Andante cantabile per violoncello e orchestra d'archi

Adattamento dal Primo Quartetto per archi, op. 11

Musica: Petr Ilic Cajkovskij (1840-1893)
Organico: violoncello solista, archi
Composizione: 1886 - 1888 circa
Prima esecuzione: Parigi, 28 febbraio 1888
Edizione: Muzgiz, Mosca, 1956
Guida all'ascolto 1 (nota 1)

L'Andante cantabile è la trascrizione per violoncello e orchestra d'archi, effettuata dallo stesso compositore, del movimento centrale del suo Primo Quartetto op. 11. Un movimento estremamente fortunato per l'allora trentenne autore russo che in questo periodo era ancora poco conosciuto all'estero: l'Andante del Quartetto fu infatti tra i primi brani a varcare i confini nazionali e a trovare un successo che portava, nel 1875 - a quattro anni di distanza dalla composizione e pubblicazione dell'opera - l'editore Jurgenson a rilevare che di tutte le copie dell'opera, solo 11 erano state vendute in Russia mentre le altre erano state richieste dall'estero. Tale fortuna non si esaurì rapidamente, tanto che l'autore stesso dieci anni più tardi sembrava quasi rammaricarsi di un lavoro che rischiava di non permettere la conoscenza più ampia della sua produzione, nel frattempo enormemente aumentata. Nel luglio del 1884, scrivendo da Monaco, comunicava infatti di aver «ascoltato l'Andante del Quartetto», dopodiché si chiedeva, non senza una punta di amarezza: «perché sempre l'Andante? Sembra non vogliano nient'altro», per chiudere, quasi arrendendosi ad un fato implacabile: «lo suoneranno di nuovo in un prossimo concerto».

Fatto sta che proprio il gran fascino della composizione aveva spinto a soli due anni dalla sua composizione il violinista ungherese Leopold Auer a trascriverla per violino e pianoforte, un esempio seguito successivamente da altri musicisti e da Ciaikovskij 15 anni più tardi. La composizione nasce dall'annotazione di una melodia popolare che l'autore aveva rilevato alla fine degli anni Sessanta nel distretto di Kamenka in un periodo in cui Ciaikovskij, in questo non troppo difformemente dal gruppo nazionalista dei Cinque, era estremamente attratto dalla musica popolare. Il brano è in forma ternaria, con un trio centrale il cui tema riappare nella coda dopo la ripresa del tema principale e ha il suo punto di forza nel grande fascino della melodia che Ciaikovski tratta con una raffinata semplicità e una maestria impareggiabili.

Andrea Rossi Espagnet

Guida all'ascolto 2 (nota 2)

L'ultimo scorcio del 1876 portò con sé non solo turbolente emozioni, ma anche successi e conoscenze importanti. "Il conte Tol'stoj - scriveva Cajkovskij alla sorella Alexandra il 23 dicembre - viene a trascorrere qualche giorno qui. Mi ha reso visita più volte e ha passato due serate con me. Sono enormemente lusingato dall'interesse che mi manifesta, e da parte mia sono affascinato da una personalità spirituale qual è la sua". Il Conservatorio di Mosca organizzò una serata con lavori di Cajkovskij per l'illustre ospite, che amava la musica con una passione un po' disordinata ma sincera. Una musica, in particolare, colpì il grande scrittore, che si commosse fino alle lacrime ascoltando l'Andante del Quartetto n. 1 in re maggiore. L'Andante cantabile, in si bemolle maggiore, possiede un lirismo semplice e dolcissimo, che sembra in qualche modo legato a un certo arcaismo del canto popolare. Non è sorprendente che un uomo come Tol'stoj abbia percepito in questa musica notturna una sorta di dumka raffinatissima, il palpito dell'anima russa. In effetti il movimento riscosse sin dall'inizio un successo tutto particolare, che indusse Cajkovskij molti anni dopo, nel 1886, a effettuare una trascrizione dell'Andante per violoncello e orchestra.

Oreste Bossini

Guida all'ascolto 3 (nota 3)

L'Andante cantabile dal Quartetto n. 1 op. 11 è una delle pagine cameristiche più celebri di Cajkovskij e già vivente l'autore fu oggetto di numerose trascrizioni, come questa per violoncello e orchestra d'archi dovuta allo stesso compositore, dove è mantenuta la prescrizione della sordina a tutti gli strumenti, solista incluso (la tonalità originale di si bemolle maggiore viene invece trasportata a si maggiore). Dal punto di vista formale, il movimento si basa sull'alternanza di due temi. Il primo, in si maggiore, è ispirato alla canzone popolare Vanja siede sul divano e fuma la pipa, che Cajkovskij aveva ascoltato in Ucraina: il violoncello lo canta su un'armonizzazione a tratti modaleggiante. Ed è senza transizione, soltanto grazie a una nota in ritmo sincopato del violoncello, che si raggiunge il secondo tema, in re maggiore: dall'evocazione del canto popolare si passa a un'atmosfera più mondana e salottiera, connotata dal pizzicato cromatico delle viole, con un incedere indolente che nella ritransizione pare bloccarsi su se stesso. Nella ripresa il primo tema in si maggiore è accompagnato da nuovi contrappunti, mentre il secondo tema, ora anch'esso nella tonalità d'impianto, conduce infine alla delicata coda, basata sui motivi del primo tema.

Cesare Fertonani


(1) Testo tratto dal programma di sala del Concerto dell'Accademia Filarmonica Romana,
Roma, Teatro Olimpico, 23 maggio 1996
(2) Testo tratto dal programma di sala del Concerto dell'Accademia Nazionale di Santa Cecilia,
Roma, Auditorium Parco della Musica, 3 dicembre 2005
(3) Testo tratto dal libretto inserito nel CD allegato al n. 198 della rivista Amadeus

I testi riportati in questa pagina sono tratti, prevalentemente, da programmi di sala di concerti e sono di proprietà delle Istituzioni o degli Editori riportati in calce alle note.
Ogni successiva diffusione può essere fatta solo previa autorizzazione da richiedere direttamente agli aventi diritto.


Ultimo aggiornamento 17 maggio 2017