Quintetto per archi n. 83 in fa maggiore, op. 41 n. 4, G 347


Musica: Luigi Boccherini (1743-1805)
  1. Allegro moderato (fa maggiore)
  2. Andante (si bemolle maggiore)
  3. Allegro smorfioso (si bemolle maggiore)
  4. Finale: Allegro assai (fa maggiore)
Organico: 2 violini, viola, 2 violoncelli
Composizione: 1788
Edizione: Pleyel, Parigi, 1811 - 1812 (come op. 37 n. 22)
Guida all'ascolto (nota 1)

Il Quintetto in fa maggiore op. 41 n. 4 fu scritto nel 1788 ed è articolato in quattro tempi. L'Allegro moderato del primo movimento punta su due idee tematiche diverse fra di loro. La prima è d'intonazione elegante, abbellita dalle uscite del primo violino; la seconda idea ha un carattere energico e marziale, affidato al primo violoncello e alla viola, con un ritorno alla melodia iniziale. Segue un concitato e drammatico sviluppo con il ritorno al clima suggestivo dell'inizio.

L'Andante è uno dei tipici esempi di tenerezza sentimentale, spesso presenti nella musica di Boccherini. Esso sfocia direttamente nell'Allegretto smorfioso che per il compositore lucchese equivale alla dizione "con grazia espressiva" e serve a collegare due momenti psicologici diversi. Il Finale si distingue per un travolgente dinamismo e una vigorosa polifonia di sapore vagamente beethoveniano.


(1) Testo tratto dal programma di sala del Concerto dell'Accademia di Santa Cecilia,
Roma, Auditorio di Via della Conciliazione, 18 maggio 1990

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Ultimo aggiornamento 5 aprile 2014