La Resurrezione, HWV 47

Testo dell'oratorio (nota 1)

PRIMA PARTE

SONATA

SCENA I

ANGELO e LUCIFERO

Aria
ANGELO
Disserratevi, o porte d'Averno,
e al bel lume d'un nume ch'è eterno
tutto in lampi si sciolga l'orror!
Cedete, orride porte,
cedete al re di gloria,
che della sua vittoria
voi siete il primo onor.

Recitativo
LUCIFERO
Qual'insolita luce
squarcia le bende alla tartarea notte?
Qual'eco non più udita
d'un armonia gradita
fa intorno risonar le stigie grotte?
Se son del mio valore
gli applausi, giusti sono!
Oggi, che vincitore,
cittadini d'abisso, a voi ritorno;
e già mi vendicai con fiero sdegno
che perder già mi fé
de' cieli il regno!

Aria
LUCIFERO
Caddi, è ver, ma nel cadere
non perdei forza né ardire.
Per scacciarmi dalle sfere
se più forte aitar fu Dio,
orfatt'uomo, al furor mio,
pur ceduto ha con morire.

Recitativo
LUCIFERO
Ma che veggio? Di spirti a me nemici
come un sì folto stuolo
per quest'aure annegriti
da' miei respiri, osa portar il volo?
ANGELO
De' tenebrosi chiostri
tacete, orridi mostri!
Dileguatevi, o larve! Ombre sparite!
E dell'eterno re le leggi udite.
LUCIFERO
Chi sei? Chi è questo re,
che dove io regno a penetrar s'avanza?
ANGELO
E re di gloria, è re possente e forte,
cui resister non può la tua possanza.
LUCIFERO
Se parli di chi penso,
pur oggi a morte spinto,
negar non può ch'il mio poter l'ha vinto.
ANGELO
Come cieco t'inganni, e non t'avvedi
che se morì chi è della vita autore,
non fu per opra tua, ma sol d'amore.

Aria
D'amor fu consiglio
che al Padre nel Figlio
l'offesa pagò,
per render all'uomo
la vita ch'un pomo
gustato involò.

Recitativo
LUCIFERO
E ben, questo tuo Nume
dell'uomo innamorato
e che per lui svenato
oggi volle morir, che più presume?
L'omaggio a me dovuto,
se a rendermi qua giù muove le piante,
venga. Ma se pretende...
ANGELO
Taci, che or lo vedrai, mostro arrogante!
Vedrai come delusa
da lui fugge la morte;
vedrai come confusa
lo rimira la colpa;
vedrai come atterrita
si nasconde la pena;
vedrai come tu stesso
tremerai genuflesso
al suo gran nome.
LUCIFERO
lo tremante! io sì vile! E quando? E come?
Sconvolgerò gl'abissi,
dal suo centro commossa
dissiperò la terra,
all'aria coi respiri,
al fuoco coi sospiri,
con gli aneliti al ciel muoverò guerra.

Aria
O voi, dell'Erebo
potenze orribili,
su, meco armatevi
d'ira e valor!
E dell'Eumenidi
gli angui terribili,
con fieri sibili
ai cieli mostrino,
ch'hanno i suoi fulmini
gli abissi ancor!

SCENA II

CLEOFE e MADDALENA

Recitativo
MADDALENA
Notte, notte funesta,
che del divino sole
con tenebre di duol piangi l'occaso,
lascia, lascia che pianga anch'io,
e con sopor tiranno
al giusto dolor mio,
deh, non turbar l'affanno!

Aria
Ferma l'ali, e sui miei lumi
non volar, o sonno ingrato!
Se presumi, se presumi
asciugarne il mesto pianto,
lascia pria che piangan tanto
quanto sangue ha sparso in fiumi
il mio Dio per me svenato.

Recitativo
CLEOFE
Concedi, o Maddalena,
qualche tregua al martire,
che un continuo languire
può con la vita anche scemar la pena;
e per un Dio ch'è morto
così giusto è 'l dolore,
che non convien di renderlo più corto.
MADDALENA
Cleofe, invano al riposo
tu mi consigli, ed al mio core amante
sarebbe più penoso ogni momento
che potesse restar senza tormento.
CLEOFE
Se il tuo giusto cordoglio
sol di pene ha desio,
trattenerlo non voglio,
ma solo unire al tuo l'affanno mio.

