Ouverture in re maggiore per orchestra "Händel's Water Piece", HWV 341


Musica: Georg Friedrich Händel (1685 - 1759)
  1. Ouverture: ... (re maggiore)
  2. Allegro (re maggiore)
  3. Air: ... (re maggiore)
  4. ... (re maggiore)
  5. Marche: ... (re maggiore)
Organico: tromba, 2 violini, viola, basso continuo
Composizione: 1723 - 1733 circa
Edizione: Daniel Wright, Londra, 1733

Attribuzione incerta
Guida all'ascolto (nota 1)

La dispersione dell'autografo della Water Music di Händel, già nel corso del XVIII secolo, favorì la proliferazione di versioni manoscritte ed edizioni a stampa - autorizzate o meno - di brani tratti dalla celebre Suite strumentale. Il fenomeno, se da un lato sta a testimoniare dell'enorme popolarità goduta in Inghilterra fin dal Settecento dalla partitura händeliana, dall'altro attesta la ricchezza e la vivacità dell'editoria musicale britannica, pronta a raccogliere le crescenti sollecitazioni legate all'affermazione dell'istituzione del concerto pubblico e all'espansione tra le classi aristocratico-borghesi del dilettantismo musicale. Naturalmente la moltiplicazione delle fonti ha accresciuto non poco le difficoltà di quei ricercatori che a partire dal 1950 circa si sono impegnati a ricostruire la strumentazione e l'assetto originario della Water Music. Ancora oggi non si è giunti a conclusioni univoche; e se i musicologi sono sostanzialmente concordi nell'individuare tre suites differenti, sono tuttora divisi tra loro se riferirle ad altrettanti water parties distinti, oppure a tre momenti diversi di un medesimo corteo fluviale, in particolare di quello largamente documentato che ebbe luogo nel luglio del 1717. Non è da escludere che la Water Music di Händel - tutta o in parte - sia stata eseguita in occasione di altre feste navali che dovettero essere molto più numerose di quelle effettivamente documentate. In ogni caso ebbe larga parte nelle manifestazioni musicali tenute tanto nelle taverne o nei giardini pubblici, quanto nelle residenze private o nei salotti nobiliari, sia in arrangiamenti appositamente predisposti per clavicembalo o per flauto (i due strumenti prediletti dall'amatore del Settecento), oppure per più piccoli insiemi orchestrali, sia in "pasticci" nei quali brani di origine händeliana si mescolavano con quelli di altri compositori.

La Suite fu annunciata dall'editore Daniel Wright nel "The Country Journal" del 12 maggio 1733 con il titolo: A choice Sett of Airs, call'd Handel's Water Piece, composed for a Variety of Instruments. Di questa prima edizione, apertamente pirata, non rimane alcuna copia; tuttavia si conserva un esemplare completo della seconda ristampa, predisposta nel 1740 circa dal successore di Wright, Jonathan Johnson. La partitura, che per concezione generale rientra nella tradizione inglese di musica per fiati (Purcell, Blow, Jeremiah Clarke), è strumentata per tromba, violini I e II, viole e bassi, e comprende cinque brevi pezzi: quelli esterni sono di derivazione händeliana, mentre i tre centrali sono apocrifi.

La Handel's Water Piece si apre con un'Overture ricalcata sul brano iniziale della Suite in re maggiore della Water Music (una trascrizione del medesimo pezzo per clavicembalo solo si ritrova in un'antologia dallo stesso titolo pubblicata in due edizioni a Londra da Thompson & Co. fra il 1755 e il 1770). Oltre ad alcuni cambiamenti minimi nell'orchestrazione, che sembrano suggerire una stesura a memoria dell'arrangiamento, la differenza più marcata tra le due versioni consiste nella semplificazione dell'organico esecutivo, per cui il serrato gioco di contrapposizioni quasi "stereofoniche" tra le diverse famiglie strumentali previsto dalla partitura händeliana, viene sostituito da una più semplice e lineare giustapposizione tra la tromba e i violini I e II, i quali riproducono le parti originariamente scritte per i corni. I due movimenti successivi hanno natura prettamente concertante: nel primo, un vivace Allegro in 12/8, i brevi interventi del solista si sovrappongono alla fluida successione di crome dei violini, mentre nel secondo, un'elegante Arie in 3/8, la tromba con il solo sostegno del basso riprende alla lettera la dignitosa melodia proposta dagli archi su ripetuti ritmi puntati. La Suite termina con due brani di semplicissima fattura, il secondo dei quali, una March, era già apparso nella Partenope di Händel, andata in scena a Londra nel 1730; in essi la tromba è all'unisono con i violini I e si unisce all'orchestra in un trasparente andamento omoritmico dalle sonorità chiare e solari, a metà strada tra la musica da cerimonia e "di consumo".

Marco Carnevali


(1) Testo tratto dal programma di sala del Concerto dell'Accademia di Santa Cecilia,
Roma, Auditorio di Via della Conciliazione, 28 aprile 2000


I testi riportati in questa pagina sono tratti, prevalentemente, da programmi di sala di concerti e sono di proprietà delle Istituzioni o degli Editori riportati in calce alle note.
Ogni successiva diffusione può essere fatta solo previa autorizzazione da richiedere direttamente agli aventi diritto.


Ultimo aggiornamento 19 settembre 2014