Glazunoff - nato a Pietrogrado nel 1865 da un noto libraio-editore di quella città - non senza aver coltivato seriamente anche la sua educazione spirituale frequentando la "Seconda Scuola Reale", studiò pianoforte con Elenkowski e contrappunto e composizione con Rimski-Korsakoff, che lo ebbe fra gli allievi prediletti. Già nel 1882 fece eseguire a Pietrogrado la prima sinfonia, che, nuovamente strumentata, porta il numero d'opera 5. Anche Glazunoff godette dell'amicizia e degli incoraggiamenti di quel grande incitatore e suscitatore di movimenti artistici che fu Liszt, da lui conosciuto nei suoi viaggi. Nel 1889 diresse a Parigi, in un concerto russo promosso dall'editore Belaieff, la sua seconda sinfonia e il poema sinfonico Stenka-Razin. Da allora in poi il suo nome si è reso noto, e le sue composizioni si sono continuamente accresciute di numero: fra le principali ricordiamo otto sinfonie, poemi sinfonici e una quantità di altri lavori per orchestra, un ballo in tre atti Raymonda, quartetti, composizioni per pianoforte, e per canto. In collaborazione col suo maestro Rimski-Korsakoff ha terminato e strumentato l'opera Il Principe Igor lasciata incompiuta dal suo amico e fratello d'arte Borodin, alla cui memoria Glazunoff ha anche dedicato il suo poema sinfonico Stenka-Razin.
La presente sinfonia - lavoro di nobile e ricco svolgimento - porta la data del 1897. Si inizia con un motivo misterioso in tempo Adagio, proposto pianissimo dai bassi, cui rispondono successivamente le altre voci del quartetto; uno sviluppo di carattere fugato, attraverso un movimento più mosso, conduce dell'Adagio all'Allegro, che si svolge sullo stesso tema fondamentale con cui la sinfonia si è iniziata, Questo motivo, in do minore, e un'altro dolcemente cantabile e più tranquillo, in mi bemolle, che ad esso succede con bell'effetto di contrasto, cantato dai violini, formano la base tematica del primo tempo.
Una particolare attrattiva di questa sinfonia è il secondo tempo: Tema con variazioni. Il tema, semplice, ingenuo, di carattere russo, nelle successive variazioni - sotto l'aspetto melodico-armonico e ritmico, e attraverso le infinite risorse delle voci e dei timbri dell'orchestra - si trasforma in molteplici atteggiamenti: dalla severità ieratica del fugato allo scintillante brio dello Scherzino, dalla soave poesia del Notturno alla maestosa vigoria del Finale.
Il terzo tempo, Intermezzo, è un elegante Allegretto, iniziato dagli strumenti a fiato e svolto poi con varietà di inflessioni e di timbri dalla intera orchestra.
L'ultimo tempo, dai ritmi energici e multiformi e dalla maschia sonorità, chiude la sinfonia - risolvendosi infine in un energico episodio di carattere fugato - con solennità e vigore.