Scritto nel maggio del 1825 e pubblicato il mese seguente (senza numero d'opus) da un piccolo editore di Varsavia, il Rondò in do minore non è la prima composizione di Chopin, né la prima edita a stampa. Dieci anni più tardi, ormai stabilitosi e affermatosi a Parigi, il musicista lo fece ripubblicare - senza apportarvi alcun cambiamento - con il numero d'opus 1, che evidentemente gli aveva già da tempo assegnato.
Il Rondò è costruito sopra tre temi diversi e, come tutte le composizioni congeneri di Chopin, consta di cinque sezioni; la struttura generale del brano segue lo schema ABACA, ove A indica la sezione nella quale è esposto il tema principale (refrain), B e C le strofe (couplets). Il tema ricorrente ha andamento vivace (Allegro) e carattere brillante, e stilisticamente non si discosta dai modelli del rondò pianistico del primo Ottocento. Gli altri motivi, per necessario contrasto, hanno carattere lirico, cantabile; alcuni studiosi vi hanno colto riflessi della vocalità propria dell'opera italiana, altri vi hanno rilevato l'influsso dello stile di Johann Nepomuk Hummel. Comunque sia, benché segnato - com'è del resto inevitabile nelle opere giovanili - da qualche debolezza, specie nell'architettura, l'op. 1 non è privo d'interesse: il pianismo è già abbastanza evoluto, e notevole è la disinvoltura del quindicenne Chopin nel modulare a tonalità alquanto insolite.