La giara, suite per orchestra, op. 41 bis


Musica: Alfredo Casella (1883 - 1947)
  1. Preludio, danza siciliana (chiovù)
  2. La storia della fanciulla rapita dai pirati
  3. Danza di Nela
  4. Brindisi
  5. Danza generale
  6. Finale
Organico: 2 flauti (2 anche ottavino), 2 oboi, clarinetto, clarinetto basso, 2 fagotti, 4 corni, 2 trombe, trombone, timpani, tamburo militare, triangolo, grancassa, piatti, xilofono, tamburo basco, tam-tam, sonagli, nacchere, archi
Composizione: 1924
Prima esecuzione: New York, Philharmonic Society, 29 ottobre 1925
Edizione: Universal Edition, Vienna, 1928
Dedica: Willem Mengelberg
Guida all'ascolto (nota 1)

Per consiglio di Erik Satie, l'impresario del Ballets Suédois Rolf de Maré si rivolse nel 1924 ad Alfredo Casella, commissionandogli un balletto che, nella sua ispirazione italiana, potesse contrapporsi allo spagnolismo del Cappello a tre punte di De Falla, allestito dai Ballets Russes di Diaghilev con la coreografia di Messine. Nacque così, su soggetto ricavato dalla nota novella di Luigi Pirandello, La giara, commedia coreografica in un atto, data per la prima volta il 19 novembre 1924 al Théàtre des Champs Eiysées di Parigi sotto la direzone dell'autore, con la coreografia di Jean Börlin e le scene i costumi di Giorgio De Chirico. Il balletto ebbe grande succcesso e la sua musica è stata poi eseguita spessissimo, sia in numerose realizzazioni coreografiche, sia nella forma di suite sinfonica. Composta su temi siciliani, questa musica ha un andamento festoso, con sereni momenti di distensione lirica; essa, come scrive Fedele d'Amico, «realizza una fusione senza residui fra le aspirazioni europee e italiane, moderne e tradizionali che fino allora si erano affacciate in Casella: gli urti dissonanti, talvolta politonali (scaltramente adoperati a realizzare un'orchestrazione fragorosa con un organico strumentale ridotto) vi assumono infatti, con assoluta naturalezza, la funzione di ambientare in un clima burlescamente rozzo e sanguigno una tematica apertamente diatonica, d'appello immediato».

La suite sinfonica ricavata dal balletto è dedicata al direttore d'orchestra Willem Mengelberg, che la eseguì per la prima volta nell'ottobre 1925 con l'Orchestra Filarmonica di New York, ed è edita dalla Universal. Essa inizia con il preludio: Andantino dolce e molto moderato, quasi pastorale. Un breve Allegro grottesco commenta verso la metà l'apparizione dello Zi' Dima che passa davanti al velario chiuso e poi, come accorgendosi ad un tratto della presenza del pubblico, rientra precipitosamente. Segue la danza siciliana che i contadini, reduci dai lavori dei campi, ballano all'aperto. Si ode quindi un canto lontano: la Storia della fanciulla rapita dai pirati:

'Nta villi e valli e 'nta voscura funni
Unn'è l'amanti mia? Di cca' mi spriu!
La vaju pi circari e 'un trovu d'unni!
Pi lu so amuri lu mannu firriu:
Vaiu a lu mari e ci addumannu a l'unni:

Fossi passau di cca l'amuri miu?
E l'ecu di luntanu m'arispunnì
Ca schiava di li Turchi si 'npiju.
Co mu 'ngagghiasti? Un sentisti lu bannu?
Un ite o mare, li Turchi ci sunnu!

Le pagine successive si riferiscono all'episodio di Nela che danza intorno alla giara, a quello della entrata gioiosa dei contadini, chiamati dalla ragazza, a quelli del brindisi, della danza generale dei contadini ubriachi, dell'apparizione di Don Lollò, della rottura della giara, della danza filiale.

Alberto Pironti


(1) Testo tratto dal programma di sala del concerto dell'Accademia Nazionale di Santa Cecilia,
Roma, Auditorio di via della Conciliazione, 3 novembre 1963


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Ultimo aggiornamento 2 maggio 2013