Tancszvit (Suite di sei danze) per orchestra, BB 86, SZ 77


Musica: Béla Bartók (1881 - 1945)
  1. Moderato
  2. Allegro molto
  3. Allegro vivace
  4. Molto tranquillo
  5. Comodo
  6. Finale. Allegro
Organico: 2 ottavini, 2 flauti, 2 oboi, corno inglese, 2 clarinetti, cclarinetto basso, 2 fagotti, controfagotto, 4 corni, 2 trombe, 2 tromboni, basso tuba, timpani, triangolo, campanelli, tamburo, grande, tamburo piccolo, grancassa, piatti, tam-tam, celesta (o II pianoforte), arpa, pianoforte a quattro mani, archi
Composizione: Agosto 1923
Prima esecuzione: Budapest, 19 Novembre 1923
Edizione: Universal Edition, Vienna, 1924

Composte per il 50° anniversario dell'unione di Buda, Obuda e Pest

Guida all'ascolto (nota 1)

Nel 1923 cadeva il cinquantesimo anniversario della fondazione di Budapest, nata dalla fusione delle tre città di Buda, Obuda e Pest. Il governo ungherese commissionò per la circostanza ai tre più noti compositori nazionali dei lavori che vennero eseguiti il 19 novembre. Il programma, diretto da Ernö Dohnányi, comprendeva la Suite di danze di Bartók, il Psalmus hungaricus di Kodály, la Ouverture festiva di Dohnanyi, la Marcia di Rakoczy di Liszt e la Marcia di Rakoczy di Berlioz. Svogliatamente diretta da Dohnányi, a detta di Antal Dorati che sedeva in orchestra, la composizione di Bartók non ottenne alcun successo. Nel 1924 la partitura fu pubblicata ed altre esecuzioni vennero promosse a Londra, in Germania e a Cincinnati. Il successo vero arrivò però al festival della Società Internazionale di Musica Contemporanea che si svolse a Praga nel maggio del 1925: la Suite di danze venne quindi eseguita in una cinquantina di centri europei... compresa Budapest, dove fu diretta il 19 novembre 1925 da Václav Talich alla guida della Filarmonica di Praga. L'editore, in giugno, aveva richiesto al compositore una trascrizione per pianoforte solo, di media difficoltà; Bartók la preparò durante l'estate e la pubblicò a fine anno. Ma la trascrizione non era di media difficoltà, e non servì a far conoscere meglio la Suite di danze attraverso il pianoforte, tanto che la prima esecuzione pubblica non ebbe luogo che nel febbraio del 1945, alla Carnegie Hall di New York, per opera di György Sándor. A quel concerto assistette Bartók, che sarebbe scomparso nel settembre dello stesso anno.

Bartók spiegò in una conferenza le intenzioni da cui era nata la Suite di danze: «Essa è formata da sei brevi pezzi in forma di danza, di cui uno fa da ritornello e quindi ha funzione di Leitmotiv. Tutto il materiale tematico della composizione è ad imitazione della musica contadina; questo infatti era lo scopo della Suite: realizzare una specie di musica popolare ideale in modo che ogni parte rappresentasse caratteri musicali ben definiti. Mi sono servito di melodie di diversa provenienza: ungherese, valacca, slovacca, persino araba, talvolta mescolandole. Così ad esempio la melodia del primo tema del primo pezzo ricorda la musica popolare araba più antica, mentre il ritmo si ricollega a quella dell'Europa orientale. Il tema del ritornello è talmente fedele allo schema di certe melodie popolari ungheresi, che potrebbe ingannare anche un esperto studioso. Il secondo pezzo è di carattere ungherese, mentre il terzo alterna elementi ungheresi e valacchi». La composizione persegue quindi l'accostamento di linguaggi appartenenti ad etnie diverse, ma senza citazioni, perché i temi sono tutti di Bartók. Quest'idea spiacque ai nazionalisti ungheresi e, all'opposto, non trovò d'accordo nemmeno la critica d'avanguardia, tanto che Theodor Wiesegrund Adorno, recensendo l'esecuzione di Praga, liquidò la Suite di danze come «occasionale». Le esecuzioni pubbliche della composizione, dopo la prima fiammata, divennero quindi rare, e rare sono anche oggi.

Piero Rattalino


(1) Testo tratto dal programma di sala del Concerto dell'Accademia di Santa Cecilia;
Roma, Auditorio di Via della Conciliazione, 1 Dicembre 1995


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Ultimo aggiornamento 4 gennaio 2013