I cinque frammenti sinfonici che formano la suite Il Convento veneziano sono tratti da un balletto che, col titolo di Le Couvent sur l'Eau, Casella compose nel 1912 per Diaghilev (che però non lo rappresentò). Nel libro autobiografico «I segreti della Giara» Casella si dimostra alquanto severo nei confronti di questo suo lavoro giovanile, giudicandolo «pieno di incertezze e di influenze franco-russe». Severità eccessiva: poiché, nonostante dette influenze, il balletto «rivela una fantasia accesa e vivace che diventerà caratteristica nella Giara e varrà a determinare una delle maggiori riuscite caselliane» (Gavazzeni). Inoltre, la partitura già contiene quei germi originali che nel loro sviluppo definiranno la personalità stilistica del musicista: una bravura orchestrale che sfocerà nel virtuosismo di «Paganiniana», spunti melodici popolari rifusi in un personale linguaggio («Ronde d'enfants»), gusto per i maliziosi rifacimenti di antiche danze («Pas des vieilles dames»), capacità di evocare con la musica tutto un ambiente pur senza «descriverlo»: quello di una immaginaria Venezia settecentesca con i gai «ospitali femminili» («Marche de fète»), con la sua languida sensualità («Barcarolle») e il vago mistero delle sue notti («Nocturne»).
Nicola Costarelli