Aria
Piangete, sì, piangete,
dolenti mie pupille,
e con amare stille
al morto mio Signor
tributo di dolor
meste rendete!
Che mentr'egli spargea
tutto il suo sangue in croce,
morendo sol dicea
di pianto: ho sete.
Piangete, sì, piangete.

Recitativo
MADDALENA
Ahi, dolce mio Signore,
le tue vene già vuote
chiedan di poco umore
momentaneo ristoro.
e il barbaro Israele
bevanda sol di fiele
ti porse: io lo rammento, e pur non moro?
CLEOFE
Ahi, popolo crudel, popolo ingrato!
Chi per te già disciolse
duri macigni in liquidi torrenti
di purissimi argenti,
poche stille ti chiede;
tu gli dai per mercede
un sì amaro liquore:
e in rammentarlo non si spezza il core?
MADDALENA
O crude rimembranze!
CLEOFE
O funeste memorie!...
MADDALENA
... Tormentatemi pur!...
CLEOFE
... Sì, sì, seguite
ad accrescermi il duol...
MADDALENA
... Che nel tormento...
CLEOFE
... Che nell'angoscia ria...
MADDALENA
... lo godo ancor...
CLEOFE
... Sollievo ancor io sento...
MADDALENA
Se col pensiero afflitto
vo' lusingando almeno
il mio desire, e parmi aver nel seno
qualche martir del mio Gesù trafitto,
CLEOFE
Se nell'afflitta mente
ho il mio Gesù presente,
e benché esangue ed impiagato, parmi
che basti il volto suo per consolarmi.

Duetto
MADDALENA
Dolci chiodi, amate spine,
da quei piedi e da quel crine
deh, passate nel mio sen.
CLEOFE
Cara effìgie addolorata,
benché pallida e piagata,
sei mia vita, sei mio ben.

SAN GIOVANNI e le DONNE

Recitativo
SAN GIOVANNI
O Cleofe, o Maddalena,
del mio divin maestro amanti amate,
o quant'invidio, quanto,
quelle che ora versate
stille di puro amor più che di pianto.
Spero presto vederle,
per coronare il mio Signor risorto,
da rugiade di duol cangiarsi in perle.
MADDALENA
Giovanni, tu che fosti
del mio Gesù discepolo diletto,
e degl'arcani suoi
segretario fedel, solo tu puoi
di speme più tranquilla
ravivar nel mio sen qualche scintilla.
SAN GIOVANNI
Già la seconda notte,
da ch'egli estinto giacque,
col carro suo di tenebroso gelo
tutta varcò la sommità del cielo,
e del Gange su l'acque
attende già la risvegliata aurora
del nuovo sole il lucido ritorno;
ma il nostro sole ancora
a noi tornar promise il terzo giorno.
Consoli dunque il vostro cor che geme,
una si bella e sì vicina speme.

Aria
Quando è parto dell'affetto,
il dolor in nobil petto
non estingue la costanza.
Quando è figlia della fede,
mai non cede
al timore la speranza.

Recitativo
CLEOFE
Ma dinne, e sarà vero
che risorga Gesù?
SAN GIOVANNI
S'egli l'ha detto,
chi mai di menzognero
oserà d'arguir labbro divino!
MADDALENA
Su! Dunque andiamo, e pria ch'il mattutino
raggio dell'orizzonte il lembo indori,
andiam ad osservare al sacro avello,
che almen potremmo in quello
con balsami ed odori
unger la fredda esanimata salma
di chi fu già di noi la vita e l'alma.
CLEOFE
Pronta a seguirti io sono,
ma speranza meglior mi rende ardita,
e di Giovanni ai detti
spero viva trovar la nostra vita.

Aria
Naufragando va per l'onde
debol legno, e si confonde
nel periglio anch'il nocchier.
Ma se vede poi le sponde,
lo conforta nuova speme,
e del vento più non teme
né del mar l'impeto fier.

