Benjamin Britten è certamente uno dei compositori inglesi più importanti del XX secolo; le sue opere sono considerate tra le più rappresentative del repertorio britannico per l'uso raffinato della lingua, l'organizzazione drammaturgica e la personalissima orchestrazione. Insigne pianista e direttore d'orchestra, studiò al Royal College of Music di Londra e lavorò come compositore per la radio, il teatro e il cinema. Fu anche fondatore e direttore artistico del Festival di Aldeburgh divenuto ben presto uno dei più importanti d'Inghilterra e centro delle sue attività musicali. Pur all'interno di uno stile prudente, scevro di quei fermenti innovativi che hanno caratterizzato la musica del primo Novecento europeo, l'armonia e la tecnica compositiva di Britten offrono spesso interessanti sorprese. Colpisce la disinvoltura con cui l'autore affronta e sovrappone suoni e forme tipiche del XX secolo dando luogo ad un eclettismo sempre ragionato e mai superficiale. In particolare, nelle numerosissime composizioni che vedono coinvolta la "voce" (si tratti di semplici pagine corali o di opere come Peter Grimes, o di lavori imponenti come il War Requiem) Britten si mostra originale nella variazione melodica e anticonformista nelle combinazioni strumentali e vocali. Esempio illuminante della sua genialità è proprio Ceremony of Carols op. 28 scritta per coro di ragazzi ed arpa, brano tra i più famosi del compositore che lo realizzò mescolando insieme più fonti di ispirazione: la musica religiosa inglese, il gamelan balinese e gli studi sull'arpa compiuti durante il soggiorno in America.
Dopo tre anni di grandi successi passati oltre oceano, Benjamin Britten e il suo compagno Peter Pears, decisero di ritornare nella nativa Inghilterra. Era il 1942 e Britten aveva iniziato a comporre un Inno a Santa Cecilia e un pezzo per il celebre clarinettista Benny Goodman, brani che aveva intenzione di portare a termine durante il viaggio. Ma la traversata oceanica fu più dura del previsto: oltre alle difficili condizioni di viaggio («avevamo una misera cabina molto vicina alla cella frigorifera delle provviste - scrive Pears ad un amico - l'odore era insopportabile e le persone andavano su e giù per il corridoio tutto il giorno!»), regnava il terrore per gli attacchi dei terribili sottomarini tedeschi U-boat e gli ufficiali di bordo sequestrarono a Britten i manoscritti temendo che si trattasse di un codice segreto. Il viaggio durò quasi un mese e durante l'ormeggio ad Halifax (Nuova Scozia) Britlen trovò un volume di poemi medievali The English Galaxy of Shorter Poems in gran parte anonimi e scritti in un inglese antico che ricordava al compositore il fascino dei Canterbury Tales di Geoffrey Chaucer. Alcuni di questi vennero messi in musica sulla nave Svedese Axel Johnson e formarono il nucleo centrale della Ceremony of Carols che l'autore completò sul suolo natio nella primavera del 1943.
La maggior parte dei testi riguarda il mistero del Natale e le parole evocano un mondo lontano che Britten ha ricreato attraverso armonie inusuali e melodie particolari; le voci bianche e l'arpa conferiscono all'intera composizione un'atmosfera straniante quasi a voler ricreare il "suono" dell'inverno e l'incanto di un mondo di cristallina semplicità.
Fabrizio Scipioni