Symphonische Stücke aus der Oper Lulu (Lulu-Suite)


Musica: Alban Berg (1885 - 1935)
  1. Rondo: Andante - Hymne: Sostenuto
  2. Ostinato: Allegro
  3. Lied der Lulu: Comodo
  4. Variationen: Moderato
  5. Adagio: Sostenuto
Organico: soprano, 3 flauti (3 anche ottavino), 3 oboi (3 anche corno inglese), 3 clarinetti (2 e 3 anche clarinetti piccoli), clarinetto basso, sassofono contralto, 3 fagotti (3 anche controfagotto), 4 corni, 3 trombe, 3 tromboni, tuba contrabbassa, timpani, percussioni, vibrafono, pianoforte, arpa, archi
Composizione: 1934
Prima esecuzione: Berlino, Alte Philharmonie Saal, 30 novembre 1934
Edizione: Universal Edition, Vienna, 1935
Guida all'ascolto 1 (nota 1)

Nel 1928 Berg iniziò a comporre l'opera Lulu, ricavata dalla fusione di due tragedie di Frank Wedekind (1864-1918): "Erdgeist" (Lo spirito della terra - 1893) e "Die Büchse der Pandora" (Il vaso di Pandora -1901). Nella primavera successiva sospende brevemente il lavoro per scrivere l'aria da concerto per canto e orchestra Der Wein, dedicandosi poi di nuovo alla sua seconda opera, ripresa dopo aver composto nello stesso periodo di tempo, fino alla morte, un Kanon per coro misto a cappella a quattro voci e il Violinkonzert con la dedica "Alla memoria di un angelo", scritta a ricordo della figlia di Alma Mahler e di Walter Gropius, Manon, stroncata dalla poliomielite a soli diciotto anni. L'opera, come è noto, non fu terminata: il terzo atto è rimasto allo stato di abbozzo e risultano strumentate soltanto le prime 268 battute, l'intermezzo sinfonico (Variazioni) e l'ultima scena (Adagio). Solo recentemente Friedrich Cerha ha curato il completamento del terzo atto, rivestendolo di una strumentazione il più possibile fedele agli appunti lasciati dall'autore. Questi già nell'estate del 1934, in considerazione delle difficoltà che avrebbe incontrato una rappresentazione della Lulu in Germania, dove il nazismo trionfante aveva messo al bando la "decadente arte moderna" (leggi, in particolare, i musicisti della Seconda Scuola viennese), pensò di farne una suite da concerto che avesse un valore autonomo e niente affatto condizionato dal testo originale dell'opera. Nacquero così i Fünf Symphonische Stücke aus der Oper "Lulu", conosciuti anche come Lulu-Suite, o meglio, come Lulu-Symphonie, che è un pezzo musicale ex novo, concepito sinfonicamente, tranne due brani con la presenza della voce umana. La Lulu-Symphonie venne eseguita per la prima volta a Berlino il 30 novembre 1934 sotto la direzione d'orchestra di Erich Kleiber e con il soprano solista Lilly Claus: non mancarono applausi e dissensi, e l'indomani i giornali, ispirati dal nuovo corso del regime hitleriano, non mancarono di criticare causticamente sia Berg che Kleiber, il quale al principio del 1935 decise di lasciare la Germania nazista.

Prima di parlare della Lulu-Symphonie è necessario spendere qualche parola sul personaggio di Lulu e sulle caratteristiche musicali dell'opera scritta da Berg. Lulu è la personificazione del sesso femminile, inteso nei suoi istinti primordiali, e perciò seminatrice di distruzione e di morte. Lulu, giovane bella e affascinante, si eleva socialmente attraverso il matrimonio, conducendo alla rovina e alla morte i suoi vari amanti e mariti. Divenuta una donna di società e successivamente una mondana di Parigi, cade nelle mani di uno sfruttatore e finisce la sua carriera come prostituta tra gli squallidi slums di Londra, dove viene uccisa da Jack lo squartatore. Soggetto scabroso e carico di significati moralistici, al di là di certe punte realistiche piene di crudezza e amarezza umana, è realizzato musicalmente da Berg in chiave interamente dodecafonica e ubbidisce ad un rigore compositivo di straordinaria lucidità intellettuale, tutta rivolta ad evidenziare la tragica e pessimistica essenza della vicenda.