Recitativo
SAN GIOVANNI
Itene pure, o fide amiche donne,
al destinato loco,
ch'ivi forse potrete
del vostro bel desio trovar le mete,
mentr'io torno a colei, che già per madre
mi die nell'ultim'ore
del suo penoso agone il mio Signore.
MADDALENA
A lei ben opportuno
il tuo soccorso fia,
che in così duro scempio
qual sia la pena sua so per la mia.
SAN GIOVANNI
Ben d'ogn'altro più grande
fu il dolor di tal madre
di tal figlio alla morte;
ma d'ogn'altro più forte
ebbe in soffrirlo il petto, ed or costante
e ferma più d'ogn'altra ha la speranza
di vederlo risorto; e se l'ottiene,
la gioia allor compenserà le pene.

Aria
Così la tortorella
talor piange e si lagna,
perché la sua compagna
vede, ch'augel feroce
dal nido gli rubò.
Ma poi, libera e bella
se ritornar la sente,
compensa in lieta voce
quel gemito dolente
che mesta già formò.

Recitativo
MADDALENA
Se Maria dunque spera,
e spera ancor Giovanni,
anch'io dar voglio con sì giusta speme
qualche tregua agli affanni;
ma pure chi ben ama sempre teme,
e nell'amante mio misero core,
benché speranza regni,
bandir non può il timore.
Or degli opposti affetti
a chi debba dar fede,
vedrò volgendo il piede
all'adorato speco,
tomba del mio Gesù. Vada Giovanni
a consolar Maria; Cleofe sia meco.

Aria
Ho un non so che nel cor,
che invece di dolor,
gioia mi chiede.
Ma il core, uso a temer
le voci del piacer,
o non intende ancor,
o inganno del pensier
forse le crede.

SCENA III

Recitativo
ANGELO
Uscite pure, uscite
dall'oscura prigione,
ove sì lunga ed orrida stagione
questo giorno attendeste, anime belle!
Uscite pure, uscite
a vagheggiare, a posseder le stelle!
Di quel Signor, che ha vinto
per voi la morte e 'l contumace Averno,
il trionfo seguite:
e voi primi venite,
o primi padri delle umane genti;
né s'odano più lamenti
del vostro antico errore,
or ch'ebbe in sorte un tanto Redentore;
seguano gli altri poi,
e per l'orme di luce,
che del divino duce
il glorioso pie stampa nell'ombre,
da questo centro squallido e profondo
sorgan con lui sovra l'aperto mondo.
Ma con eco festiva
replichi prima il lor devoto labbro.
Il Nume vincitor
trionfi, regni e viva!
CORO e ANGELO
Il Nume vincitor
trionfi, regni e viva,
un Dio vincitor!
ANGELO
Viva e trionfi quel Dio così grande
che i cieli spande,
che al sol dà splendor.
CORO DI ANGELI
Viva e trionfi quel Dio così grande
che i cieli spande,
che al sol dà splendor.
Per cui Cocito
geme atterrito,
da chi fu vinta la morte ancor.

PARTE SECONDA

Introduzione

SCENA I

Recitativo
SAN GIOVANNI
Di quai nuovi portenti
ha la terra oggi ancor il sen fecondo?
Piansero gli elementi
del loro fabbro immortal la morte fiera,
e d'un giorno che spera
di vederlo risorto
con gl'istessi tremori
par ch'il suolo paventi i primi albori.
Ma forse dell'inferno,
che del Dio vincitor l'asta percosse,
gli ultimi sforzi son, l'ultime scosse.

Aria
Ecco il sol ch'esce del mare
e più chiaro che non suole
smalta i prati, i colli indora.
Ma chi sa, che di quel Sole
ch'oggi in vita ha da tornare,
questo sol non sia l'aurora.

Recitativo
Ma ove Maria dimora
se ho già vicino il piede,
spero veder ben presto
cangiata la speranza in certa fede,
e senz'alcun periglio
lieta la madre e glorioso il figlio.

SCENA II

ANGELO poi LUCIFERO

Aria
ANGELO
Risorga il mondo,
lieto e giocondo
col suo Signor!
Il ciel festeggi,
il suol verdeggi,
scherzino, ridano
l'aure con l'onde,
l'erbe coi fior!

