Cinque mazurche per pianoforte, op. 7


Musica: Fryderyk Chopin (1810 - 1849)
  1. si bemolle maggiore - Vivace
  2. la minore - Vivo ma non troppo
  3. fa minore - Mosso
  4. la bemolle maggiore - Presto ma non troppo
  5. do maggiore - Vivo
Organico: pianoforte
Composizione: 1830 - 1832
Edizione: Kistner, Lipsia, 1832
Dedica: Johns de la Nouvelle Orléans

La prima versione della n. 2 era scritta nell'album personale (perduto) di Emilia Elsner
Guida all'ascolto (nota 1)

Pubblicate contemporaneamente a quelle dell'op. 6, le Mazurche op. 7 furono elaborate nello stesso periodo, quando Chopin si trovava a Vienna, e ultimate poi a Parigi. Della seconda e della quarta si conoscono però versioni anteriori, che risalgono agli anni di Varsavia.

Mazurca op. 7 n. 1 in si bemolle maggiore (Vivace)

Questa celebre Mazurca è fra le composizioni più ricche di elementi del folclore musicale caro a Chopin, a cominciare dal caratteristico «modo polacco» del tema iniziale; v'è poi un curioso episodio centrale che secondo alcuni vorrebbe alludere a un'orchestrina di campagna male accordata, un po' come Ein musikalischer Spass (K 522) di Mozart; altri più realisticamente ritengono che la melodia sia costruita sopra una scala maggiore con il II grado eccedente (scala tzigana). Difficile da definire è anche l'architettura complessiva del brano: può essere intesa come una struttura binaria nella quale ogni sezione comprende due gruppi tematici aventi un elemento in comune; oppure come una forma ternaria ove la sezione iniziale presenta due temi, il primo ripetuto dopo il secondo, e quella conclusiva è una ripresa abbreviata; o ancora come un rondò a dieci episodi (AABABACACA).

Mazurca op. 7 n. 2 in la minore (Vivo ma non troppo)

Di questo brano esisteva un'altra versione: Chopin l'aveva scritta nel 1829-30 sull'album personale (perduto) di Emilia Elsner, figlia del suo insegnante di composizione; la variante più significativa consisteva in un'introduzione di otto misure, in la maggiore, intitolata Duda (Cornamusa). La struttura della Mazurca in la minore segue il consueto schema ternario ABA', con una prima sezione malinconica (l'indicazione espressiva è «un po' lamentoso») e una parte centrale di carattere vividamente popolare, ma sempre dolce, delicata.

Mazurca op. 7 n. 3 in fa minore (Mosso)

Anche questo brano ha forma ternaria ABA', ma con introduzione e coda. A una prima sezione monotematica seguono una parte centrale più estesa, comprendente tre differenti motivi, e la ripresa abbreviata dell'episodio iniziale. Il carattere introspettivo dell'introduzione, quelli fra loro diversi e contrastanti dei vari elementi tematici, e i continui mutamenti di tonalità rendono assai complessa l'interpretazione di questo brano, che dal punto di vista espressivo è forse uno dei più difficili di Chopin.

Mazurca op. 7 n. 4 in la bemolle maggiore (Presto ma non troppo)

Di questa Mazurca si conserva una redazione risalente al 1824, sostanzialmente uguale alla versione definitiva. La struttura è ancora una volta ternaria, con una prima parte dolcemente mossa e una sezione centrale di carattere spiccatamente popolare.

Mazurca op. 7 n. 5 in do maggiore (Vivo)

Come l'ultima dell'op. 6, anche questa composizione è brevissima e consiste in un unico episodio, preceduto da una elementare introduzione. Ha il carattere di un festoso ballo contadino ed è priva di conclusione: avverte un'apposita didascalia che la Mazurca va ripetuta senza fine. «Ha tutta l'apparenza», scriveva Attilio Brugnoli, «di una benevola presa in giro destinata a qualche sollecitatore d'autografi per album».


(1) Claudio Capriolo e Giorgio Dolza - Chopin. Signori il catalogo è questo! - Giulio Einaudi editore, Torino, 2001


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Ultimo aggiornamento 23 giugno 2020