Quartetto per archi in si bemolle maggiore

in un movimento

Musica: Petr Ilic Cajkovskij (1840-1893)
Organico: 2 violini, viola, violoncello
Composizione: San Pietroburgo, 27 agosto - 11 novembre 1865
Prima esecuzione: San Pietroburgo, 11 novembre 1865
Edizione: Muzgiz, Mosca, 1940
Guida all'ascolto (nota 1)

È ben risaputo l'amore di Cajkovskij verso la musica del cosiddetto periodico classico, Mozart in particolare; e, proprio all'interno dello stile classico, il quartetto per archi è non a torto considerato il genere quintessenziale. Cresciuto con una solidissima formazione accademica, Caikovskij imparò già negli anni di studio a cimentarsi nella difficilissima scrittura quartettistica, soprattutto attraverso l'esempio dei musicisti "eredi" del classicismo, Mendelssohn e Schumann. La formazione del Quartetto d'archi appariva dunque probabilmente al compositore un termine assoluto di riferimento; come per Brahms, anche per Cajkovskij il confronto con il Quartetto non era quello con un genere vivo ed attuale, ma con un genere in disuso e di somma difficoltà. Di qui l'attenzione privilegiata, all'interno della cameristica, verso il Quartetto; una attenzione che, peraltro, andava in senso contrario agli interessi prevalenti del compositore, e gli poneva il delicato problema di una "attualizzazione" del genere.

Di qui l'atteggiamento ambivalente che Cajkovskij, assume nei suoi tre quartetti. O meglio; in realtà una certa ambivalenza fra l'adozione del bagaglio tecnico "occidentale" e la tensione nazionalistica appartiene a tutta o quasi la produzione di Cajkovskij. Tuttavia nei Quartetti questa contrapposizione è assai più forte, perché porta l'autore a controllare e spesso negare il soggettivismo che innerva così intimamente la produzione sinfonica. Nei Quartetti troviamo così, da una parte, il rispetto della tradizione; non solo i principi basilari della forma vengono ricalcati - seppure a tratti con qualche licenza - ma è evidente lo sforzo di conseguire un superiore equilibrio nei rapporti fra gli strumenti, un intreccio continuo nella polifonia; appunto uno sforzo tecnico che nega il soggettivismo. Dall'altra parte Cajkovskij cerca di rendere appunto "attuale" il Quartetto, e quindi di rapportarlo alla corrente nazionalistica russa, con l'adozione frequente di materiale tematico di ascendenza folklorica. Inoltre in molte occasioni il compositore avverte l'esigenza di ricercare sonorità prossime all'orchestra, con il frequente impiego delle doppie corde sui singoli strumenti.

Questa singolare commistione si impone pienamente già nell'ultima delle pagine quartettistiche giovanili, scritta fra l'agosto e l'ottobre 1865 (l'autore aveva venticinque anni); si tratta di un Tempo di quartetto in si bemolle maggiore che è certamente qualcosa di più che un semplice compito di scuola, indicando con chiarezza, anche se con qualche ingenuità, la strada che verrà poi percorsa dal compositore con maggiore sicurezza negli anni seguenti. Se nei primi lavori per quartetto Cajkovskij aveva inteso soprattutto esercitarsi nella scrittura a quattro parti, in questo Tempo di quartetto l'obiettivo è più ambizioso, dal momento che l'autore affronta non una semplice forma tripartita, ma la dialettica della forma sonata.

Apre il brano una introduzione lenta, Adagio misterioso, che pone in successione una malinconica melodia omoritmica e un recitativo intonato a turno dai quattro strumenti. Il seguente Allegro con moto, in forma sonata, è quasi interamente percorso da un tema popolare (ascoltato dall'autore a Kamenka, presso la casa di campagna della sorella) che, come prima idea, assume le più diverse strumentazioni, e viene poi elaborato un po' accademicamente nello sviluppo, assieme a un secondo tema più lirico; la riesposizione non è testuale ma dona nuova veste strumentale al materiale tematico; la coda viene interrotta, poco prima della fine, dalla riapparizione dell'Adagio misterioso, per poi spegnersi in pianissimo.

Arrigo Quattrocchi


(1) Testo tratto dal programma di sala del Concerto dell'Accademia di Santa Cecilia;
Roma, Auditorio di via della Conciliazione, 19 febbraio 1993

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Ultimo aggiornamento 6 febbraio 2013