Concerto in mi bemolle maggiore per 2 corni e orchestra, Hob:VIId:2


Musica: Franz Joseph Haydn (1732 - 1809)
  1. Allegro maestoso
  2. Romance
  3. Rondò
Organico: 2 corni solisti, 2 oboi, 2 corni, archi
Composizione: 1760 circa
Guida all'ascolto (nota 1)

Se si tolgono il Concerto in re maggiore per violoncello e orchestra (1783), a giusta ragione considerato un modello nel suo genere per lo stretto rapporto dialogante fra il solista e il gruppo strumentale, e la Sinfonia concertante in si bemolle maggiore per violino, violoncello, oboe, fagotto e orchestra (1792), riecheggiante gli stilemi chiari e brillanti delle sinfonie londinesi, il resto della estesa produzione concertistica di Haydn (oltre quaranta divertimenti per orchestra e per complessi strumentali vari e una trentina di concerti per diversi strumenti solisti e orchestra) non esce dagli schemi di un artigianato di ottima fattura, sulla scia del cosiddetto classicismo in musica. A questa regola non sfugge il Concerto n. 2 in mi bemolle maggiore per due corni e piccola orchestra la cui data di composizione non si conosce con esattezza, ma dovrebbe risalire intorno al 1760. Esso è articolato in tre tempi di piacevole ed elegante musicalità. Il primo tempo (Allegro maestoso) si apre con una breve introduzione dell'orchestra, formata dagli archi, due oboi e due corni non solisti: si ode il tema principale, ben caratterizzato ritmicamente, su cui si inseriscono i due corni solisti, annuncianti un secondo tema in si bemolle maggiore dal tono fresco e spigliato, con passaggi virtuosistici, soprattutto nel gioco di imitazione sulla base di una successione di accordi di terza. Nello sviluppo delle modulazioni ritorna il tema iniziale, prima che il discorso strumentale, punteggiato da alcune figurazioni in terzine, si concluda tra fosforescenti sonorità. Il secondo tempo (Romance) è un adagio in mi bemolle maggiore, avviato dal primo corno e ripreso dai primi violini; da esso si sprigiona un clima di spensierata e gioviale musicalità. Non mancano brevi episodi in tono minore e in tono maggiore, tra i quali riaffiora costantemente il tema principale, secondo le caratteristiche della forma del rondò. Il concerto si conclude all'insegna del più cordiale e sincero ottimismo, secondo le regole del classicismo illuministico, dove il bene trionfa sempre sul male, qualunque siano le esperienze della vita dell'uomo.


(1) Testo tratto dal programma di sala del Concerto dell'Accademia di Santa Cecilia,
Roma, Piazza del Campidoglio, 28 luglio 1982


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Ultimo aggiornamento 7 giugno 2013