Allegro barbaro, BB 63, SZ 49


Musica: Béla Bartók (1881 - 1945)
Organico: pianoforte
Composizione: 1911
Prima esecuzione: Kecskemét, 1 febbraio 1913
Edizione: Universal Edition, Vienna, 1918

Guida all'ascolto (nota 1)

Il concerto termina con l'Allegro barbaro, il più celebre brano pianistico di Bela Bartók brano la cui popolarità è arrivato da tempo al punto da renderlo quasi sospetto di banalità agli occhi di quei critici i quali non sembrano di poter concepire che anche un lavoro tutt'altro che banale possa raggiungere una diffusione universale. Quando Bartók scrisse di getto l'Allegro barbaro tra la fine del 1910 e l'inizio del 1911 e lo fece ascoltare in pubblico nel corso di quest'ultimo anno, il brano suscitò uno scandalo memorabile e i critici gridarono al «grande talento smarritosi... nel dedalo di tendenze morbose» e caduto in preda al «disordine» e addirittura alla «pazzia». In quel momento, quando cioè la barbara violenza della Sagra strawinskyana non si era ancora scatenata, l'Allegro barbaro di Bartók era indiscutibilmente un brano di una «barbarie» fonica senza precedenti. In esso Bartók aveva ormai completamente assimilato gli autoctoni elementi della musica popolare ungherese, aveva assimilato e superato altresì tanto la scrittura pianistica di derivazione lisztiana, quanto l'impressionistico stemperarsi delle armonie debussyane. La martellante meccanica pianistica e lo scatenarsi di primordiali trame ritmiche si pongono in primo piano ingenerando insieme quel senso di modernità, da epoca delle macchine, e di arcaica epopea. Di qua i riferimenti immaginifici alle orde di Attila o di Genghis Khan che si sono spesso letti a proposito di questo brano per il cui intendimento basterebbe indicare lo sprigionamento di una forza vitale autentica e di formidabile potenza.

Roman Vlad


(1)  Testo tratto dal programma di sala del Concerto dell'Accademia Filarmonica Romana;
Roma, Teatro Olimpico, 7 marzo 1968


I testi riportati in questa pagina sono tratti, prevalentemente, da programmi di sala di concerti e sono di proprietà delle Istituzioni o degli Editori riportati in calce alle note.
Ogni successiva diffusione può essere fatta solo previa autorizzazione da richiedere direttamente agli aventi diritto.


Ultimo aggiornamento 15 giugno 2013