Si è usi ormai a un linguaggio caselliano terso, inciso, a volte quasi grafico e, anche nei momenti di maggiore e più dolce cantabilità, lontano da ogni compiacenza di morbidezze atmosferiche. Insomma, al Casella della 3. maniera, inaugurata con le trecentesche e gli 11 pezzi infantili per pianoforte. Anche questa SICILIANA ha quindi un sapore di novità, come in genere tutta la produzione del maestro torinese che va dal 1914 al '20 per poi essere bruscamente abbandonata. In realtà, il brano è invece di quelli che conservano il filo continuo che corre sotto l'apparente spezzatura. Di fronte a fitte armonìe cromatiche di accordi dissonanti, più spesso di nona, spettrali come dissolvenze, la melodia è qua la stessa della languida, nenia italiana, aggraziata dagli ornamenti, che fa della siciliana, con la sua molle cadenza in 12/8, uno dei luoghi poetici preferiti del lirismo del Nostro. E il modo limpido di enunciarla ha già la linearità futura. Comunque la BURLESCA s'incarica di ricondurre al più noto Casella. Il netto prolilo umoristico dei suoi motivi popolareschi è una vecchia conoscenza, e il pezzo fila al termine traendo da essi una logica dinamica che giustifica l'allusione a Domenico Scarlatti («atteggiamenti scarlattiani») di cui l'autore gratificò ìì lavoro in genere, scrivendone con affetto. I due pezzi ebbero una prima versione per flauto e piano, destinata al Concorso del Conservatorio parigino, nel 1914, e quindi anteriore di 3 anni a questa che è edita da Ricordi.
Emilia Zanetti