La Lulu-Symphonie, scritta per una orchestra ben corposa, è articolata in cinque movimenti, della durata complessiva di circa trentacinque minuti. Il primo movimento, Rondò (Andante e Inno), è la fusione di due frammenti ricavati dal secondo atto, scena prima, in cui hanno luogo gli amori di Lulu e di Aiwa, figlio del dottor Schön, deus ex machina dell'intera triste storia. Il secondo movimento, Ostinato (Allegro) non è altro che l'interludio che divide le prime due scene del secondo atto, nel corso del quale Berg ha previsto la proiezione di un film muto, in cui sono evocati alcuni momenti della decadenza morale di Lulu. Il terzo movimento, dedicato a Webern, anche se l'intera partitura è scritta per i 60 anni di Schönberg, reca questo titolo: "Koloraturlied der Lulu" e si riferisce alla prima scena del secondo atto, quando la protagonista sta per uccidere il dottor Schön, suo primo marito. Ecco il testo cantato da Lulu:

Lied di Lulu

"Wenn sich die Menschen um meinetwillen ungebracht haben.
So setzt das meinem Wert nicht herab.
Du hast so gut gewußt, Weswegen Du mich zur Frau nahmst.
Wie ich gewußt habe, weswegen ich Dich zum mann nahm.
Du hattest Deine besten Freunde mit mir betrogen.
Du konntest nicht Gut auch noch Dich selber mit mir betrügen.
Wenn Du mir Deinen Lebensabend zum Opfer bringst.
So hast in der Welt für etwas anderes scheinen wollen.
Als wofür man mich genommen hat: und man hat mich nie
Du meine ganze Jugend dafür gehabt. Als was ich bin".

(Se per amor mio gli uomini si sono uccisi, questo non sminuisce il mio valore. Tu lo sapevi per quale ragione mi sposavi, così come io sapevo perché ti prendevo come marito. Tu avevi ingannato con me i tuoi migliori amici, non potevi ingannare insieme a me anche te stesso. Se mi hai sacrificato la sera della tua vita, hai avuto in compenso tutta la mia giovinezza. Non ho mai voluto nella vita sembrare diversa da quella che mi si credeva; non sono mai stata considerata nella vita come qualcosa di diverso da ciò che sono).

Il quarto movimento (Variazioni) è l'interludio del terzo atto incompiuto in cui si evoca la figura di Lulu, ormai diventata una volgare prostituta. Un organetto intona il tema di un Lied scritto dallo stesso Wedekind, che fu, tra l'altro, canzonettista di cabaret, mercante di quadri e direttore di una troupe di attori, oltre che scrittore e autore drammatico dell'espressionismo tedesco. Il quinto movimento (Adagio) è il finale del terzo atto. Lulu muore assassinata e di fronte al suo cadavere l'amica, anch'ella innamorata della donna demoniaca che travolge e distrugge tutti, la contessa Geschwitz singhiozza: "Lulu! Mein engel. Lass dich noch einmal sehn! Ich bin Dir nah! Bleibe Dir nah! In Ewigkeit". (Lulu, angelo mio, lascia che ti guardi ancora! Sono vicina a te, sarò sempre vicina a te, per sempre!). Nella sinfonia queste parole sono cantate dalla stessa Lulu, protagonista del Lied del terzo episodio, aderente alla linea vocale della "Sprechstimme", preferita dai cultori e seguaci della dodecafonia.

