Concerto in sol minore per pianoforte e orchestra, op. 33


Musica: Antonin Dvoràk (1841 - 1904)
  1. Allegro agitato
  2. Andante sostenuto
  3. Allegro con fuoco
Organico: pianoforte solista, 2 flauti, 2 oboi, 2 clarinetti, 2 fagotti, 2 corni, 2 trombe, timpani, archi
Composizione: Praga, 14 settembre 1876
Prima esecuzione: Praga, Prozátimní Divadlo (Teatro Provvisorio), 24 marzo 1878
Guida all'ascolto (nota 1)

A giusta ragione Dvorak viene considerato, insieme a Smetana, il più importante e autentico rappresentante della musica nazionalistica ceca della seconda metà dell'Ottocento. Però, mentre Smetana si richiama nella sua opera agli aspetti eroici e leggendari della Boemia in lotta per la propria libertà e indipendenza, Dvorak esalta l'anima popolaresca e contadina della sua terra. Infatti in questo artista, stimato e protetto da Liszt, Brahms, Hanslick e Bülow, si incarna la tradizione del caratteristico musicista boemo, legato profondamente al tessuto folklorico, ai costumi e alle cerimonie di una popolazione campagnola e rusticana, ancora lontana da qualsiasi processo di urbanizzazione e di industrializzazione. Per questo motivo la sua musica, contraddistinta da inesauribile freschezza melodica e da straordinaria spontaneità inventiva (qualche musicologo lo ha paragonato a Schubert), è ricca di danze e di ritmi nostalgici e allegri, sentimentali e festosi che provengono dal patrimonio boemo e slavo, anche se rielaborati e reinventati con un gusto e una sensibilità di piacevole effetto armonico e strumentale. Natura istintiva, sinceramente ottimistica, sorretta da una schietta fede in Dio, Dvorak non ha nulla del compositore intellettuale e tormentato da problemi tecnici e linguistici: nella sua musica - sinfonica, da camera e operistica - tutto scorre limpidamente e su un piano di assoluta chiarezza di idee, con una straripante pienezza di temi che si innestano saldamente in un'orchestra molto descrittiva e densa di colori timbrici di poetica suggestione.

Il Concerto in sol minore per pianoforte e orchestra fu composto nel 1876, nello stesso periodo dello Stabat Mater per soli, coro e orchestra e della prima serie delle stupende Danze slave, che avrebbero dato larga e solida fama al musicista. Certo, questo pezzo non gode della stessa popolarità del Concerto per violoncello e orchestra op. 104, ritenuto a tutt'oggi uno dei momenti più felici della creatività del compositore boemo, ma vanno riconosciute ad esso quelle caratteristiche melodiche e armoniche che si riscontrano in tutta la produzione, specie sinfonica e cameristica, dell'autore. Del resto la musica di Dvorak piace per la immediatezza e la naturalezza del discorso sonoro, dove tutto si svolge, per così dire, alla luce del sole e nulla appare costruito e guidato da una filosofia dell'arte. L'esuberanza inventiva del musicista è presente sin dal primo movimento (Allegro agitato) con i suoi temi chiaramente definiti e plasticamente sviluppati con finissime variazioni armoniche e strumentali. La parte del pianoforte è brillante, ma non virtuosistica: lo strumento solista dialoga con l'orchestra, secondo un gusto prettamente sinfonico e aderente alla lezione del concertismo tedesco. Di scrittura raffinata è l'Andante del secondo tempo, centrato su una frase liricamente cantabile, concepita come un tema con variazioni. Qui emerge la natura schiettamente sentimentale e rievocativa del temperamento di Dvorak, sensibile a tutto ciò che appartiene al mondo delle leggende popolari della sua terra. Sotto questo aspetto la caratterizzazione etnica è più viva nel terzo movimento (Allegro con fuoco), in cui si distinguono due melodie boeme: una dal ritmo spigliato e danzante e l'altra pensosamente nostalgica, connesse tra di loro du un abile contrappunto. Il pianoforte annuncia in apertura del movimento un tema ripreso tre volte e concepito come nucleo fondamentale di propagazione ritmica, sino al caleidoscopico slancio finale.


(1) Testo tratto dal programma di sala del Concerto dell'Accademia di Santa Cecilia,
Roma, Auditorio di Via della Conciliazione, 29 ottobre 1988


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Ultimo aggiornamento 6 marzo 2013