Sonatina Seconda per pianoforte solo, KV 259


Musica: Ferruccio Busoni (1866 - 1924)
Organico: pianoforte
Composizione: 6 luglio 1912
Prima esecuzione: Milano, 12 maggio 1913
Edizione: Breitkopf & Härtel, Lipsia, 1912
Dedica: Mark Hambourg
Guida all'ascolto (nota 1)

La Sonatina seconda (1912) è nel brano più straordinario che Busoni abbia scritto. Nel suo volume dedicato ai «Creatori della nuova musica» H. H. Stuckenschmidt parla di questa Sonatina (che per quasi trent'anni non conobbe esecuzioni pubbliche) come di un «lavoro di un genere veramente utopico; uno sguardo visionario in regioni sonore come quelle che, allora, solo la scuola di Schoenberg aveva ricercato così temerariamente, o, per brevi escursioni Béla Bartók o Aleksandr Skriabin. Non c'è più tonalità in questo conciso brano in un sol tempo, gli accordi sono accatastati in modo prismatico, il tematismo è polverizzato... Eppure in questa musica è serbato ancora il gesto d'una regolarità classica, e non si sa bene come accade che la composizione, del tutto priva di precedenti per i suoi aspetti particolari, si ordina in un insieme di cristallina evidenza e chiarezza». Un altro aspetto rivoluzionario della Sonatina seconda è dato dal superamento della tradizionale quadratura e periodicità ritmica. Lo svincolamento da ogni tramandato schema metrico si riflette nella Sonatina seconda nella consequenziale abolizione di ogni indicazione di misura e, per la maggior parte del brano, anche di ogni suddivisione in battute.

Il tempo e il carattere della Sonatina vengono indicati inizialmente da una serie di termini d'inusitata abbondanza: «Il tutto vivace, fantastico, con energia, capriccio e sentimento. Sostenuto, a mezza voce parlando». Tosto tali indicazioni vengono però virtualmente contraddette da altre come «opaco», «senza accenti», «occulto». Il fatto è che l'assunto ideale della Sonatina seconda sembra portare alla massima evidenza il fondamentale significato intrinseco di tutte le vicende sonore più tipicamente sue che Busoni pone in essere. Senso definito dal costante impulso di vincere e dominare le contingenze affettive dell'esistenza umana, non mutandone beethovenianamente il segno, ma trascendendole misticamente o mettendole tra parentesi per rendere possibile un «divertimento» disimpegnato da ogni emozione che non sia d'un ordine puramente estetico.

In nessun caso Busoni mira al raggiungimento di una sterile «obiettività» costruttiva. Se egli reprime le valenze passionali della musica è solo per conquistarle quel «contenuto spirituale» che si può salvare alla musica solo «negandole ogni contenuto sentimentale» per dirla con le note parole di Hanslick. A questo riguardo sono assai significative le indicazioni come «represso», «visionario», «mistico», «occulto» che si riscontrano spesso nelle opere di Busoni il quale, nella Fantasia contrappuntistica (Grande edizione per pianoforte a due mani) è arrivato a chiedere che un passo del Preludio corale venga eseguito in modo «molto espressivo, ma con sentimento soppresso» (sic!). L'apparente contraddittorietà di quest'indicazione si spiega considerando che, secondo ogni prassi mistica, è solo nel silenzio dei sentimenti repressi, o meglio «soppressi», che possono diventar afferrabili e dunque esprimibili gli echi delle regioni più profonde e remote dello spirito umano. Sul piano formale consegue da tali premesse un modus operandi di carattere privativo che tende ad espellere dal contesto sonoro ogni elemento dotato di una normale tensione e carica emotiva. Nella Sonatina seconda sono soprattutto due episodi contrappuntistici (Andante tranquillo, dolce, senza accenti e l'inversione dello stesso passo Piuttosto Adagio) a segnare simili momenti di estetica sospensione. Con essi contrastano un «Calmissimo» tratto poliarmonico («dolente e cantando») e più ancora un motivo «Con fuoco energicissimo» e due episodi che si trovano ugualmente in un rapporto di simmetria a specchio- Il primo si svolge in modo «Un poco più sostenuto e posato», con una sonorità «opaca», il secondo conclude la Sonatina seconda in modo «Sostenuto, un poco marziale».

Questi due episodi marziali ricompariranno nell'opera Doktor Faust nella scena in cui gli studenti dì Cracovia portano a Faust il libro e la chiave magica di Astarte. Il «flebile» motivo centrale della Sonatina sostanzia l'introduzione della stessa opera.

Roman Vlad


(1) Testo tratto dal programma di sala del Concerto dell'Accademia di Santa Cecilia,
Roma, Sala Accademica di via dei Greci, 1 aprile 1975

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Ultimo aggiornamento 8 febbraio 2014