La creazione della Sonata per violoncello e pianoforte op. 65 interruppe un lungo periodo di stasi nella produzione cameristica di Benjamin Britten; per tutti gli anni Cinquanta, assorbito dalla produzione teatrale, Britten aveva lasciato da parte la musica da camera; ma in realtà, se confrontate con le copiose opere degli anni giovanili, anche le opere cameristiche degli anni Quaranta erano state piuttosto esigue. A spingere nuovamente il compositore verso questo campo doveva essere la conoscenza occasionale di un grande strumentista, trasformatasi in una lunga amicizia e in uno stretto rapporto di collaboratone.
Britten conobbe Mstislav Rostropovich nel 1960 a Londra, in occasione della prima esecuzione inglese del Concerto per violoncello di Sciostakovic. Il decennio seguente doveva vedere la creazione di cinque partiture per violoncello dedicate a Rostropovich; la prima fu appunto la Sonata op. 65. Concepita nell'autunno 1960 durante una vacanza in Grecia, la Sonata fu stesa ad Aldeburgh nel dicembre e gennaio successivi; la prima esecuzione ebbe luogo nella Jubilee Hall di Aldeburgh il 7 luglio 1961; ovviamente con il solista al violoncello e il compositore al pianoforte.
Il ritorno alla musica "pura" da parte di un compositore dedito prevalentemente all'attività teatrale deve certamente essere messo in relazione con le particolari doti di Rostropovich, strumentista di sensibilità generosa ed espansiva. Gli stessi titoli apposti a ciascuno dei cinque movimenti (Dialogo, Scherzo-pizzicato, Elegia, Marcia, Moto perpetuo) sembrano rimandare a un contenuto già formalizzato, allusivo e in qualche modo extramusicale. In realtà Britten mostra nella Sonata op. 65 una matura capacità nel dominio della musica strumentale; il materiale su cui si basa la Sonata è, in partenza, di grande economia (molto di esso deriva, semplicemente dalla giustapposizione di un tono e un semitono), e viene impiegato con grande razionalità, per conseguire una delicata concentrazione espressiva non contraddetto da momenti più eccentrici.
Per seguire l'ascolto della Sonata lo stesso autore ha fornito una breve traccia, che di seguito si trascrive:
"Dialogo" (Allegro) Questo movimento è costituito da un piccolissimo motivo, un dialogo fra due intervalli di seconda, l'uno ascendente e l'altro discendente. Il motivo viene prolungato per creare un lirico soggetto secondario, che sale fino a una nota sonata in pianissimo, ottenuta con gli armonici, per poi ridiscendere.
"Scherzo-pizzicato" (Allegretto) Questo movimento è uno studio in pizzicato, che a volte ricorda la chitarra per la sua tecnica elaborata della mano destra.
"Elegia" (Lento) Contro un sottofondo cupo del pianoforte, il violoncello suona una lunga melodia cantabile. Questa viene sviluppata con l'impiego di corde doppie, triple e anche quadruple, giungendo a un grande punto culminante, per poi perdersi con una conclusione dolce e tranquilla.
"Marcia" (Energico) Il violoncello suona un basso turbolento sotto un motivo sussultante del pianoforte. Nel Trio si odono dei richiami simili a quelli di un corno, suonati al di sopra di un basso ripetuto in terzine. La marcia ritorna molto silenziosa, col basso che, suonando degli armonici, si trova ora nel registro acuto.
"Moto perpetuo" (Poco presto) Il tema "saltando" in 6/8 domina l'intero movimento, spesso mutando il suo carattere, a volte alto ed espressivo, a volte basso e brontolante, a volte allegro e spensierato.
Arrigo Quattrocchi