Quartetto per archi n. 2 in do maggiore, op. 36


Musica: Benjamin Britten (1913 - 1976)
  1. Allegro Calmo
  2. Vivace
  3. Chacony
Organico: 2 violini, viola, violoncello
Composizione: settembre - 14 ottobre 1945
Prima esecuzione: Londra, Wigmore Hall, 21 novembre 1945
Edizione: Boosey & Hawkes, Londra, 1946
Dedica: Mrs J. L. Behrend
Guida all'ascolto (nota 1)

I due quartetti di Benjamin Britten (1941 e 1945) risalgono ai tempi del «Peter Grimes». Opere di transizione, essi segnano il trapasso alle grandi mete del Britten compositore versatile, che sembrava destinato ad affermarsi in America nel campo della musica di scena e delle colonne sonore. Terminato dopo il ritorno in Inghilterra, il secondo Quartetto fu eseguito in occasione del 250.mo anniversario della morte di Henry Purcell, alla cui lezione si ispira la Ciaccona conclusiva.

L'«Allegro» di apertura è un primo tempo di sonata svuotato di ogni velleità dialettica. Sull'esempio di Debussy e di Ravel, Britten mira alle evocazioni foniche ed ai sortilegi sollecitati dalle loro libere associazioni. Lo «Scherzo» (sempre con sordina) rientra anch'esso nel novecentismo pittorico, ed in questo caso rimanda, specialmente nel Trio, alle immagini marine, motivo fisso nella poetica del compositore. La Ciaccona echeggia il solenne ritmo puntato barocco. Omaggio ai mirabili «Grounds» di Purcell, essa adotta quella tecnica della variazione che raggiungerà il suo punto più alto nel «Giro di Vite». Le 21 variazioni di questa Ciaccona sono divise secondo il seguente schema: sei variazioni armoniche, cadenza del violoncello, sei variazioni ritmiche, cadenza della viola, sei variazioni melodiche, cadenza del violino, tre variazioni conclusive, che riconducono il tema alle sue ascendenze barocche.

Gioacchino Lanza Tomasi


(1) Testo tratto dal programma di sala del Concerto dell'Accademia Filarmonica Romana,
Roma, Teatro Olimpico, 24 gennaio 1973

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Ultimo aggiornamento 29 giugno 2015