di cui Haydn sarà decisamente protagonista.

Concerto n. 3 in La maggiore. L'ampio tema iniziale del primo movimento conferma l'aspetto elegante e sfarzoso di questi brani, e il solista riprende gli spunti orchestrali con una punta di gustosa sagacia; il sapore un po' rurale dei bicordi e la maliziosa scaletta interrotta da una sospensione sono alcune delle invenzioni con cui Haydn condisce questo primo episodio. Ancora da spunti del tema nascono poi progressioni armoniche su insistite figure in arpeggio, espressive inflessioni melodiche o note tenute, fino ad una modulazione in minore quasi pensierosa, ripresa dal solista che si spinge verso le regioni acute prima di arrivare alla cadenza, ampia e varia, come l'intero movimento.

L'Adagio è aperto da un aristocratico tema che questa volta mantiene tutta la nobile grazia anche nell'esecuzione del solista. Il clima non muta nella breve seconda esposizione del Tutti e in quella successiva del violino, che solo nella cadenza si lascia andare a qualche più ampia inflessione melodica, fino alla ripresa del tema iniziale da parte dell'orchestra.

Nel terzo movimento la verve ritmica del tema orchestrale contiene un episodio più cantabile che fa da interessante contrasto. Il violino si presenta con un'idea differente, sviluppata fino alle vette più acute dello strumento. Tutti e violino ripropongono il proprio differente tema, fino a quando l'incipit del motivo orchestrale si trasforma nell'accompagnamento del solista in un altro esempio di garbato contrappunto. Finalmente il solista si rende protagonista di ampie elaborazioni fino alla cadenza e alla ripresa del tema.

Emiliano Buggio


(1) Testo tratto dal libretto inserito nel CD allegato al n. 376 della rivista Amadeus


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Ultimo aggiornamento 27 luglio 2023