Dietro l'orme fugaci (Armida abbandonata), HWV 105
Cantata per soprano, archi e basso continuo
Musica: Georg Friedrich Händel (1685 - 1759)
Testo: autore ignoto
- Dietro
l'orme fugaci (re minore)
Recitativo per
soprano, 2 violini e basso continuo
- Ah!
crudele e pur ten vai - Adagio (fa maggiore)
Aria per soprano e basso continuo
- Per
te mi struggo
Recitativo per soprano e basso
continuo
- O
voi dell'incostante e procelloso (sol minore)
Recitativo per soprano, 2 violini e basso continuo
- Venti,
fermate (do minore)
Aria per soprano, 2
violini e basso continuo
- Ma
che parlo, che dico?
Recitativo per soprano e
basso continuo
- In
tanti affanni miei assistimi almen - Siciliana
(sol minore)
Aria per soprano, 2 violini e basso continuo
Organico: soprano, 2 violini, basso continuo
Composizione: 1707
Edizione: Deutsche Händelgesellschaft, Lipsia, 1888
Il mito moderno, di derivazione tassiana, di Armida
abbandonata è soggetto della cantata omonima, strumentata per
l'organico minimo di due violini e basso, impiegato tuttavia con
fantasia inesausta e chiamato a collaborare all'alta espressività di
questa cantata, destinata probabilmente alla Durastanti e trascritta
dallo stesso Bach. Nella corona di tre arie e ben due recitativi
accompagnati Händel modula tutta la gamma delle reazioni dell'amante
tradita - già nel 1711 il medesimo personaggio ritornerà nel Rinaldo, ma
rinnoverà l'impresa anche trent'anni più tardi con la figura operistica
di Alcina - che trascorre già nel recitativo d'apertura dalla
concitazione allo sgomento, sfrutta il topos barocco del
lamento, sfoga furibonda la sete di vendetta scopre infine, in una
splendida siciliana in sol minore, tutta la fragilità del suo dolore.
Esibisce insomma una profondità di sentire propria delle cantate
händeliane destinate a figure femminili, nota Ellen T. Harris,
autorevole
specialista di questo repertorio.
Raffaele Mellace
Testo della cantata
Armida abbandonata
N. 1 - Recitativo accompagnato
Dietro l'orme fugaci
del guerrier che gran tempo
in lascivo soggiorno ascoso avea,
Armida abbandonata il pie movea;
e poi che vide al fine
che l'oro del suo crine,
i vezzi, i sguardi, i preghi
non han forza che leghi
il fuggitivo amante,
fermò le stanche piante,
e assisa sopra un scoglio,
colma di rio cordoglio,
a quel leggiadro abete
che il suo ben le rapia le luci affisse;
piangendo e sospirando così disse:
N. 2 - Aria
Ah, crudele, eppur ten vai,
e mi lasci in preda al duolo,
eppur sai che sei tu solo
il diletto del mio cor.
Come, ingrato, e come puoi
involare a questo sen
il seren de' lumi tuoi,
se per te son tutta ardor?
N. 3 - Recitativo
Per te mi struggo, infido,
per te languisco, ingrato;
Ah, pur lo sai che sol da tuoi bei rai
per te piagato ho il seno,
eppur tu m'abbandoni, infido amante.
N. 4 - Recitativo accompagnato
O voi, dell'incostante
e procelloso mare orridi mostri,
dai più profondi chiostri
a vendicarmi uscite,
e contro quel crudel incrudelite.
Sì, sia vostro il vanto
e del vostro rigore
un mostro lacerar di voi maggiore.
Onde, venti, che fate?
Che voi noi sommergete? Ah! No, fermate.
N. 5 - Aria
Venti, fermate sì,
noi sommergete, no;
è ver che mi tradì,
ma pur l'adoro.
Onde crudeli, no,
non l'uccidete;
è ver che mi sprezzò,
ma è il mio tesoro.
N. 6 - Recitativo
Ma che parlo, che dico?
Ah, ch'io vaneggio,
e come amar potrei un traditore,
infelice mio core?
Rispondi, o dio, rispondi!
Ah! che tu ti confondi,
dubbioso e palpitante,
vorresti non amare, e vivi amante.
pezza quel laccio indegno
che tiene avvinto ancor gli affetti tuoi,
Che fai, misero cor? Ah, tu non puoi.
N. 7 - Aria
In tanti affanni miei
assistimi almen tu,
nume d'amore.
E se pietoso sei,
fa' ch'io non ami
più quel traditore.
(1)
Testo tratto dal libretto inserito nel CD allegato al n. 217 della rivista Amadeus
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Ultimo aggiornamento 24 luglio 2017