Nella Suite lirica Edvard Grieg trascrive per orchestra quattro Pezzi lirici tratti dalla raccolta pianistica op. 54. Sono quattro immagini poetiche di quel mondo fiabesco e incantato, ingenuo e semplice, cosi caro alla cultura nordica. Un mondo che rivive magicamente nella musica di Grieg e che trova forse, proprio nei Pezzi lirici, l'interpretazione più pura e profonda. La data di composizione è il 1891. L'atmosfera agreste della prima pagina è resa preziosa dall'uso frequente di cromatismi e dalla sinuosità un po' orientaleggiante della melodia. Perfettamente intonato all'ambiente popolare norvegese è invece il secondo brano, deliziosa miniatura dai richiami schumanniani. Nel Notturno, il movimento ondeggiante della frase si carica appena di qualche patetico struggimento, subitamente mitigato dal carattere dolcissimo del canto. Il raccolto intimismo di questo pezzo è reso magistralmente dall'orchestra, benché nell'originale per pianoforte brillino trasparenze e colori che sono irreecuperabili. I troll sfilano spediti nel bosco. Un'improvvisa fermata, uno sguardo circospetto e furbo tra i rami, poi via, di nuovo tutti a marciare. Ancora una volta il richiamo al mondo poetico di Schumann è evidente ma trapela anche quello francese di Fauré e Debussy.