Guida all'ascolto 2 (nota 2)

I Pezzi sinfonici da «Lulu» (Lulu-Suite) traggono origine nel 1934 dall'idea di Berg di selezionare alcuni brani di Lulu, l'opera non ancora terminata tratta da Wedekind, e dunque di fornirne un'anticipazione a scopo promozionale. Come si sa, la composizione del Concerto per violino e la morte prematura impediranno a Berg di portare a termine l'orchestrazione dell'opera (che nella versione completata da Friedrich Cerha sarà rappresentata soltanto nel 1979). Berg chiese a Erich Kleiber, che aveva diretto la prima di Wozzeck nel 1925, la disponibilità a eseguire la Lulu-Suite. Questi accettò, ma la creazione dei Pezzi sinfonici da Lulu a Berlino, il 30 novembre 1934, sarebbe stato l'ultimo atto del suo impegno in Germania in favore della nuova musica: a seguito degli attacchi violenti di parte della stampa e delle autorità, Kleiber si dimise dalla carica di direttore della Staastoper decidendo altresì di lasciare il paese per protesta contro la politica culturale nazista. Come i Tre frammenti da Wozzeck anche i Pezzi sinfonici da Lulu sono concepiti in funzione della caratterizzazione della protagonista femminile dell'opera, appunto Lulu, incarnazione della pulsione irresistibile dell'erotismo che, repressa dalla società, erompe in manifestazioni violente e fatali. Non a caso il cuore del lavoro è costituito dal Lied der Lulu, ritenuto da Berg il centro dell'intera opera. D'altro canto, la Lulu-Suite è determinata da una preoccupazione musicale di natura propriamente formale ben maggiore rispetto ai Tre frammenti da Wozzeck. I cinque pezzi recano titoli per così dire astratti e sono soprattutto riorganizzati in una sequenza che sovverte l'ordine con cui appaiono nello svolgimento dell'azione drammatica; inoltre, con l'eccezione del Lied der Lulu, le parti vocali sono sostituite dagli strumenti. Cosicché l'impressione complessiva è quella di una sinfonia strutturata e di ampio respiro, in cui alcuni passaggi cruciali dell'opera sono rimontati come fotogrammi e integrati in un nuovo contesto.

Il primo pezzo, Rondo, compatta il lungo rondò di Aiwa, originariamente segmentato nelle due diverse scene del II atto; qui l'attrattiva irresistibile di Lulu è vista attraverso gli occhi appassionati del giovane, alla fine fatalmente sedotto. La struttura formale del pezzo è assai limpida. L'introduzione, che si basa sull'incantata musica dell'entrata in scena di Lulu nel prologo, indica la relazione che lega i due personaggi. Apre l'esposizione la prima parte del lirico tema principale, intonato dagli archi, seguito da una breve transizione, con i fiati in evidenza, che porta all'angoloso tema complementare, condotto dal corno e dai legni. Tocca alla tromba avviare la seconda parte del tema principale, poi ripreso anche dal saxofono, sino al profilarsi del tema conclusivo in cui emergono gli archi e i legni, e poi alla codetta che chiude l'esposizione con un'accelerazione subito seguita da una distensione del tempo.

La parte centrale del rondò, Tempo I, incomincia con il tema complementare ai fiati, incorniciato dalla musica dell'entrata in scena di Lulu e prosegue con il primo episodio, basato sugli accordi, agli ottoni, del ritratto per il quale Lulu sta posando all'inizio del I atto, e quindi con il secondo episodio, a sua volta fondato sulla musica d'entrata di Lulu. Una variazione del tema conclusivo, condotta da violoncello e viola soli, e una codetta dall'andamento dialogico preparano in crescendo la ripresa. Questa, considerevolmente contratta rispetto all'esposizione, trae avvio dalla prima parte del tema principale, elaborato in canone tra ottoni e archi, e allinea poi la transizione, la seconda parte dello stesso tema principale agli archi, il tema conclusivo ai fiati e infine una coda, ancora una volta basata sulla musica d'entrata di Lulu. La cosiddetta Musette, con legni e archi in graziosa evidenza, conduce al culmine della scena d'amore, definita Hymne: qui l'intera orchestra suona inizialmente come una specie di gigantesca arpa, con il pizzicato degli archi, per poi generare un senso di progressivo avvilupparsi della musica su se stessa, quasi a spirale, in cui spiccano i timbri del sassofono, degli ottoni e degli archi divisi e soli.

