Tanti strali al sen mi scocchi, HWV 197

Duetto per soprano, contralto e basso continuo

Musica: Georg Friedrich Händel (1685 - 1759)
Testo: Ortensio Mauro
  1. Tanti strali al sen mi scocchi (sol maggiore)
    Duetto per soprano, contralto e basso continuo
  2. Ma se l'alma sempre geme nell'amor - Andante (sol maggiore)
    Duetto per soprano, contralto e basso continuo
  3. Dunque annoda pur, ben mio - Allegro (sol maggiore)
    Duetto per soprano, contralto e basso continuo
Organico: soprano, contralto, basso continuo
Composizione: 1710 - 1712
Edizione: W. Randall, 1777
Guida all'ascolto (nota 1)

Il Duetto Tanti strali al sen mi scocchi di Händel appartiene a una serie di duetti scritti al suo ritorno ad Hannover nel 1710 dopo il soggiorno in Italia. Il duetto e il terzetto a quell'epoca vantavano già una lunga tradizione. Lotti, ad esempio, ne pubblicò una raccolta nel 1703, tuttavia è noto che in generale il modello a cui Händel si è ispirato è costituito dai duetti di Agostino Steffani. Per tutto il corso di Tanti strali Händel evita che i cantanti raddoppino la linea del basso continuo (alla stessa maniera delle sonate a tre), concentrandosi invece sui diversi intrecci delle due voci. Vi è un'imitazione costante tra le tre sezioni che formano il duetto, con una scrittura particolarmente serrata nell'Andante centrale. La sezione d'apertura presenta, cosa assai rara, una struttura in forma di da capo; come nella sezione finale Händel si slancia qui in dei madrigalismi. Infatti alle parole «tanti strali» corrisponde un motivo ascendente in biscrome ripetuto numerose volte, mentre le «catene immortali» citate nel testo poetico oscillano su dei melismi che sembrano durare in eterno.

Testo

Tanti strali al sen mi scocchi,
Quante stelle sono in ciel.
Tanti fior quanti ne tocchi,
S'innamorano al tuo bel.

Ma se l'alma sempre geme
Nell'amor arsa e consunta,
Questo avvien perch'arde e teme,
Dal tuo cor esser disgiunta.
Dunque annoda pur, ben mio,
Di catena immortale anch'il desio.
(1) Testo tratto dal programma di sala del Concerto dell'Accademia Filarmonica Romana,
Roma, Teatro Olimpico, 25 marzo 1999


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Ultimo aggiornamento 25 gennaio 2015