Su suggerimento di Josif Kotek, suo discepolo di composizione e già primo tramite all'avvio dei rapporti epistolari con Nadezda von Meck, Cajkovskij scrisse all'inizio della primavera 1877 questo "morceau de concert", la cui pubblicazione, originariamente promessa all'editore tedesco Leickardt, fu di fatto realizzata da Jurgenson soltanto nel 1895. Sulla genesi della Valse-Scherzo è significativo un ricordo di Modest, in particolare in merito all'impressione che Kotek aveva provocato la prima volta che aveva suonato il violino al cospetto di Cajkovskij: «un virtuoso all'arco di esuberante talento, di aspetto affascinante, pronto in ogni circostanza ad accendersi d'entusiasmo, e sempre dotato d'un cuore generoso». Kotek suonò la Valse-Scherzo ma solo in privato, con l'accompagnamento al pianoforte della Malozemova. In pubblico non toccò a Kotek suonare la Valse-Scherzo per la prima volta in quanto la première si svolse a Parigi in occasione dell'Esposizione Universale, il 9 settembre 1878, all'arco Stanislav Barcewicz, un giovane polacco che egualmente era stato allievo di Cajkovskij, sul podio Nikolaj Rubinstein. I medesimi artisti furono protagonisti della prima esecuzione in Russia, svoltasi il 1° (13) dicembre 1879 a Mosca.
L'organico della Valse-Scherzo comprende flauti, oboi, clarinetti in si, fagotti, corni in fa a due, oltre ai consueti archi. Il modello è lo stesso della Sérénade mélancolique presentando un'analoga struttura ternaria. Dopo una breve introduzione della sola orchestra nella tonalità principale do maggiore - Allegro (Tempo di valse) in 3/4 - il violino enuncia, sul pizzicato degli archi, con un colpo d'arco virtuosistico di picchettato volante, l'ondulante tema principale in quarta corda che si espande nel successivo crescendo per svilupparsi con bravura sulle doppie corde nelle terzine, in sincope con gli accordi dei violoncelli. L'incalzare vorticoso dello strumento solista si accentua sempre più sulla ripresa del tema da parte dei violini primi dell'orchestra. In un alternarsi di crescendo e di diminuendo si infoltisce la presenza orchestrale per giungere alla sezione centrale della Valse-Scherzo, che è in la bemolle maggiore ed esibisce una dima espressivo marcatamente più appassionato, con una seconda idea che all'inizio è in questa corda e poi, ripetendo piano sul cantino, si fa densa di modulazioni cromatiche discendenti. Questa parte alquanto ampia raggiunge una vistosa cadenza del solista (Vivace molto) che, a sua volta, conduce alla ripresa (Tempo I), per concludersi in modo sempre più virtuosistico, brillante e di grande effetto su una breve cadenza (rallentando e poi sempre accelerando al vivacissimo).
Luigi Bellingardi