Le vin - Der Wein

Aria da concerto per soprano e orchestra

Musica: Alban Berg (1885 - 1935)
Testo: Charles Baudelaire tradotto da Stefan George
  1. Sehr langsam
  2. Die seele des weine - ruhig über - und einleitend
  3. Der wein der liebenden - Leicht bewegt
  4. Der wein des einsamen - Anfangstempo
Organico: soprano, 2 flauti (anche ottavini), 2 oboi (2 anche corno inglese), 2 clarinetti, clarinetto basso, sassofono contralto, 2 fagotti, controfagotto, 4 corni, 2 trombe, 2 tromboni, basso tuba, timpani, grancassa, tamburo, piatti, tamburello, triangolo, tam-tam grande e piccolo, glockenspiel, pianoforte, arpa, archi
Composizione: 1929
Prima esecuzione: Königsberg, 4 giugno 1930
Edizione: Universal Edition, Vienna, 1930
Dedica: Madame Ruzena Herlinger
Guida all'ascolto (nota 1)

L'aria da concerto Der Wein (Il vino) fu composta tra il maggio e il 29 agosto 1929 su commissione del soprano Rusena Herlinger, che la cantò per la prima volta a Königsberg il 4 giugno 1930 sotto la direzione di Scherchen. Nella scelta di tre poesie di Baudelaire (dal ciclo Le Vin dei Fiori del male tradotte in iedesco da S. George), nella scrittura orchestrale, nella presenza di momenti allusivi alla musica di consumo (tempo di tango) Der Wein rivela la vicinanza al clima spirituale e stilistico della Lulu, di cui è, in un certo senso, uno studio preparatorio (nel 1929 Berg stava già lavorando alla sua seconda opera). Nello spirito delle ambivalenze della Lulu si colloca la vicinanza della greve, mortale malinconia dell'introduzione strumentale con la volgarità stilizzata del tempo di tango e con il visionario slancio lirico della sezione centrale (Il vino degli amanti). La prima lirica (L'anima del vino) presenta uno schema formale corrispondente ad una esposizione (dove il tempo di tango è il secondo gruppo tematico); la parentesi onirica del Vino degli amanti è uno Scherzo tripartito (seguito da una sorta di interludio strumentale che ne ripercorre a ritroso la seconda metà); infine il Vino del solitario è una ripresa liberamente abbreviata della musica della prima lirica.


Testo

Die Seele des Weines

Des weines geist begann im fass zu singen:
Mensch - teurer ausgestossener - dir soll
Durch meinen engen kerker durch erklingen
Ein lied von licht und bruderliebe voll.

Ich weiss: am sengendheissen bergeshange
Bei schweiss und mühe nur gedeih ich recht
Da meine seele ich nur so empfange
Doch bin ich niemals undankbar und schlecht.

Und dies bereitet mir die grösste labe
Wenn eines arbeit-matten mund mich hält
Sein heisser schlund wird mir zum kühlen grabe
Das mehr als kalte keller mir gefällt.

Hörst du den sonntagsang aus frohem schwarme?
Nun kehrt die hoffnung prickelnd in mich ein:
Du stülpst die ärmel - stützest beide arme
Du wirst mich preisen und zufrieden sein.

Ich mache deines weibes augen heiter
Und deinem sohne leih ich frische kraft
Ich bin für diesen zarten lebensstreiter
Das öl das fechtern die gewandheit schafft.

Und du erhältst von diesem pflanzenseime
Den Gott - der ewige sämann - niedergiesst
Damit in deiner brust die dichtkunst keime
Die wie ein seltner baum zum himmel spriesst.
Lo spirito del vino

Lo spirito del vino nel barile iniziò a cantare:
Uomo - caro esiliato - dovrà per te soltanto,
da questo mio carcere angusto, risuonare
pieno di luce e di amore fraterno, il mio canto.

Io lo so bene: sull'infocato pendio della montagna
con sudore e fatica riesco ad allignare
perché solo così ottengo di avere un'anima
e ingrato o cattivo mai potrò diventare.

E mi è dato provare un gran conforto
se mi beve un'uomo stanco per la sua fatica,
e la sua calda gola è per me come un fresco sepolcro
più dolce e più gradito di una fredda cantina.

Odi il canto di festa delle allegre brigate?
Una vivace speranza in me sento ritornare:
con le braccia sul tavolo e le maniche rimboccate
tu tornerai contento e mi farai onore.

Renderò più lucenti gli occhi alla tua amata
ed a tuo figlio regalerò una forza nuova,
per questo fragile combattente della vita
sarò l'olio che rende più forti alla lotta.

Tu ti sostenterai con questa linfa vegetale
che Dio - seminatore eterno - su di noi versa,
e nel tuo animo la poesia sentirai germogliare
che come un pianta rara verso il cielo si leva.
Der Wein der Liebenden

Prächtig ist heute die weite
Stränge und sporen beiseite
Reiten wir auf dem wein
In den feenhimmel hinein!

Engel für ewige dauer
Leidend im fieberschauer
Durch des morgens blauen kristall
Fort in das leuchtende all!

Wir lehnen uns weich auf den flügel
Des windes der eilt ohne zügel.
Beide voll gleicher lust

Lass schwester uns brust an brust
Fliehn ohne rast und stand
In meiner träume land!
Il vino degli amanti

Appare così splendido, oggi, lo spazio
di sproni e briglie potremo fare a meno:
ci solleviamo a cavallo del vino
in alto verso un cielo che sembra fatato!

Come angeli che, senza aver mai fine,
tormenta un lungo brivido di febbre
attraverso il cristallo azzurro dei mattini
via nell'universo che tutto splende!

Noi ci appoggiamo lievi sulle ali
del vento che soffia senza freni
entrambi spinti dallo stesso piacere

Sorella mia, fianco a fianco fuggire
è bello, senza sosta o riposo,
verso il paese che accarezzo in sogno!
Der sonderbare blick der leichten frauen

Der sonderbare blick der leichten frauen
Der auf uns gleitet wie das weisse licht
Des mondes auf bewegter wasserschicht
Will er im bade seine schönheit schauen

Der letzte thaler auf dem spielertisch
Ein frecher kuss der hagern Adeline
Erschlaffenden gesang der violine
Der wie der menschheit fernes qualgezisch --

Mehr als dies alles schätz ich - tiefe flasche -
Den starken balsam den ich aus dir nasche
Und der des frommen dichters müdheit bannt.

Du gibst ihm hoffnung liebe jugendkraft
Und stolz - dies erbteil aller bettlerschaft
Der uns zu helden macht und gottverwandt.
Il vino del solitario

Il singolare sguardo di donne leggere
che su di noi scivola come una luce bianca,
La luna, e il suo riflesso che vedi tremolare,
quando la sua bellezza contempla bagnandosi nell'acqua

L'ultimo tallero sul tavolo da gioco
Un bacio audace alla magra Adelina
Il suono snervante del violino
simile al rantolo di tutto il dolore umano

Più di questo mi è caro - mia profonda bottiglia -
il balsamo potente che da te ricavo
e al buon poeta la fatica toglie.

Tu gli infondi speranza, giovinezza e amore
e pure orgoglio - comune patrimonio di tutti gli umili,
che in eroi ci trasforma e agli dei ci fa simili.
(Traduzione di Ferdinando Albeggiani)

(1) Testo tratto dal Repertorio di Musica Classica a cura di Pietro Santi, Giunti Gruppo Editoriale, Firenze, 2001

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Ultimo aggiornamento 20 aprile 2016