The Boatman's Dance

Versione per voce e pianoforte - n. 1 degli Old American Songs I

Musica: Aaron Copland (1900 - 1990)
Testo: Dan Emmett
Organico: voce, pianoforte
Composizione: 1950
Prima esecuzione: Aldeburgh, Jubilee Hall, 17 luglio 1950
Edizione: Boosey & Hawkes, New York

Orchestrato nel 1954
Guida all'ascolto (nota 1)

Ebreo di Brooklyn, Aaron Copland è con Charles Ives la personalità musicale più significativa apparsa negli Stati Uniti nella prima metà del nostro setolo. Se Ives rappresenta il filone pionieristico, totalmente votato all'avanguardia, proseguito da Cage, Copland, col suo intelligente assorbimento dei linguaggi autoctoni (blues, jazz, canto popolare) e l'ampia produzione per il teatro e il cinema, incarna la vocazione "popolare" della musica americana.

In particolare i tre balletti Billy the Kid, Rodeo e Appalachian Spring composti fra il 1938 e il 1944, ne hanno fatto l'interprete più accreditato in campo musicale della mitologia West. In realtà queste opere non esauriscono affatto la complessa personalità di un musicista "colto" come Copland, allievo a Parigi di Nadia Boulanger, profondo conoscitore delle avanguardie europee - Stravinsky, in primo luogo, ma anche Bartók e Schönberg -. Sua è per esempio l'applicazione del metodo seriale a un materiale non strettamente dodecafonico in un'opera di grande rigore costruttivo come le Variazioni per pianoforte del 1930.

A partire dagli anni '50 l'interesse di Copland per la voce umana, fino ad allora assai scarso, si fa via via più intenso e culmina nei Twelve Poems of Emily Dickinson per voce e pianoforte in cui rivela una straordinaria affinità spirituale con il mondo poetico sofferto e solitario della poetessa del New England.

In questo clima di fervido entusiasmo per le possibilità espressive della voce sono da iscrivere le due serie di Old American Songs (1950 e 1952), di cui esistono anche versioni con orchestra e corali. Si tratta di canti della tradizione ottocentesca, tipico frutto di quella "ingenuità" pionieristica della prima Confederazione, da collegare - come nel caso di The Boatman's Dance che è una originale "banjo melody" pubblicata a Boston nel 1843 - alle comunità religiose degli Shakers, fiorenti nel ventennio 1840-60.

Giulio D'Amore

Testo

THE BOATMAN'S DANCE

High row the boatman row, floatin' down the Ohio;
The boatman dance, the boatmen sing, the boatmen up to everything,
And when
Then dance the boatmen dance,
O dance the boatmen dance.
O dance ali night 'till broad daylight,
And go home with the gals in the mornin

High row...

I went on board the other day
To see what the boatmen had to say,
There I let my passion loose,
An they cram me in the callaboose.

O dance the boatmen dance,...

High row...

The boatman is a thrifty man,
There's none can do as a boatman can;
I never see a pretty gal in my life
But that she was a boatman's wife.
IL BALLO DEL BARCAIOLO

Rema, barcaiolo, rema, lungo l'Ohio:
ballano i barcaioli, cantano per ogni cosa;

se il barcaiolo tocca riva, butta tutto il suo danaro.
Allora ballano i barcaioli,
oh ballano i barcaioli,
oh ballano tutta notte fino all'alba,
tornano a casa con le ragazze al mattino.

Rema ...

Salita a bordo l'altro giorno
a vedere che dicono i barcaioli;
lì diedi sfogo alla mia passione,
quelli mi resero la pariglia...

Oh ballano i barcaioli...

Rema ...

Il barcaiolo è uomo frugale,
nessuno sa fare quel che lui fa;
non vidi mai ragazza in vita mia
più bella della moglie del boscaiolo.
(Traduzione di Olimpio Cescatti)

(1) Testo tratto dal programma di sala del Concerto dell'Accademia di Santa Cecilia,
Roma, Auditorio di Via della Conciliazione, 21 aprile 1995


I testi riportati in questa pagina sono tratti, prevalentemente, da programmi di sala di concerti e sono di proprietà delle Istituzioni o degli Editori riportati in calce alle note.
Ogni successiva diffusione può essere fatta solo previa autorizzazione da richiedere direttamente agli aventi diritto.


Ultimo aggiornamento 9 febbraio 2017