Sinfonia n. 6 in re maggiore, op. 60 (B. 112)


Musica: Antonin Dvoràk (1841 - 1904)
  1. Allegro non tanto
  2. Adagio
  3. Scherzo, Furiant: Presto - Trio: Poco meno mosso
  4. Finale: Allegro con spirito
Organico: 2 flauti, 2 oboi, 2 clarinetti, 4 corni, 2 trombe, 3 tromboni, basso tuba, timpani, archi
Composizione: Praga, 27 agosto - 15 ottobre 1880
Prima esecuzione: Praga, Prozátimní Divadlo, 25 marzo 1881
Dedica: Hans Richter
Guida all'ascolto (nota 1)

Dvoràk scrisse nove sinfonie, così come Beethoven e Bruckner, e insieme con Smetana e Janàcek è la personalità più rappresentativa della corrente musicale nazionalistica cèca, tesa a valorizzare certe caratteristiche del folclore e del canto popolare boemo così intriso di lirismo, di struggente malinconia ed anche di quel gusto tutto slavo per le danze contadine e zingaresche, che spesso non sono rifacimenti e adattamenti, ma creazioni autentiche di un artista dall'accesa e fervida fantasia romantica. Solo recentemente la produzione sinfonica di Dvoràk, che sin dall'inizio ha registrato una larghissima diffusione in Europa e fuori, ha avuto una definitiva classificazione che sarà bene ripetere per motivi di chiarezza agli odierni ascoltatori. La Sinfonia n. 6 un tempo era conosciuta, infatti, come la Sinfonia n. 1, la quale in realtà è quella in do minore detta "Le campane di Zlonice" (1865). Le altre sinfonie sono catalogate nel seguente modo: la n. 2 è in si bemolle maggiore (1865), la n. 3 è in mi bemolle maggiore (1873), la n. 4 è in re minore (1874), la n. 5 è in fa maggiore ed era nota come la n. 3 (1875), la n. 6 è in re maggiore (1880), la n. 7 è in re minore ed era nota come la n. 2 (1884-85), la n. 8 è in sol maggiore ed era nota come la n. 4 (1889), la n. 9 è in mi minore, quella soprannominata "Dal nuovo mondo" e già conosciuta come la n. 5 (1893).

La Sesta Sinfonia fu scritta fra il 27 agosto e il 20 settembre del 1880 e completata in partitura il 15 ottobre dello stesso anno. La diresse per la prima volta a Londra il 15 maggio 1882 il famoso Hans Richter della Filarmonica di Vienna, anche se una precedente e incompleta esecuzione aveva avuto luogo nel marzo del 1881 a Praga sotto la direzione di Adolf Cech. Lo stesso autore diresse nel 1884 questa sinfonia a Londra e fu un trionfo: da allora entrò nel repertorio delle migliori società concertistiche, apprezzata ovunque per la sua spontanea pienezza melodica e per il fascino sonoro e sensuale dell'orchestra, in cui si avvertono a volte reminiscenze brahmsiane.

L'Allegro non tanto del primo movimento è bitematico; si alternano e poi si fondono fra di loro due temi, il primo gioioso e ricco di splendore strumentale e il secondo più lirico e cantabile preannunciato dal violoncello. La caratteristica di questo tempo è data dalla varietà del materiale orchestrale che fluisce con un empito inarrestabile e travolgente.

Il secondo movimento (Adagio) è un delicato Lied strumentale con i legni e i corni che fanno da romantico sfondo al canto morbidamente disteso dei primi violini. Lo stesso tema ritorna due volte, sempre variato e arricchito da altre «voci» dell'orchestra. Non mancano una parentesi zingaresca e una cadenza del flauto che rendono più pungentemente agreste l'intero quadro di questo tempo.

Lo Scherzo è impostato su un ritmo di danza popolare detto furiant, costruito da tre battute binarie e due battute ternarie. L'effetto è davvero straordinario per la vivacità e l'inesauribile slancio dell'orchestra. Al centro del movimento si distende, come una pausa contemplativa, un trio di sapore schubertiano con l'intervento di fanciullesca purezza del flauto piccolo. Poi tutto si conclude festosamente e con lo stesso piglio aggressivamente ritmico dell'inizio.

La composizione termina con un Allegro con spirito di vigorosa e impetuosa forza sinfonica, illuminata da una felicità e da una brillante invenzione timbrica che la rendono ancora oggi sinceramente viva, tra le più tipiche manifestazioni del mondo espressivo del musicista boemo.

Ennio Melchiorre


(1) Testo tratto dal programma di sala del Concerto dell'Accademia di Santa Cecilia,
Roma, Auditorio di via della Conciliazione, 27 maggio 1984


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Ultimo aggiornamento 26 aprile 2012