Recitativo
Di rabbia indarno freme
coi mostri suoi l'incatenato Averno;
l'odio che oppresso geme,
la crudeltà che piange,
l'invidia che sospira,
l'empietà che delira,
l'iniquità tremante,
il furor vacillante,
sbigottita la frode,
denso il tradimento,
vilipeso l'orgoglio,
del mio Signor risorto
saran carro al trionfo e base al soglio.

Recitativo
LUCIFERO
Misero! Ho pure udito?
e in van per vendicarmi
contro forza maggiore impugno l'armi?
ANGELO
Sì, sì, contrasti in van; torna a Cocito!
LUCIFERO
Perché al cil pria non torna
il tuo risorto Nume?
ANGELO
Perché pria vuole in terra
far della gloria sua noto il mistero.
LUCIFERO
Noti gli oltraggi miei? No, non fia vero!

Aria
Per celare il nuovo scorno
le tue faci ancor al giorno
con un soffio io smorzerò.
E con tenebre nocenti
delle inferme umane menti
ogn'idea confonderò.

Recitativo
ANGELO
Oh come cieco il tuo furor delira!
Mira, folle, deh mira
le donne pie che all'incavato sasso,
sepolcro già delle divine membra,
muovon veloce il passo!
A loro il ciel comanda
ch'io l'arcano riveli,
ond'esse in pubblicarlo
agli altri poi ne sian trombe fedeli.

Duetto
LUCIFERO
Impedirlo saprò!
ANGELO
Duro, duro è il cimento...
LUCIFERO
impedirlo io saprò!
Ho ardir che basta.
ANGELO
... Duro è il cimento;
lo dirà l'evento!

SCENA III

MADDALENA, CLEOFE e LUCIFERO

Recitativo
MADDALENA
Amica, troppo tardo
fu il nostro pie;
già il sol sull'etra ascende.
CLEOFE
Fu il cor troppo codardo,
che della terra agl'improvvisi moti
fe' i nostri passi rimanere immoti.
MADDALENA
Or chi sa se potremo
ricercar nella tomba il mio tesoro.
CLEOFE
Se son desti i custodi, io ben ne temo.
MADDALENA
lo temo ancora, ma più il mio Nume adoro.

Aria
Per me già di morire
non paventò Gesù.
Egli mi dà l'ardire;
per lui nulla pavento,
né morte né tormento;
quando ho Gesù nel cor, non temo più.

Recitativo
LUCIFERO
Ahi, aborrito nome,
ahi, come rendi, come,
ogni mio sforzo imbelle!
Ahi, che vinto e confuso,
atterrito e deluso
fuggo il ciel, fuggo il suol,
fuggo il mondo,
e del più cupo abisso
torno a precipitar nel sen profondo!

SCENA IV

CLEOFE , MADDALENA ed ANGELO

Aria
CLEOFE
Vedo il ciel che più sereno
si fa intorno e più risplende;
e di speme nel mio seno
più bel raggio ancor s'accende.
 
Recitativo
MADDALENA
Cleofe, siam giunte al luogo,
ove tomba funesta
dell'amato Signor coprì la salma.
CLEOFE
Parmi veder, si, sì vedo ben certo
ch'è già l'avello aperto,
e su la destra sponda
siede con bianca stola
un giovane vestito.
MADDALENA
O quale spira
grazia dal volto suo, che mi consola!
Appressiamoci a lui, che già ne mira!
ANGELO
Donne, voi ricercate
di Gesù Nazareno,
ove giacque già morto;
ora non è più qui, ma è già risorto!
Al vostro puro affetto
giusto è che diano i cieli
così bella mercede,
e un tal mistero a voi prima si sveli,
per far araldi poi della sua fede.
Itene dunque a pubblicarlo, e sia
premio del vostro pianto
della gioia comune il primo vanto.

Aria
Se per colpa di donna infelice
all'uomo nel seno
il crudo veleno la morte sgorgò,
dian le donne la nuova felice
che chi vinse la morte, già morto,
poi risorto, la vita avvivò.

