Introduzione, aria e toccata, op. 55


Musica: Alfredo Casella (1883 - 1947) Organico: 3 flauti, 3 oboi, 4 clarinetti, 3 fagotti, 4 corni, 3 trombe, 3 tromboni, basso tuba, timpani, percussioni, xilofono, organo, pianoforte, archi
Composizione: 1933
Prima esecuzione: Roma, Teatro Augusteo, 5 aprile 1933

In parte ripresa dall'op. 43 e dall'op. 53
Guida all'ascolto (nota 1)

Questo testo è tratto dal programma di sala della prima esecuzione assoluta del brano

Alfredo Casella ha composto: due Sinfonie, una Suite, i poemi sinfonici Notte di maggio, A notte alta (pianoforte e orchestra), Elegia eroica, Pagine di guerra, la Suite orchestrale dal Convento veneziano (rappresentata come balletto a Milano nel 1925), la Partita per pianoforte e orchestra; il balletto La giara e la suite orchestrale omonima trattane, la rapsodia Italia il Concerto Romano per organo, archi e timpani; la Scarlattiana, divertimento per pianoforte e trentadue strumenti su musica di Domenico Scarlatti (allestita poi in forma di balletto, con coreografia di B. Nijnska, all'Opera Comique di Parigi, col titolo: Les Comédiens jaloux), il Concerto in la minore per violino e orchestra, una Serenata per piccola orchestra (seconda edizione della composizione omonima per 5 strumenti a fiato, vincitrice del premio nel concorso bandito dalla Musical Fund Society di Filadelfia, nel 1928).

Come scrittore musicale collabora in varie riviste italiane ed estere; ed ha pubblicato i volumi: L'evoluzione della musica; Igor Strawinsky; 21 + 26 (Critica musicale e ricordi artistici personali).

Nel campo della musica da camera il Casella ha composto, fra l'altro, numerosi pezzi per pianoforte, a due e quattro mani, per canto e pianoforte, per canto e orchestra da camera; Siciliana e Burlesca, per flauto e pianoforte, Concerto, per due violini, viola e violoncello; Sonata in do maggiore, per violoncello e pianoforte.

Dell'odierno lavoro, di recentissima composizione, l'autore dice: «Come ne lascia prevedere il titolo, esso si compone in tre singoli brani, i quali si eseguono però senza interruzione. Va osservato che il titolo toccata - designante l'ultimo dei tre frammenti - potrebbe anche convenire a rappresentare la intera composizione, essendo questa una vera e propria fantasia musicale di vaste proporzioni e di libera forma, di carattere severo e monumentale, la quale offre non poche analogie architettoniche colle illustri «toccate» del ferrarese Frescobaldi. Analogie però puramente esteriori, e che non possono in nessun caso indurre a parlare di «ritorni» e di «umanesimo» laddove si tratta invece di superamento di forme romntiche e di restaurazione di discipline sotto apparenze di libertà costruttiva».

INTRODUZIONE. - Su un basso insistente e profondo, gli archi espongono, due volte (la prima in do minore e la seconda in fa minore) una espressiva melodia. Segue un allegro energico e ritmico, il quale si imposta su tre temi. Dopo una stretta riassuntiva, ritorna la frase iniziale, questa volta in sol minore. Un lungo diminuendo orienta quindi poco a poco, la tonalità verso mi miore, tonalità dell'Aria. Questa - semplicissima - comprende una melodia iniziale dell'oboe che si sviluppa gradatamente a traverso tutta l'orchestra, sino a raggiungere un intenso fortissimo, seguito da un decrescendo apportatore di un mi maggiore (solenne), nella quale tonalità si eleva, rasserenata e trasformata, la melodia iniziale dell'oboe. Alla fine dell'aria appare pianissimo un nuovo tema, affidato agli archi divisi ed alla tromba con sordina.

L'apparire ai timpani del ritmo al quale si sovrappongono i suoni rauchi e metallici degli ottoni chiusi, apre la Toccata: questo brano finale è in forma di rondò. Dopo quell'inizio cupo e drammatico, si snoda ai fiati ed al pianoforte il tema principale in mi bemolle minore. Segue immediatamente una melodia in la maggiore. Un breve episodio violento ed impetuoso reca la prima ripresa del tema iniziale, che vediamo però questa volta riapparire agli archi e modificato secondo le esigenze tecniche di questi strumenti. Un passo energico e ritmico in re maggiore ipolìdio introduce un nuovo tema di carattere fiero e marziale. Ritornano la tonalità di mi bemolle minore ed il ritmo 4/4. Un poderoso crescendo termina colla terza ripresa. del tema iniziale, affidato questa volta agli ottoni, e questa volta pure modificato secondo le nuove esigenze strumentali. Agitazione crescente, concitazione sempre più febbrile portano finalmente all'apparire della tonalità di mi bemolle maggiore, affermata vigorosamente dagli ottoni col tema già incontrato prima in do maggiore. Dopo un breve episodio, corni, trombe e tromboni intonano il tema finale il quale era già stato intraveduto nel pianissimo che terminava l'aria. Una energica coda, che l'organo rinforza colla sua potente voce, chiude con squilli trionfali ed eroici il lavoro.


(1) Testo tratto dal programma di sala del Concerto dell'Accademia di Santa Cecilia,
Roma, Teatro Augusteo, 5 aprile 1933


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Ultimo aggiornamento 22 settembre 2012