Un'opera scritta, diremmo "a quattro mani" con l'amico Franchomme è rappresentata dal Gran Duo Concertante su Roberto il diavolo di Meyerbeer. Il lavoro era nato da una specifica richiesta degli editori di Chopin di scrivere un pezzo pianistico basato sulle melodie della celeberrima opera. Chopin, restio a lavorare su musiche di altri autori, trasformandole in "fantasia" si lasciò invece convincere da Franchomme a scrivere per pianoforte e cello. Così il lavoro, firmato dai due musicisti, riporta la parte di violoncello curata specificamente da Franchomme, mentre la struttura generale del brano, l'impostazione e la scrittura pianistica rimangono di mano chopiniana. Già Schumann ne potè rilevare la «raffinata eleganza», cogliendone l'essenza, ma soprattutto emerge qui l'estrema capacità di Chopin di rielaborare i temi dell'opera; dall'epopea pianistica del Largo iniziale, di volta in volta solenne e spesso sovraffuso in mille notine, si passa nell'Andante alla citazione della "Romanza di Alice" dal primo atto dell'opera {Va! dit-elle, va): un cantabile "dolce"; mentre nel tempo successivo, l'Allegretto, risuona il primo coro del secondo atto, che ne conferma la temperie di agile leggerezza. Infine nella melodia molto espressiva dell'Andante cantabile del Gran Duo troviamo l'esplicita citazione del partecipato tema affidato al trio Alice, Roberto, Bertram (Mon fils, ma tendresse assidue), presente nel quinto e ultimo atto.
Marino Mora