Busoni pubblicò la Sesta Sonatina nel 1921 col titolo «Kammer-Fantasie über Bizets Carmen» e col sottotitolo «Fantasia da camera». Il brano porta la dedica: «En souvenir d'éstime et de reconnaissance, à Monsieur Tauber, Paris, Mars 1920». Ricompaiono qui dei tratti e degli arabeschi virtuosistici che Busoni sembrava aver espunto progressivamente dalla sua scrittura pianistica. Ma i tratti di bravura cominciano a perdere la loro esteriore brillantezza e ad acquisire una qualità ineffabile che vale a trasfigurare fantasticamente, facendole apparire in una luce quasi irreale, le immagini sonore del capolavoro di Bizet intrise originariamente di un così terrestre calore sensuale.
Roman Vlad
Il segno di Busoni s'avverte nella Fantasia sopra la Carmen. Di risollevare le sorti dell'ibrido genere da concerto della «fantasia» su temi operistici, che l'800 degustò voluttuosamente, si era già incaricato Liszt, rivestendo le melodie - che i Garcia, le Malibran, le Patti ed altri consimili usignoli avevano già reso popolari - di equivalenti splendori pianistici e talvolta traendone anche dei derivati fantastici di effettivo interesse artistico. Ed è da Liszt che Busoni riprende i modelli, ma debitamente aggiornandoli, come vogliono la sua originalità intellettuale e i nuovi tempi. In luogo degli entusiasmi llsztiani il suo gioco intorno ai celebri temi è distaccato nonostante ammirativo e mentre la decorazione è splendente e spesso poetica, l'ironia di straordinaria intelligenza di Busoni vi ha la sua parte.
Emilia Zanetti