Georg Friedrich Händel venne in Italia nel 1706 e visse per qualche anno a Firenze, Roma, Napoli e Venezia. Qui colse il primo grande successo teatrale con Agrippina, libretto del cardinale Vincenzo Grimani, rappresentata ài Teatro San Giovanni Crisostomo il 26 dicembre 1709, con la Darastanti protagonista. L'opera; in cui Händel usò materiale tolto da altre sue composizioni; fu replicata 27 volte, fatto assai raro per l'epoca. Mattheson scrisse in proposito che «il pubblico strepitava come impazzito», «e non appena c'era una piccola pausa gli spettatori gridavano: viva il caro sassone». In Agrippina, Händel si ricollega ad elementi stilistici di A. Scarlatti, Steffani, Vivaldi nonché, per meglio servire certo spirito satirico che serpeggia in talune scene, a quelli dell'opera buffa napoletana.
Dal 1943 si ebbe ini Germania l'inizio di una nuova fase di rinascenza dell'operistica Händeliana proprio con Agrippina che, nella rielahorazione di H. C. Wolff, venne rappresentata ad Halle, Lipsia, Gottinga e altri centri.
L'ouverture si può considerare del tipo cosiddetto francese soprattutto per lo schema Andante (introduttivo), Allegro (d'impostaziohe fugata), piccolo Adagio di chiusa (e qui l'oboe conduce una breve frase solisticaj; ma per la sua struttura compositiva denuncia anche essa, come tutta, l'opera, un'ascendenza prettamente italiana.
Giorgio Graziosi