Il secondo pezzo, Ostinato, è costituito dal tumultuoso interludio del II atto, la Filmmusik che nell'opera accompagna la proiezione di un film muto con le vicende della protagonista e rappresenta il punto di svolta nella carriera di Lulu, quando all'ascesa segue il declino. Per questo il pezzo ha forma a specchio: la prima parte, che si conclude in rallentando su un arpeggio del pianoforte, viene ripercorsa in senso retrogrado dalla seconda.

Nel terzo pezzo, Lied der Lulu, proveniente dalla prima scena del II atto, la protagonista giustifica la propria condotta di fronte al Dr. Schön e al mondo. Le ragioni di Lulu sono intonate in rigorose simmetrie. Rispecchiando la struttura del testo verbale, ciascuno dei cinque periodi musicali - nell'ordine («Wenn sich die Menschen»), («Du hast so gut gewußt»), («Du hattest Deine besten Freunde»), («Wenn Du mir Deinen Lebensabend») e («Ich habe nie in der Welt») - consta di un antecedente e un conseguente, con la linea melodica di ogni conseguente che inverte per moto contrario quella del rispettivo antecedente.

Il quarto pezzo, Variationen, riprende le variazioni dell'interludio del III atto, qui introdotte dalla versione accordale della serie del Marchese; il tema è quello di una canzone di cabaret di Wedekind, conosciuta come La canzone del magnaccia (Lautenlieder, n. 10), che nell'opera allude al prostituirsi di Lulu. Nelle quattro variazioni, di diverso carattere - nell'ordine Grandioso, Grazioso, Funebre e Affettuoso - la linea melodica della canzone s'intreccia in un fitto ordito di contrappunti, generando una polifonia allucinata che nella straniata sovrapposizione di tonalità e dodecafonia pare riassumere l'ironia grottesca e surreale dell'opera. Tra l'altro, il Tema vero e proprio risuona ai legni {come un organetto) soltanto dopo le variazioni, come apparizione fantasmatica incorniciata dagli accordi.

Il quinto pezzo, Adagio, attinge in larga misura al finale del III atto. La prima sezione, Sostenuto, è il soliloquio della Contessa Geschwitz che medita il suicidio: la musica si sviluppa dal rarefatto dialogo orchestrale di brevi frasi per trovare quindi un momento di addensamento timbrico prima che i clarinetti suonino la musica che accompagna l'entrata di Lulu insieme con il suo ultimo cliente, Jack lo squartatore. La prosecuzione, Grave, si volge retrospettivamente al secondo interludio del I atto, che evoca con sonorità calde e gestualità avvolgenti dagli echi mahleriani il fascino fatale della protagonista. Il montaggio prosegue con la parte conclusiva dell'opera: la sezione in tempo Molto lento si apre con il lacerante grido di morte di Lulu, uccisa da Jack, grido reso dall'accordo a piena orchestra dei dodici suoni della scala cromatica; gli accenti violenti della musica corrispondono all'epilogo del mortale girotondo, quando Jack colpisce anche la Contessa Geschwitz, intervenuta per soccorrere Lulu. L'ultima sezione, Grave, è l'appassionato, intensissimo canto funebre della Contessa Geschwitz, a sua volta morente, per Lulu, canto che cessa con la brutalità con cui si spegne una vita.

Cesare Fertonani


(1) Testo tratto dal programma di sala del Concerto dell'Accademia di Santa Cecilia,
Roma, Auditorio di via della Conciliazione, 14 ottobre 1984
(2) Testo tratto dal libretto inserito nel CD allegato al n. 174 della rivista Amadeus

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Ultimo aggiornamento 25 novembre 2021