Felicità e ricchezza inventiva sfoggia l'esposizione del Moderato d'apertura. Il gruppo tematico principale è diviso in due sezioni: la prima offre un articolato gioco di motivi fra gli strumenti, la seconda sovrappone figure di ribattuto (violino II, viola, violoncello) e scale ascendenti (violino I). La transizione è condotta con garbo concertante dal violoncello, poi dal violino I. È sempre il violino I a tracciare il brillante secondo tema quindi una terza, «dolce», idea. Il gruppo conclusivo su pedale riutilizza alla viola la figura di ribattuto; segue il ritornello dell'esposizione. Lo sviluppo fa un impiego intensivo della testa del gruppo tematico principale, includendo fra l'altro una falsa ripresa, e della transizione; ne consegue che la vera ripresa può agganciarsi direttamente al secondo tema, per poi proseguire con la terza idea e il gruppo conclusivo. A sorpresa, la coda è costituita dalla seconda sezione del gruppo principale. Pagina di eccezionale carica emotica, il Grave ha anch'esso struttura di sonata. L'esposizione conta il tema principale, cantabile e patetico, e un tema secondario, più fiorito, articolato in due sezioni di cui la seconda, «soave», culmina in una breve cadenza estemporanea del violino I. Dal violino II è invece condotto, con motivi dell'esposizione e cromatismi discendenti, lo sviluppo, concluso su pedale, con breve cadenza e successiva fermata. La ripresa è formata da due ritorni, separati da una lunga pausa, del tema principale quindi dalla coda. Uno schema bipartito si riconosce nel finale, Allegro assai. Caratteristica della prima parte, poi ritornellata, è l'organizzazione del tema in frasi contrapposte: a una frase in minore, «pianissimo», ne fa riscontro un'altra in maggiore, «fortissimo». Nella seconda parte, s'incontrano un episodio intermedio e una ripresa del tema, abbreviato e ritoccato, culminante in una cadenza evitata e in una lunga pausa. Gesti questi che ricompaiono alla fine dell'episodio di chiusura, poi ripetuto con senso conclusivo; segue il ritornello dell'intera seconda parte.
Cesare Fertonani