Recitativo
MADDALENA
Mìo Gesù, mio Signore,
già che risorto sei,
perché, perché ti ascondi agl'occhi miei?
Può ben la fede, è vero,
far che la mente adori il gran mistero;
ma come può l'amore
esser contento a pieno,
se non manda il suo ben per gl'occhi al core?
Vo' cercarti per tutto;
né sarà forse in vano,
che da chi ben ti cerca,
mai, dolce mio tesor, tu sei lontano.

Aria
Del ciglio dolente
l'ondosa procella
in Iride bella
cangiando, cangiando sen va.
E il cor che già sente
vicino il suo sole
da mesto e languente
sereno si fa.

Recitativo
CLEOFE
Sì, sì, cerchiamo pure
l'orme dei nostro amor,
che fortunata sarà ben chi lo trovi!
Verso il bosco io men vado,
mentre tu verso gli orti i passi movi.

Aria
Augelletti, ruscelletti,
che cantando, mormorando,
date lodi al mio Signore,
insegnatemi dov'è!
Fiori ed erbe, già superbe
di lambir le sacre piante,
deh mostrate a un cor amante
le bell'orme del suo pie!

SCENA V

SAN GIOVANNI e CLEOFE

Recitativo
SAN GIOVANNI
Dove sì frettolosi,
Cleofe, rivolgi i passi?
CLEOFE
In traccia di Gesù ch'è già risorto,
come fa Maddalena.
SAN GIOVANNI
Onde il sapeste?
CLEOFE
Sovra l'aperto avello,
così a noi rivelò labbro celeste.
SAN GIOVANNI
Così la madre a me poc'anzi ha detto.
a cui prima d'ogn'altro
del figlio apparve il glorioso aspetto.
CLEOFE
O come lieta avrà quel figlio accolto!
SAN GIOVANNI
Parve ch'il suo bel volto,
di stille lacrimose umido ancora,
del sol divino all'improvviso raggio
fosse tra riso e pianto un'altra aurora.
Poi la gioia veloce
corse dal seno al labbro in questa voce:

Aria
Caro figlio!
Caro figlio, amato Dio,
già il cor mio
nel vederti esce dal petto!
E se lento
fu in rapirmelo il tormento,
me lo toglie ora il diletto.

MADDALENA e i SUDDETTI

Recitativo
MADDALENA
Cleofe, Giovanni, udite,
udite la mia nuova alta ventura!
Ho veduto in quell'orto il mio Signore,
che avea d'un suo guardian preso figura,
ma dalle rozze spoglie
uscia luce sì pura e così ardente,
che pria degli occhi il ravvisò la mente.
Poi conobbi quel viso,
in cui, per farsi bello,
si specchia il Paradiso.
Vidi le mani ancora, vidi le piante,
ed in esse mirai, lucide e vaghe,
sfavillar come stelle
quelle ch'erano pria funeste piaghe.
A baciarle il labbro allor s'accinse,
ma Gesù mi respinse, e dir mi parve:
tu non mi puoi toccar! Poscia disparve.
SAN GIOVANNI
Non si dubiti più!
CLEOFE
Cessi ogni rio timore!
MADDALENA
È risorto Gesù.
SAN GIOVANNI
Viva è la nostra vita..
CLEOFE
... lì nostro amore.

Aria
MADDALENA
Se impassibile, immortale
sei risorto, o sole amato,
deh fa ancor ch'ogni mortale
teco sorga dal peccato!

Recitativo
SAN GIOVANNI
Sì, sì col Redentore
sorga il mondo redento!
CLEOFE
Sorga dalle sue colpe il peccatore!
MADDALENA
Ed al suo fabbro eterno
ogni creatura dia lodi ed onore!
CORO
Diasi lode in cielo e in terra
a chi regna in terra, in Ciel!
Ch'è risorto oggi alla terra
per portar la terra al Ciel!


(1) Testo tratto dal programma di sala del Concerto dell'Accademia di Santa Cecilia,
Roma, Auditorium Parco della Musica, 16 Aprile 2009


I testi riportati in questa pagina sono tratti, prevalentemente, da programmi di sala di concerti e sono di proprietà delle Istituzioni o degli Editori riportati in calce alle note.
Ogni successiva diffusione può essere fatta solo previa autorizzazione da richiedere direttamente agli aventi diritto.


Ultimo aggiornamento 17 ottobre 2014